Scherzo fantastique op. 3


Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
Organico: ottavino, 3 flauti, 2 oboi, corno inglese, 3 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 2 trombe, tromba contralto, piatti, celesta, 3 arpe, archi
Composizione: Ustilug, giugno 1907 - marzo 1908
Prima esecuzione: San Pietroburgo, Sala Grande del Conservatorio, 6 febbraio 1909; Prima esecuzione come balletto: con il titolo "Les abeilles": Parigi, Théâtre de l'Opéra, 10 gennaio 1917 (versione non autorizzata dal compositore)
Edizione: Jurgenson, Mosca, 1914
Dedica: Aleksandr Siloti
Guida all'ascolto (nota 1)

Lo Scherzo fantastique appartiene alla prima attività compositiva di Stravinsky, tanto è vero che reca in calce alla partitura il numero 3 di opus, venendo dopo la Sinfonia in mi bemolle maggiore op. 1, dedicata a Rimskij-Korsakov, e la suite per canto e orchestra Le faune e la bergère, ambedue le partiture eseguite il 27 aprile 1907 a Pietroburgo con un certo successo e tra gli elogi, ben più importanti, dello stesso Rimskij. Poco dopo Stravinsky cominciò a comporre, esattamente nel giugno del 1907, lo Scherzo fantastique, terminato nel marzo dell'anno successivo e presentato per la prima volta a Pietroburgo il 6 febbraio 1909. Lo Scherzo può definirsi un pezzo di musica a programma, ispirato al poema La vie des abeilles (La vita delle api) di Maurice Maeterlinck, un poeta che esercitò notevole fascino su tanti musicisti nei primi anni del Novecento per quel senso di simbolismo e di esotismo racchiuso nei suoi versi. La descrizione della vita di un alveare fornì a Stravinsky la possibilità di avvicinarsi alla grande orchestra e percorrere i primi passi verso quella pulsante dimensione ritmica che esploderà di lì a qualche anno nello straordinario Sacre du printemps, partitura originale nella struttura e geniale nei risultati espressivi. Come è stato giustamente avvertito, lo Scherzo fantastique risente in maniera fin troppo evidente dell'influenza di Cajkovskij, Debussy e Dukas, ma nello stesso tempo preannuncia certe morbidezze melodiche e certi squarci lirici che troveranno una più precisa definizione nella berceuse dell'Oiseau de feu, il balletto con cui Stravinsky si impose all'attenzione della cultura musicale europea.

Armonie dolci e suadenti e melodie carezzevoli e insinuanti caratterizzano la musica dello Scherzo fantastique dal principio alla fine, con un gusto orchestrale di squisita eleganza timbrica, specie nelle trovate e negli impasti degli strumentini e degli archi. Si colgono passaggi di sonorità impressionistiche e non mancano fremiti di raffinata poesia descrittiva, in cui germoglia e si espande con chiarezza di linguaggio la personalità stravinskyana, pur senza toccare tuttavia, quella graffiante e incisiva forza di rappresentazione, tipica dei successivi e celebri capolavori orchestrali di questo multiforme compositore, il quale, a proposito del pezzo che viene riproposto oggi all'ascolto, disse qualche anno più tardi: «Mi rendo conto adesso di aver preso qualcosa del "Volo del calabrone" di Rimskij-Korsakov, ma lo Scherzo fantastique deve più a Mendelssohn, mediato da Cajkovskij, di quanto non debba a Rimskij-Korsakov». Una affermazione di umiltà, sincera e insolita, da parte di un artista orgoglioso di se stesso e delle proprie qualità di musicista "rivoluzionario" e controcorrente in un lungo arco di tempo del nostro secolo.

L'organico orchestrale dello Scherzo fantastique è formato dal flauto piccolo, tre flauti grandi, 2 oboi, corno inglese, 3 clarinetti e clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 2 trombe e tromba contralto, piatti, celesta, 3 arpe e archi.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 14 marzo 1987


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Ultimo aggiornamento 12 dicembre 2013