L'Elegia per viola sola, di cui esiste anche la versione per violino solo scritta dallo stesso Stravinsky, è uno dei tanti pezzi in memoriam che il musicista compose nel corso della sua lunga e trionfale carriera artistica. L'Elegia è del 1944 ed è dedicata alla memoria di Alphonse Onnou, membro e fondatore del Quartetto «Pro Arte» di Bruxelles, un complesso molto stimato specie per le benemerenze acquisite nella diffusione della letteratura quartettistica moderna. Questa breve pagina appartiene al primo periodo americano dell'autore (1943-1947), quello che vide nascere fra l'altro la Sonata per due pianoforti, la Sinfonia in tre movimenti, l'Ebony concerto per orchestra jazz e il balletto Orfeo realizzato coreograficamente da Balanchine. Questi aveva tentato di trasformare in balletto a New York nel 1945 anche l'Elegia per viola sola, ma con scarso successo. Infatti la composizione ha una intonazione classicheggiante e riflette un tono intimistico e particolarmente concentrato dal punto di vista armonico.
L'aspetto più importante e originale del lavoro sta nell'abilità di Stravinsky di aver saputo realizzare una trama polifonica con i soli mezzi di uno strumento monodico. Egli non utilizza la viola in tutte le sue combinazioni tecniche, compresi gli accenti bruschi e gli accordi strappati, ma cerca di usare le doppie corde per raggiungere una polifonia a due parti. Quindi l'Elegia può essere considerata, sotto il profilo della forma, come una Invenzione a due voci, articolata con una esposizione, una fuga e una ripresa, in cui il senso lirico che traspare in alcuni momenti sembra riflettere un sentimento di meditazione sulla morte.