Chansons madécasses (Canzoni malgasce)

Versione per soprano e tre strumenti

Testo delle parti vocali (nota 1)

NAHANDOVE
Nahandove, ô belle Nahandove! L'oiseau nocturne a commecé ses cris, la pleine lune brille sur ma tête, et la rosée naissante humecte mes cheveux. Voici l'heure qui peut t'arrêter, Nahandove, ô belle Nahandove!
Le lit de feuilles est préparé; je l'ai parsemé de fleurs et d'herbes odoriférantes; il est digne de tes charmes, Nahandove, ô belle Nahandove!
Elle vient. J'ai reconnu la respiration précipitée que donne une marche rapide; j'entends le froissement de la pagne qui t'enveloppe, c'est elle, c'est Nahandove, la belle Nahandove!
Reprends haleine, ma jeune amie; repose-toi sur mes genoux.
Que ton regard est enchanteur! Que le mouvement de ton sein est vif et délicieux sous la main qui te presse! Tu souris, Nahandove, ô belle Nahandove!
Tes baisers pénètrent jusq'à l'âme; tes caresses brûlent tous mes sens; arrête, ou je vais mourir. Meurt-on de volupté, Nahandove, ô belle Nahandove!
Le plaisir passe comme un éclair. Ta douce haleine s'affoiblit, tes yeux humides se referment, ta tête se penche mollement, et tes transports s'éteignent dans la langueur. Jamais tu ne fus si belle, Nahandove, ô belle Nahandove!
Que le sommeil est délicieux dans les bras d'une maitresse: moins délicieux pourtant que le réveil. Tu pars, et je vais languir dans les regrets et les désirs. Je languirai jusqu'au soir. Tu reviendras ce soir, Nahandove, ô belle Nahandove!
Nahandove, o bella Nahandove! L'uccello notturno ha cominciato le sue grida, la luna piena brilla sul mio capo, e la rugiada nascente mi bagna, i capelli. Ecco l'ora che può fermarti, Nahandove, o bella Nahandove!
Il letto di foglie è pronto; l'ho coperto di fiori e d'erbe odorose; è degno delle tue grazie, Nahandove, o bella Nahandove!
Ella viene. Ho riconosciuto il respiro precipitoso che dà il passo rapido; sento il fruscio del cinto che t'avvolge, è lei, è Nahandove, la bella Nahandove!
Riprendi fiato, mia giovane amica; riposati sui miei ginocchi.
Com'è incantevole il tuo sguardo! Com'è vivo e delizioso il movimento del tuo seno sotto la mano che ti tocca! Tu sorridi, Nahandove, o bella Nahandove!
I tuoi baci penetrano fino all'anima; le tue carezze bruciano tutti i miei sensi: fermati, o muoio. Di voluttà si muore, Nahandove, o bella Nahandove!
Il piacere passa come un lampo. La tua dolce lena s'indebolisce, i tuoi occhi umidi si richiudono, la tua testa si piega mollemente, e i tuoi trasporti si spengono nel languore. Mai fosti così bella, Nahandove, o bella Nahandove!
Com'è delizioso il sonno fra le braccia di un'amante: pure meno delizioso del risveglio. Tu parti, ed io prendo a languire nei rimpianti e nei desideri. Languirò fino a sera. Ritornerai stasera, Nahandove, o bella Nahandove!
AOUA!
Méfiez-vous des blancs, habitants du rivage. Du tems de nos pères, des blancs descendirent dans cette île. On leur dit: Voilà des terres, que vos femmes les cultivent; soyez justes, soyez bons et devenez nos frères.
Les blancs promirent, et cependant ils faisaient des retranchements. Un fort menaçant s'éleva; le tonnerre fut renfermé dans des bouches d'airain; leurs prêtres voulurent nous donner un Dieu que nous ne connoissons pas; ils parlèrent enfin d'obéissance et d'esclavage. Plutôt la mort! Le carnage fut long et terrible; mais malgré la foudre qu'ils vomissoient, et qui écrasoit des armées entières, ils furent tous exterminés. Méfiez-vous des blancs.
Nous avons vu de nouveaux tyrans, plus forts et plus nombreux planter leur pavillon sur le rivage. Le ciel a combattu pour nous. Il a fait tomber sur eux les pluies, les tempêtes et les vents empoisonnés. Il ne sont plus, et nous vivons, et nous vivons libres. Méfiez-vous des blancs, habitants du rivage.
Guardatevi dai bianchi, abitanti della riva. Al tempo dei nostri padri, scesero in quest'isola dei bianchi. Gli si disse: Ecco alcune terre, che le vostre donne le coltivino; siate giusti, siate buoni, e diventate fratelli nostri.
I bianchi promisero, e tuttavia facevano trinceramenti. Un forte minaccioso si eresse; il tuono fu rinchiuso in bocche di bronzo; i loro preti vollero darci un Dio che non conosciamo; essi parlarono infine d'obbedienza e di schiavitù. Piuttosto la morte! La strage fu lunga e terribile: ma malgrado la folgore che vomitavano, e che schiacciava intere armate, furono tutti sterminati. Guardatevi dai bianchi.
Abbiamo visto tiranni nuovi, più forti e più numerosi, piantare il loro padiglione sulla riva. Il cielo ha combattuto per noi. Ha fatto cadere su loro le piogge, le tempeste e i venti impestati. Essi non sono più, e noi viviamo, viviamo liberi. Guardatevi dai bianchi, abitanti della riva.
IL EST DOUX...
Il est doux de se coucher, durante la chaleur, sous un arbre touffu, et d'attendre que le vent du soir amène la fraîcheur.
Femmes, approchez. Tandis que je me repose ici sous un arbre touffu, occupez mon oreille par vos accens prolongés. Répètez la chanson de la jeune fille, lorsque ses doigts tressent la natte, ou lorsqu'assise auprès du riz, elle chasse les oiseaux avides.
Le chant plaît à mon âme. La danse est pour moi presque aussi douce qu'un baiser. Que vos pas soient lents; qu'ils imitent les attitudes du plaisir et l'abandon de la volupté.
Le vent du soir se lève; la lune commence à briller au travers des arbres de la montagne. Allez, et préparez le repas.
È dolce stendersi, durando il caldo, sotto un albero frondoso, ed aspettare che il vento della sera porti la frescura.
Donne, avvicinatevi. Mentre mi riposo qui sotto un albero frondoso, occupate il mio orecchio con i vostri accenti prolungati. Ripetete la canzone della fanciulla, quando le sue dita intrecciano la stuoia, e quando seduta presso il riso caccia gli avidi uccelli.
Il canto piace all'anima mia. La danza è per me dolce quasi come un bacio. Che i vostri passi siano lenti; ch'essi imitino gli atteggiamenti del piacere o l'abbandono della voluttà.
Il vento della sera si leva; la luna comincia a brillare attraversa gli alberi della montagna. Andate, e preparate la cena.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 8 novembre 1996


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Ultimo aggiornamento 18 maggio 2012