Die Forelle D. 550 è, assieme ad An den Tod D. 518, ascrivibile, come data di composizione al luglio 1817, se non alla fine dell'anno precedente e si basa sui versi di Christian Friedrich Daniel Schubart, con il quale Schubert aveva già avuto rapporti in passato, come è attestato dai Lieder D. 342 e D. 454. Assieme ad An den Tod, Die Forelle è uno dei canti più famosi della liederistica schubertiana e ne esistono cinque differenti versioni (la prima e la seconda della fine del 1816 e del luglio 1817, la terza del 21 febbraio 1818, la quarta dell'autunno 1820, la quinta dell'ottobre 1821): differenze minime, a dir il vero, dal momento che tutte e cinque sono nella medesima tonalità d'impianto di re bemolle, con lo stesso accompagnamen¬to alla tastiera e l'analogo incedere del tracciato melodico. A raffrontare tra loro le varie versioni si ha l'impressione che Schubert abbia sempre avuto in mente la medesima idea ma che, nel darne la resa sonora agli amici, più che a un testo scritto si sia rifatto in ogni circostanza ad immagini della memoria dai profili a volte indistinti. Nell'opera liederistica schubertiana l'incipit melodico aveva già informato, un anno prima, Daphne am Bach D. 411 sui versi di Friedrich Stolberg ma in Die Forelle l'atmosfera tonale è differente e l'accompagnamento pianistico più ricco e coinvolgente. Sintomatica risulta la contrapposizione tra il clima sonoro delle prime due strofe, incorniciate dal ritornello, e quello della terza strofa, per la quale l'Einstein ha parlato «d'una scena teatrale con recitativo in tempo». Il passaggio al si bemolle minore apporta agitazione e angoscia all'incedere della linea vocale e, del pari, l'accompagnamento si tinge d'una immagine di turbamento e paura. Ma tutto si risolve in pochi istanti e l'emozione d'un momento lascia il passo all'ironia sorridente della conclusione, di nuovo nella tonalità di re bemolle. Non soltanto a Vienna Die Forelle divenne subito popolarissima e nel 1819, nella sosta dell'autore con l'amico Vogl a Steyr, il violoncellista dilettante Sylvester Paumgartner pregò Schubert di inserirne l'evocazione motivica in un lavoro cameristico: e fu il primo passo nella genesi del Quintetto in la maggiore D. 667 dell'autunno 1819.
Luigi Bellingardi
Sul finire del 1817 Schubert compose questo celeberrimo fra i suoi Lieder. E al successo immediato che il Lied riscosse nelle schubertiadì dobbiamo quattro copie manoscritte del Lied, l'ultima del 1821, contenente le 5 battute introduttive. Prima strofa: In un chiaro ruscello la trota capricciosa sfreccia come un dardo. lo assistevo dalla spiaggia e guardavo in tutta pace i guizzi dell'allegro pesciolino. Seconda strofa: Un pescatore con la canna stava sulla sponda e osservava a sangue freddo l'aggirarsi del pesciolino. Finché la trasparenza dell'acqua, pensai, non vien meno, egli non potrà prenderla all'amo. Terza strofa: Ma finalmente il birbante perse la pazienza. Egli intorbidò a bella posta il ruscello, e prima di quanto pensassi la sua canna si scosse, e il pesciolino vi rimase appeso. Ed io indignato rimirai la trota ingannata. Il fascino del pezzo consiste nella perfetta pittura d'ambiente: lo scorrere gorgogliante delle piccole onde su cui frizzante si distende la melodia. Ma alla terza strofa Schubert partecipa alla tragedia, e la forma metrica si muta per qualche battuta in scena drammatica, su cui tornerà a fluire alla chiusa l'immagine musicale del ruscello.
Gioacchino Lanza Tomasi
DIE
FORELLE |
LA TROTA |
In
einem Bächlein helle, Da schoss in froher Eil Die launische Forelle Vorüber wie ein Pfeil. Ich stand an dem Gestade Und sah in süsser Ruh Des muntern Fischeleins Bade Im klare Bächlein zu. |
In un limpido ruscelletto guizzava svelta e allegra la trota capricciosa, veloce come una freccia. Me ne stavo sulla riva assorto, a contemplare il bagno del lesto pesciolino, nel chiaro ruscelletto. |
Ein Fischer mit der Rute Wohl an dem Ufer stand, Und sah's mit kaltem Blute, Wie sich das Fischlein wand. Solang dem Wasser Helle, So dacht ich, nicht gebricht, So fängt er die Forelle Mit seiner Angel Nicht.< |
Un pescatore con la lenza arrivò sulla sponda, e freddamente guardò le evoluzioni del pesciolino. Finché non verrà meno la trasparenza dell'acqua, così pensavo, egli non riuscirà a catturare la trota con l'amo. |
Doch endlich ward dem Diebe Die Zeit zu lang. Er macht Das Bächlein tückisch trübe, Und eh ich es gedacht, |
Ma infine quel furfante si stancò di aspettare. Con perfidia intorbidò le acque, e prima che me ne accorgessi |
So zuckte seine Rute, Das Fischlein zappelt dran, Und ich mit regem Blute Sah die Betrog'ne an. |
tirò di scatto la sua lenza; il pesciolino vi si dibatteva, ed io, turbato rimasi a guardare la vittima ingannata. |
(Traduzione di Pietro Soresina) |