Pribautki

Canzoni scherzose per voce e orchestra da camera

Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
Testo: popolare russo
  1. Lo zio Armand - Moderato
  2. Il forno - Allegro
  3. Il colonnello - Allegretto
  4. Il vecchio e la lepre - Lento
Organico: voce, flauto, oboe, corno inglese, clarinetto, violino, viola, violoncello, contrabbasso
Composizione: 1914
Prima esecuzione: Parigi, Salle Gaveau, maggio 1919
Edizione: A. Henn, Ginevra, 1917
Dedica: alla moglie
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Il primo frutto del viaggio in Russia furono i Pribautki, quattro «canzoni piacevoli» come li definisce il sottotitolo. Sono quattro brevi pezzi per una voce e otto strumenti, cioè flauto, oboe, clarinetto, fagotto e quartetto d'archi, improntati a un umorismo di forte sentore rusticano.

Giorgio Graziosi

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Pribautki, raccolta di filastrocche per soprano con accompagnamento di flauto, oboe, clarinetto, fagotto, violino, viola, violoncello e contrabbasso, fu composta nel 1914 e dedicata dal compositore alla moglie.

E' ovvio che in questa composizione il rapporto fra la musica e il testo comporti circostanze particolari. Le parole «insensate» delle filastrocche non richiedono nessuna caratterizzazione musicale; adattandosi, piuttosto, a fare da supporto vocale al libero discorso delle strutture sonore. Rispetto alla Pastorale per soprano e quattro strumenti - dove la voce affidava la propria melodia al suono inarticolato del vocalizzo - nel caso di Pribautki il compositore vuole garantirsi mezzi vocali a suono articolato: e questo è appunto il compito del testo verbale.

Da questa circostanza, alcuni studiosi dell'opera di Strawinski (Paul Collaer e Boris de Schlozer in particolare) hanno teorizzato una presunta indifferenza del compositore nei confronti di una qualsivoglia drammatizzazione del rapporto parola-musica. Il che è vero nel caso specifico di Pribautki (ed era inevitabile che lo fosse). Non lo è, invece, se l'esame si estende ad altri lavori con testo di Strawinski: Perséphone, Oedipus rex e The Rake's Progress stanno appunto a dimostrare come al compositore - sia pure con le soluzioni più imprevedibili - stia a cuore la necessità di far coincidere la componente musicale con quella poetica.

Giovanni Ugolini

Testo

L'oncle Armand Lo zio Armando
Console-toi, vieil oncle Armand;
tu te fais bien trop de mauvais sang,
laisse aller tout droit ta jument
à l'auberge du Cheval Blanc:
là est un joli vin clair,
qui fait soleil dans le verre;
le joli vin rend le coeur content:
noie ton chagrin dedans.
Consolati, vecchio zio Armando;
ti fai troppo cattivo sangue,
lascia che la tua cavalla ti porti, dritto dritto,
all'Albergo del Cavallo Bianco:
la c'è un buon vinello,
raggio di luce nel bicchiere;
è il buon vino che fa felice il cuore:
annegaci il tuo malumore.
Le four Il forno
Louise, viens vite,
viens vite, ma fille:
la pâte est levée...
cours à la cuisine
chercher la farine...
Les canards commencent
à souffler dans leurs mirlitons crevés.
Voilà le coq qui leur répond
et les poules qui tournent en rond.
Luisa, vieni, presto,
fa' presto, piccola mia:
la pasta lievita...
corri in cucina
a prendere la farina...
Le anatre cominciano a soffiare
dai loro zufoli forati.
Ecco il galletto che risponde
e i pulcini che fanno girotondo.
Le colonel Il colonnello
Le colonel part pour la chasse,
tire sur une bécasse, manque sa bécasse,
tire sur une perdrix, la perdrix s'en fuit,
tombe et casse son fusil;
il appelle son chien
son chien ne répond rien;
sa femme l'a reçu, sa femme l'a battu...
Chassera jamais plus.
Il colonnello parte per la caccia,
spara a una beccaccia, manca la beccaccia,
spara a una pernice, la pernice fugge,
cade e rompe il suo fucile;
chiama il suo cane
ma il cane non risponde;
sua moglie l'ha preso, sua moglie l'ha picchiato.
Non andrà più a caccia.
Le vieux et le lièvre Il vecchio e la lepre
Dans une ville en l'air,
un vieux assis par terre.
Et puis voilà que le vieux
fait cuire sa soupe sans feu.
Un lièvre sur la route
lui demande sa soupe.
Et le vieux a dit comme ça,
au bossu de se tenir droit,
au manchot d'étendre les bras,
et au muet de parler plus bas.
In una città sospesa in aria
un vecchio, seduto per terra.
E poi ecco che il vecchio
fa cuocere la sua zuppa senza fuoco.
Una lepre, per la strada,
gli chiede la zuppa.
E il vecchio allora ha detto
al gobbo di tenersi dritto
al monco di stendere le braccia
e al muto di parlare più piano.
(versione francese di C. F. Ramuz)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 4 marzo 1965
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 19 febbraio 1965


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Ultimo aggiornamento 22 aprile 2015