Cinque Pezzi facili per pianoforte a quattro mani


Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
  1. Andante
  2. Espanola
  3. Balalaika
  4. Napolitatia
  5. Galop
Organico: pianoforte
Composizione: Morges, 1916 - 1917
Prima esecuzione: Losanna, 8 novembre 1919
Edizione: A. Henn, Ginevra, 1917
Dedica: Eugenia Errazuriz

I primi quattro numeri anche arrangiati per orchestra con il titolo "Suite n. 1"
Il numero 5 anche arrangiato per orchestra nella "Suite n. 2"
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

La seconda serie di pezzi facili (Morges 1916-17) presenta una soluzione tecnica inversa a quella della prima serie. Al principiante è affidato il canto anziché il basso. Strawinsky compose questa seconda serie per i suoi primi figli, Teodoro e Mika. La «Espanola» reca le impressioni di un viaggio in Spagna nel 1916, la «Napolitana» è un ricordo di Napoli dell'anno seguente, l'« Andante » è una melodia russa, la « Balalaika » e specialmente il «Galop» sono satire della musica commerciale. Il «Galop» conta fra le celebri sfasature strawinskiane fra basso e canto, quasi le mani si scordassero di dover collaborare fra loro, ed il pasticcio politonale che ne segue pare il ritratto musicale di un dialogo fra clowns.

Gioacchino Lanza Tomasi

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Anche il pianoforte, considerato una volta lo strumento romantico per eccellenza, soprattutto con l'esempio dato da Chopin e Liszt, veri geni dell'invenzione pianistica, ha subito una evoluzione per così dire espressiva nella tecnica compositiva della musica moderna, realizzando la propria forza comunicativa principalmente con le sonorità asciutte e ben ritmate, su un versante diverso quindi da quelle morbide, estremamente sfumate e cantabili, puntualizzate nella grande letteratura ottocentesca e impressionistica. Un valido e determinante contributo in tal senso è stato dato, con maggiore o minore originalità, da un gruppo di musicisti di rilevante personalità del nostro secolo, come Falla, Bartók, Prokof'ev, Hindemith e Stravinsky, che hanno riservato al pianoforte composizioni spesso di indubbio valore e significato estetico.

Su questa scelta o indirizzo musicale in campo pianistico, che si richiama certamente al neoclassicismo, Stravinsky diede un impulso costruttivo, dichiarando tra l'altro di non essere stato capace in tutta la sua vita di compositore di scrivere musiche di qualsiasi genere senza avere a portata di mano un pianoforte su cui provare immediatamente ciò che la sua fantasia gli offriva. Si può dire quindi che Stravinsky avesse una particolare predilezione per lo strumento a tastiera, del quale tesse un elogio quando così si esprime nelle autobiografiche «Croniques de ma vie»: «Non bisogna disprezzare le dita, perché esse sono grandi ispiratrici; al contatto con la materia sonora suscitano in voi delle idee subcoscienti che in altro modo forse non si rivelerebbero ». Del resto, alcune sue famose partiture come Petruska e Les noces riservano al pianoforte, inteso come strumento a martelli dal suono preciso e tagliente, una funzione importante e niente affatto coreografica e aggiuntiva nell'ambito di una nuova poetica musicale.

I Cinque pezzi facili risalgono al 1917 e furono dettati al compositore da motivi didascalici e pedagogici, mentre insegnava musica e pianoforte a due dei quattro figli, Teodoro e Mika. Essi sono improntati a chiarezza e scorrevolezza melodica e si articolano in un Andante di delicata evocazione sentimentale, in una Española di taglio brillante e danzante, in una Balalaika di pungente gusto popolaresco russo con l'evidente richiamo al ben noto strumento slavo, in una Napolitana intesa come souvenir di un viaggio in Italia (si ode il tema di una famosa canzone partenopea) e alla fine in uno spiritoso Galop di fresca comunicativa, vagamente simile a certe estrose «uscite» ritmiche alla Chabrier.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 15 maggio 1974
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 8 febbraio 1980


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Ultimo aggiornamento 21 febbraio 2016