Trio per archi, op. 20


Musica: Anton Webern (1883 - 1945)
  1. Sehr langsam
  2. Sehr getragen und ausdrucksvoll
Organico: violino, viola, violoncello
Composizione: Mödling, 1926 - giugno 1927
Prima esecuzione: Vienna, Musikverein, 16 gennaio 1928
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1927
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Trio per archi, op. 20, inaugura una terza stagione compositiva di Webern, dopo un lungo indugio sulla forma del Lied. Il metodo per comporre con i dodici suoni ideato da Schoenberg, già applicato dall'allievo in brevissime pagine, è qui sperimentato su una forma tradizionale a più tempi. Restringendoli a due, un Rondò e un Allegro preceduto da introduzione grave, Webern proseguiva la sua indagine sulla concentrazione di ogni parametro compositivo, in vista di una massima densità musicale, e anzitutto emotiva. Ne ha scritto esattamente Heinz-Klaus Metzger: «...la situazione è dialettica e l'antitesi, la cui forza teorica - come sempre quella della negazione - è maggiore, doveva dare all'opera la seguente chiave interpretativa: uno svolgimento musicale assolutamente libero, originale, non legato ad alcun modello, di cui non esiste paragone prima dell'invenzione di Webern, coincide sulla base di un caso unico, non riducibile dal punto di vista analitico, con gli schemi del Rondò e della Sonata. L'opera è rivoluzionaria: appartiene alle prime tra quelle che non possono assolutamente più essere seguite dall'ascolto tradizionale armonico-melodico».


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 13 marzo 1972


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Ultimo aggiornamento 12 maggio 2015