Cinque Pezzi, op. 5

Versione per quartetto d'archi

Musica: Anton Webern (1883 - 1945)
  1. Heftig bewegt
  2. Sehr langsam
  3. Sehr bewegt
  4. Sehr langsam
  5. In zarter Bewegung
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: Preglhof, giugno 1909
Prima esecuzione: Vienna, 8 febbraio 1910
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1922
Guida all'ascolto (nota 1)

I Cinque Pezzi per quartetto d'archi di Anton Webern risalgono al 1909. Webern aveva allora appena intrapreso una incerta carriera di direttore d'orchestra, che lo avrebbe portato presso centri minori, quali Bad Ischl, Teplitz, Danzica, Stettino. La produzione musicale di quegli anni, condotta senza clamori, si svolgeva all'ombra dell'evoluzione di Arnold Schönberg, che era stato il suo insegnante fra il 1904 e il 1908.

Se gli esordi di Webern si inserivano ancora nel solco tardoromantico, fu nel 1908 che il compositore cominciò ad esplorare "L'atmosfera di un altro pianeta", seguendo in questo le parole del poeta Stefan George e la strada tentata da Schönberg; mancano nelle opere di quel periodo i riferimenti alla tonalità e alla stabilità ritmica. La strada dell'atonalità doveva sfociare, per i compositori della "Scuola di Vienna", anche nell'abbandono dell'elaborazione tematica, poiché lo sviluppo musicale, nella logica tardoromantica, era legato comunque ai piani tonali.

La soluzione offerta da Webern a questo problema consiste nella elaborazione di una poetica di drastica concentrazione del materiale musicale. Le opere successive al 1908 vanno infatti in cerca di una sintesi icastica, in cui il brano musicale dura quanto l'esposizione del materiale, ma viene internamente illuminato dalla caleidoscopica cura di ogni singolo dettaglio, perfettamente calibrato. C'è in questa poetica l'incombere di lutti e tragedie, che sono personali del compositore - la morte della madre, che si riflette su tutte le opere successive al 1906 - ma anche universali, e che si realizzano in una concentrazione espressiva che trova pochissimi paralleli nell'intera storia della musica.

In questo itinerario un ruolo di altissimo rilievo hanno i Cinque Pezzi per quartetto d'archi op. 5, che risentono certamente dell'influenza del Quartetto n. 2 in fa diesis minore di Schönberg, e non a caso sono coevi del Quartetto op. 3 di Alban Berg, l'altro grande allievo di Schönberg; ma più ancora è viva l'influenza dei Sei piccoli pezzi per pianoforte op. 19 di Schönberg, pagine manifesto della poetica aforistica di quegli anni. L'importanza della partitura è testimoniata dal riapparire ventun anni più tardi nella biografìa del compositore, con una trascrizione per orchestra d'archi. Brevità e densità sono i punti di partenza dei pezzi op. 5, che seguono comunque una organizzazione complessiva perfettamente coerente. Abbiamo infatti, alternati fra loro, movimenti rapidi (nn. 1 e 3) e lenti (nn. 2 e 4), e in conclusione "Moderato".

Il primo movimento, Heftig bewegt, è fra, tutti, quello più vasto ed articolato, dotato di un certo sviluppo tematico; ma l'essenza della pagina risiede principalmente nella contrapposizione fra differenti tecniche strumentali, l'uso dell'arco e l'uso del pizzicato, che vengono a stabilire una dialettica finemente cesellata; ma l'espansività di questa pagina guarda forse più al passato che al futuro. Con il secondo movimento, Sehr langsam, abbiamo invece una breve linea melodica che, su una "fascia sonora", vaga fra i diversi strumenti; è importante, nelle 13 misure di questa pagina, soprattutto il gioco timbrico, che viene a prefigurare la "melodia di timbri" dell'autore maturo. Con il terzo movimento - Sehr bewegt: appena 23 rapide battute - ci troviamo di fronte a un uso aggressivo del complesso d'archi, con una estroversione segnata da grandi contrasti espressivi. Il quarto movimento, Sehr langsam, si riaccosta al secondo, ma con una ambientazione espressiva ancor più rarefatta, in cui il lirismo si alterna enigmaticamente a brevi silenzi. L'ultimo movimento, In zarter bewegung, si basa sul dialogo a distanza fra il violoncello e gli altri strumenti; la brevità del fraseggio, gli "ostinati", i contrasti dinamici sono elementi costitutivi anche di questa pagina; ma occorre vedere come il calcolo preciso di ogni effetto non risponda solamente a una logica di alto costruttivismo, e realizzi invece quella poetica di angoscia e incomunicabilità che è probabilmente l'essenza più veritiera della musica di Webern.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 6 febbraio 1998


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Ultimo aggiornamento 23 luglio 2014