Tre Piccoli pezzi, op. 11


Musica: Anton Webern (1883 - 1945)
  1. Mäßige Achtel
  2. Sehr bewegt
  3. Äusserst Ruhig
Organico: violoncello, pianoforte
Composizione: Vienna, giugno 1914
Prima esecuzione: Magonza, 2 dicembre 1924
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1924
Guida all'ascolto (nota 1)

I Tre piccoli pezzi per violoncello e pianoforte op. 11 di Anton von Webern risalgono al 1914. Webern aveva allora da pochi anni intrapreso una incerta carriera di direttore d'orchestra, svolta presso centri minori, quali Bad Ischl, Teplitz, Danzica, Stettino. Nel 1911 aveva seguito Arnold Schönberg a Berlino; la produzione musicale di quegli anni, condotta senza clamori, si svolgeva all'ombra dell'evoluzione di quello che era stato il suo insegnante, fra il 1904 e il 1908. Se gli esordi di Webern si inserivano ancora nel solco tardoromantico, fu nel 1908 che il compositore cominciò a esplorare «L'atmosfera di un altro pianeta», seguendo in questo le parole del poeta Stefan George e la strada tentata da Schönberg; mancano nelle opere di quel periodo i riferimenti alla tonalità e alla stabilità ritmica. La strada dell'atonalità doveva sfociare, per i compositori della "Scuola di Vienna", anche nell'abbandono dell'elaborazione tematica, poiché lo sviluppo musicale, nella logica tardoromantica, era legato comunque ai piani tonali. La soluzione offerta da Webern a questo problema consiste nella elaborazione di una poetica di drastica concentrazione del materiale musicale. Le opere successive al 1910 vanno infatti in cerca di una sintesi icastica, in cui il brano musicale dura quanto l'esposizione del materiale, ma viene internamente illuminato dalla caleidoscpica cura di ogni singolo dettaglio, perfettamente calibrato. C'è in questa poetica l'incombere di lutti e tragedie, che sono personali del compositore - la morte della madre, che si riflette su tutte le opere successive al 1906 - ma anche universali, e che si realizzano in una concentrazione espressiva che trova pochissimi paralleli nell'intera storia della musica.

Ecco dunque che i Tre piccoli pezzi op. 11 per violoncello e pianoforte - strumenti che erano alla base della formazione musicale di Webern, ma per cui il compositore non scrisse alcun altro lavoro compiuto, se si eccettua un tempo di Sonata immediatamente successivo - sono pagine brevissime, aforistiche, eppure ricchissime di significati. Nel primo pezzo troviamo brevi frasi sospirate che scivolano nel silenzio, a parte una breve intensificazione espressiva. Ogni nota presuppone una diversa dinamica e un diverso tipo di attacco del singolo strumento in uno studiatissimo puzzle che si trasforma in continua trascolorazione. Forte è il contrasto col secondo pezzo, un brevissimo Allegro di graffiante violenza. Il terzo pezzo comprende appena venti note, che dipanano un Adagio sereno e quasi incantato nella sua assenza di movimento.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 22 maggio 1997


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 1 ottobre 2014