In memoriam Dylan Thomas, «dirge canons and song»

per tenore e strumenti

Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
Testo: Dylan Thomas
Organico: tenore, 2 violini, viola, violoncello, 4 tromboni
Composizione: febbraio - marzo 1954
Prima esecuzione: Hollywood, Philharmonic Auditorium, 20 settembre 1954
Edizione: Boosey & Hawkes, New York, 1954
Guida all'ascolto (nota 1)

La breve composizione In memoriam Dylan Thomas fu scritta nel 1954 per onorare la memoria del poeta Dylan Thomas, il quale morì tragicamente mentre era in viaggio per incontrare Stravinsky e sottoporgli il progetto di un libretto d'opera. Come è indicato nel sottotitolo, il lavoro comprende due canoni funebri che inquadrano un canto su parole ricavate dai Collected Poems dello stesso Dylan Thomas. Stravinsky si avvale dei due gruppi di quattro strumenti in modo organistico, come di due registri ì cui timbri si alternano senza mai mescolarsi fra di loro. Dal punto di vista tecnico, il brano, articolato nel Preludio, nel Postludio e nel Canto, ubbidisce al procedimento dodecafonico (è una cellula cromatica di cinque note diverse), che verrà poi adottato completamente nel lavoro successivo, il Canticum Sacrum ad honorem Sanctì Marci Nominis, composto nel 1955 ed eseguito per la prima volta il 13 settembre 1956 nella Basilica di San Marco a Venezia, nel quadro del XIX Festival internazionale di musica contemporanea.

Testo

Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.
Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning, they
Do not go gentle into that good night.
Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.
Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.
Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light -
And you, my father, there on the sad height,
Curse, bless, me now with your fierce tears, I pray
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.

(Dylan Thomas)

Non entrare mansueto in quella notte buona,
La vecchiezza dovrebbe ardere ribelle al finire del giorno;
Lotta, lotta contro il morire della luce.
Sebbene uomini saggi, al termine, sanno che le tenebre sono giuste,
Poiché le loro parole non avevano suscitato alcun bagliore,
Pure non entrano mansueti in quella notte buona.
Uomini buoni, passata l'ultima onda, rimpiangendo quanto splendide
Le loro fragili azioni avrebbero potuto danzare in una verde baia,
Lottano, lottano contro il morire della luce.
Gli uomini rudi che afferrarono e cantarono il sole in volo,
E comprendono, troppo tardi, che lo patirono nel suo corso,
Non entrano mansueti in quella notte buona.
Uomini austeri, presso la morte, che con sguardo offuscato
Vedono che occhi ciechi potrebbero ardere come meteore ed essere gai,
Lottano, lottano contro il morire della luce -
E tu, padre mio, là sulla triste vetta,
Maledici, benedici me ora con le tue fiere lacrime, ti prego,
Non entrare mansueto in quella notte buona
Lotta, lotta, contro il morire della luce.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 19 dicembre 1980


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 15 ottobre 2014