Von Heute auf Morgen (Dall'oggi al domani), op. 32

Opera in un atto

Musica: Arnold Schönberg (1874 - 1951)
Testo: Max Blonda (pseudonimo di Gertrud Kolisch Schönberg

Ruoli: Organico: 2 flauti (2 anche ottavino), 2 oboi (2 anche corno inglese), clarinetto piccolo, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti (2 anche controfagotto), 4 sassofoni, 2 corni, 2 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani, piatti, tamburo piccolo, tamburo grande, tam-tam, triangolo, tamburello, glockenspiel, xilofono, nacchere, flexaton, mandolino, chitarra, arpa, pianoforte, celesta, archi
Composizione: 25 ottobre 1928 - 1 gennaio 1929
Prima rappresentazione: Francoforte sul Meno, Frankfurter Opernhaus, 1 febbraio 1930
Edizione: Schott, Magonza, 1930
Sinossi

ATTO UNICO

È notte, una coppia sposata è appena rincasata. Marito e moglie hanno incontrato a una festa altre due persone, un'ex compagna di scuola della moglie e un celebre cantante. Il marito è completamente affascinato dalla donna appena conosciuta, diventata ora una creatura seducente e raffinata, e per questo motivo tratta la moglie in modo altezzoso e distaccato. La moglie, invece, rientra subito nei panni della casalinga e si dedica a sbrigare le normali incombenze quotidiane. Nel rievocare la serata il marito loda la bellezza e l'intelligenza dell'amica. Ciò induce a sua volta la moglie a rivelare al marito le avances e i commenti lusinghieri del tenore, un uomo dai modi complimentosi e affettati che però ha suscitato in lei la sensazione di essere ancora desiderabile. Quando la moglie nota la reazione ingelosita del marito, decide di impartirgli una bella lezione. Ella indossa di nascosto alcuni indumenti elegantissimi ed appariscenti che l'uomo non aveva mai visto, appartenenti alla sorella di lui e si trasforma nella 'donna d'oggi' evoluta e libera che il consorte tanto ammira. Il marito è così istantaneamente riconquistato. Ma la moglie non è intenzionata a dargliela vinta in tempi brevi.

Infatti la sorprendente trasformazione della donna non è solo esteriore, ma anche psicologica. La moglie è ora una donna illimitatamente capricciosa che vuole vivere nel lusso, bere champagne, avere un'infinità di amanti: il cantante sarà solo il primo di una lunga serie. Il marito deve danzare con lei, forse per l'ultima volta. Il frastuono sveglia il loro bambino, ma la moglie reagisce in modo egoista e freddo. Mostrandosi del tutto disinteressata a quanto avviene attorno a lei, costringe il marito ad accudire il piccolo. Quando stranamente, nel mezzo della notte, suona l'esattore del gas, la donna dichiara di aver speso in vestiti i soldi che il marito le aveva dato per pagare la bolletta. Se il servizio del gas verrà interrotto, essi dovranno trasferirsi in un albergo e si abitueranno a vivere in mezzo ai debiti. La moglie ha appena iniziato a fare le valigie quando per telefono si fa vivo il tenore per invitarla in un locale. La donna gli propone di continuare la bella serata tutti assieme, anche con il marito e l'amica, facendo capire velatamente di essere disponibile a uno scambio di coppie. Solo quando il marito, folle di gelosia, la accusa di aver distrutto la sua felicità, la moglie capisce di aver vinto definitivamente, ritorna la persona di sempre e i due si riconciliano davanti a un caffè fumante. Nel frattempo, stanchi di attendere, l'amica e il cantante vanno a trovarli a casa, ma presto capiscono che la loro presenza non è particolarmente gradita. Essi se ne vanno poco dopo, esprimendo la loro disapprovazione per le idee tradizionaliste e antiquate della coppia. Marito e moglie, mentre fanno colazione, concludono che il loro amore è di gran lunga superiore alla moda, che invece passa «dall'oggi al domani». Il bambino chiede ingenuamente ai genitori che cosa significhi essere «uomini moderni».

Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Composta tra il 1928 e il 1929, è la prima opera dodecafonica di Arnold Schönberg per il teatro musicale. Dopo le prove teatrali del periodo espressionista (Erwartung, 1909, Die glückliche Hand, 1910-1913) il musicista volle cimentarsi col genere delle commedie 'di attualità' di argomento comico, che includono anche canzoni e ballabili, il cui successo era stato decretato in Germania tra il 1920 e il 1930 grazie a Krenek, Hindemith e Weill. Schönberg lavorò alacremente a questa commedia per musica e rivide più volte il libretto approntato dalla seconda moglie Gertrud Kolisch, con lo psudonimo di Max Blonda. Egli rifiutò alcune offerte editoriali ed affrontò da solo le spese per la pubblicazione della partitura con la speranza di ricavarne notevoli guadagni. Von heute auf morgen è invece rimasta una delle opere meno conosciute del musicista.

Questo lavoro, incentrato sul rapporto tra interiorità ed esteriorità, apparenza e sostanza, si ispira forse alla vita coniugale del compositore austriaco Franz Schreker, contemporaneo di Schönberg. Qualche elemento del libretto può essere ricondotto all'Intermezzo di Richard Strauss (1924), anch'esso incentrato su problematiche di coppia. Inoltre già nelle Drei satiren op. 28 il compositore aveva ironizzato sull'irresponsabilità del modernismo in voga nella produzione musicale colta, in particolare sul neoclassicismo di Stravinskij: questa sua opera comica critica lo stesso atteggiamento nella vita. Nel gennaio 1926 i coniugi Schönberg si erano trasferiti da Vienna a Berlino, dove Arnold era stato chiamato all'Accademia delle Arti come insegnante di composizione e successore di Busoni. Von heute auf morgen rivela l'influsso degli ambienti intellettuali dell'avanguardia berlinese, orientati nella vita quotidiana a comportamenti disinibiti e trasgressivi, in campo artistico a un teatro di costume, antiborghese, parodistico. Nella partitura di questa commedia, scritta nello stesso periodo in cui il musicista redigeva il libretto di Moses und Aron, Schönberg applicò con radicalità il linguaggio da lui inventato, ossia il «Metodo di composizione con dodici note in rapporto soltanto l'una con l'altra». Tuttavia il compositore volle assecondare le esigenze di leggerezza legate al genere comico: pertanto nelle sue trasformazioni contrappuntistiche la serie dodecafonica assume configurazioni accordali paratonali, ritmi e melodie dal profilo lineare, simulacri di forme chiuse intercalate da ariosi e recitativi, parodie di musiche di consumo come il valzer e il jazz, colori strumentali molto vari (l'orchestra include chitarra, mandolino, pianoforte e flexaton). L'intento, comico ma anche morale, della vicenda si coglie bene nelle parole che il compositore rivolse per lettera al giovane direttore Hans Wilhelm Steinberg poco prima della prima rappresentazione, avvenuta a Francoforte il 1 febbraio 1930: «Il tono deve essere sempre assolutamente leggero. Ma si dovrà poter sentire che dietro la semplicità di questi fatti si nasconde qualcosa: che sotto l'aspetto di banali figure e di eventi quotidiani si vuole mostrare come, al di là e fuori di questo semplice episodio coniugale, la scoperta modernità e ciò che è alla moda durano soltanto "dall'oggi al domani", in modo malsicuro, alla giornata, nel matrimonio come anche, e non meno, nell'arte, nella politica e nelle concezioni della vita».

Maria Giovanna Miggiani

Appendice: Arnold Schönberg a proposito di Von heute auf morgen

I

Von heute auf morgen vuole essere un'opera gaia e leggera: mostra soltanto che cosa succede dall'oggi al domani, non vale più a lungo, non perdura più a lungo. Ma se il «che cosa» della vicenda fosse pesante, il «come» della rappresentazione deve essere leggero: una storia quotidiana, quasi banale; soltanto chi ne ha voglia deve accettare il suo senso più profondo.

Si mostra che sarebbe preoccupante far vacillare le fondamenta per amore della moda.

Mostra persone che sono così stupide da trasformare in realtà quelle leggi di cui si vanta soltanto la moda; persone che mettono in pericolo la felicità coniugale senza sospettare che magari la moda, accontentandosi dell'apparenza esteriore, al prossimo mutamento magnificherà di nuovo questa felicità.

Se oltre a questo significato a portata di mano, si guarda anche al doppio senso dei tanti giochi di parole, si indovinerà facilmente su quali altri ambiti sarebbe meglio riflettere.

La veste di questi pensieri viene resa visibile come segue.

La coppia torna a casa da un ricevimento e il marito spasima «ancora una volta» per una donna elegante, molto alla moda. La moglie, persona sin troppo casalinga, sentendosi pungolata e minacciata nella sua felicità, gli mostra che «ogni donna sa essere tutt'e due le cose», usando gli abiti di una ballerina, prendendo l'atteggiamento da «donna di mondo» e recitando la parte della monella, conformandosi a tale concezione della vita. Così, incanta il marito, che inizialmente prende sul serio questo gioco, ma infine è spinto a desiderare che ella ritorni «com'era prima». Quasi riappacificati, devono superare però ancora una prova, gli attacchi delle «persone di oggi»: la «donna incantevolmente vivace» e il «celebre tenore», che cerca di conquistare la donna, entrano in scena e applicano le arti seduttive del moderno profluvio di concezioni esistenziali. Invano: infatti quando devono andarsene, senza aver ottenuto nulla, il marito stesso non li trova «già più tanto moderni».

II

Solo un'esigua minoranza di persone si fa un'idea di come sarebbe nella realtà ciò che in forma di slogan è sulla bocca di tutti. Capita come a quel riservista austriaco sul quale, all'inizio della guerra, si raccontava questo aneddoto: entusiasta di lasciare la scrivania e correre al fronte, finì con il suo reparto nei pressi di una foresta dalla quale sparavano soldati russi accampati tra gli alberi. Terrorizzato, urlò verso di loro: «Che cosa fate! Come vi salta in mente di sparare! Non vedete che c'è gente? Potrebbe avvenire una tragedia immane!».

Si era immaginato la guerra come un'esercitazione da campo!

Era entusiasta perché non aveva alcuna idea della realtà!

Quanta malvagità non accadrebbe nella vita, nella politica, nell'arte, nelle faccende private se ognuno avesse un'idea dell'effetto, se per esempio il politico si immaginasse coloro che raccomanda di colpire a morte, se il capo vedesse l'effetto di un licenziamento, l'impiegato le conseguenze di un'omissione.

Per quanto siano innocui al confronto gli slogan della moda, per quanto sia irrilevante immaginarsi l'aspetto che si avrebbe con una cravatta grande o piccola, con pantaloni stretti o larghi, con capelli o vestiti lunghi o corti - perché si è ricoperti dalla moda e quella successiva afferma qualcosa di diverso ancora -, è comunque preoccupante che gli slogan di moda investano i fondamenti della vita privata, il rapporto tra i sessi, il matrimonio: infatti, la moda successiva afferma qualcosa di diverso ancora.

E qui non aiuta essere protetti dagli altri, perché quando vengono distrutte le basi fondamentali, al massimo si può ricostruire qualcosa di superficiale.

Eppure ci sono folli senza fantasia, senza capacità d'immaginazione, che decidono di distruggere un'esistenza felice con la stessa leggerezza con cui scelgono una cravatta più grande, un pantalone più largo, capelli o vestiti più lunghi o più corti.

Nessun borghese o piccolo borghese può sottrarsi facilmente ai dettami della moda. Si può perdonargli che diventi, quando questa lo impone, pacifista o eroe di guerra, decadente o moralista, maledetto o morigerato: per fare diversamente è necessario più coraggio di quel che si può chiedere all'uomo medio.

Tuttavia, i deboli vanno incoraggiati, forse qualcuno si accontenta soltanto di ripetere le frasi che fanno tanto moderno! E forse potrà avere il coraggio di restare nei limiti nella decenza.

Forse non è necessario diventare meschini soltanto perché lo fanno gli altri. Forse gli altri lo fanno soltanto per finta!

Il libretto dell'opera Von heute auf morgen vuole stimolare tali percorsi del pensiero. Quest'ordine di riflessioni è il suo scopo, nonostante la forma deliberatamente leggera e poco appariscente in cui è calata l'intera vicenda.

Nelle indicazioni seguenti sul contenuto si attira l'attenzione su alcuni momenti non percepibili in una trasmissione radiofonica, cioè su determinate azioni dei personaggi e alcuni effetti scenici soltanto visivi. [...]

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Il comico poco si addice a questi viennesi. Non intrattengono rapporti frequenti col genere, pur così familiare alle loro città. Preferiscono la deformazione grottesca, delirante alla leggerezza della commedia, Karl Kraus agli Strauss o ad Offenbach.

Con Von Heute auf Morgen op. 32, Schönberg ritorna al teatro musicale quindici anni dopo Die glückliche Hand ed applica per la prima volta la tecnica dodecafonica in un lavoro scenico. Il libretto è scritto dalla seconda moglie Gertrud Kolisch, che per l'occasione si firma, con scelta da rotocalco rosa, Max Blonda. Il debutto ha luogo a Francoforte, il primo febbraio 1930 (prima italiana a Napoli, nel 1953, per la direzione di Hermann Scherchen, protagonista Lydia Styx).

Nello stesso periodo il compositore avviava l'impresa incompiuta del Moses und Aron: non è agevole trovare una mediazione tra i due soggetti. Ma con questa operina in un atto, il maestro prevedeva favorevoli esiti commerciali, al punto di non voler cedere, in un primo momento, i diritti all'editore, che poi li ottenne.

Non una satira brechtiana, neppure il gioco amatissimo di Musil, o brillante di Lubitsch; piuttosto il tentativo di cimentarsi con il teatro di costume, in un parodistico kammerspiel che non sarebbe stato senza eredi nel teatro musicale contemporaneo.

Così, il 18 aprile 1929, l'autore scrive a Heinrich Jalowetz, spiegandogli il lavoro e proponendo l'allestimento dell'opera già completata per il teatro di Colonia:

«È un'opera tra l'ameno e il faceto, e in alcuni punti ha anche del comico (o almeno lo spero); niente di grottesco, scurrile, di politico o di religioso. La musica è brutta come sempre nelle mie composizioni (die Musik ist so schlecht wie so immer bei mir), cioè corrisponde alla mia disposizione spirituale e artistica. Ma è anche adeguata al soggetto, e quindi presenta continuamente delle forme chiuse, separate e legate da recitativi chiaramente comprensibili (naturalmente non tonali), che non hanno carattere melodico».

Arie, duetti, recitativi, canto, canto eroico e Sprechgesang, si succedono come il ricorso (dominante) alla serie e alle sue trasformazioni, al jazz, al tango, alla citazione wagneriana, inevitabile per il tenore, sperduta tra cabaret e bel canto: gioco di frammentazione e straniamento, condotto sino alla soglia consentita a Schönberg dalla propria moralità.

«Tentò di scrivere una commedia musicale, pensando di raggiungere il successo con un'opera leggera, facile, a tutta prima disinvolta - riferendosi d'altronde piuttosto alle ricette della farsa tradizionale che alla critica sarcastica di Brecht. Mirava a un'operetta satirica, nel genere di Neues vom Tage, ma non ha prodotto che un'opera la cui pedanteria distrugge la giocosità musicalmente e teatralmente desueta».

Boulez arresta la critica al risultato, parla di "passo falso", ma non risale alle intenzioni: è forse la tecnica dodecafonica incompatibile con la comicità? O è la genericità del libretto a non premiare una scrittura che riconosciamo figlia legittima del suo autore? Ma quanti mediocri libretti hanno generato melodrammi fortunati...

Una coppia che si pretende moderna - una donna e un uomo, senza nomi propri, tipi più che autentici caratteri - vive, per una notte, il desiderio di evadere dalla quotidianità matrimoniale, sfruttando la compiacenza di due comprimari, un'amica e un cantante (naturalmente un tenore).

«Mamma, cosa sono gli uomini moderni?», chiede infine il bambino, anche petulante, la mattina dopo, durante il rituale Frühstück, di cui la famigliola riscopre il gusto.

Fatale ricordare battute di altri bambini "viennesi": «Du, deine Mutter ist tot».

La domandina, sagacemente privata di risposta e lasciata navigare in un limbo armonico e timbrico, segue la pagina di maggiore efficacia icastica, il quartetto dove ognuno procede per la propria direzione di marcia: concertato tutt'altro che concentrico, centrifugo momento di incontro/scontro tra i protagonisti, luogo dove si esalta la via d'uscita inventata da Schönberg di fronte al libretto della consorte: la musica va altrove rispetto all'azione e, soprattutto, a ciò che si dice. Come se alla sua motilità ritmica, che spezza e rilancia la vicenda interiore, al suo divagare tra colori lividi e timbri appuntiti, tra veloci passaggi di nuvolaglie liriche, fosse affidato il compito di esprimere l'inconscio di una coppia che dice altre cose da quelle che pensa e fa. Von Heute auf Morgen non è un'opera comica, tranne che "in alcuni punti". Ma vicenda di nevrosi, di passioni raccontate da un'orchestra davvero anomala nel proprio organico, che ospita - e soprattutto fa sentire - mandolino, chitarra, banjo, due sassofoni, flexatone (una sottile lamina d'acciaio fissata a una piccola lista di legno), celesta, piano.

Il comico consentito è Schönberg.

Sandro Cappelletto


(1) Testo tratto dal programma di sala della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia,
Venezia, Teatro La Fenice, 12 dicembre 2008
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 10 ottobre 1994


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Ultimo aggiornamento 20 giugno 2015