Quartetto per archi n. 4, op. 22


Musica: Paul Hindemith (1895 - 1963)
  1. Fugato. Sehr langsame Viertel
  2. Schnelle Achtel. Sehr energisch. Presto
  3. Ruhige Viertel. Stets fließend
  4. Mäßig schnelle Viertel
  5. Rondo. Gemächlich und mit Grazie
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: 25 novembre - 25 dicembre 1921
Prima esecuzione: Donaueschingen, Stadttheater, 4 novembre 1922
Guida all'ascolto (nota 1)

Forte personalità di compositore, Hindemith si formò e studiò nell'ambiente musicale di Francoforte, diplomandosi in composizione nel 1915; all'Opera della stessa città trovò la sua prima occupazione in qualità di violino di spalla e poi di direttore d'orchestra, svolgendo dal 1921 attività di violista in un Quartetto da lui fondato e successivamente ammirato in tutta Europa. Sono di quegli anni, precisamente dal 1919 in poi, alcuni suoi lavori significativi in campo teatrale, sinfonico e strumentale, affiancati ad un'intensa collaborazione organizzativa al Festival musicale di Donaueschingen, trasferito in seguito a Baden-Baden e dal 1930 a Berlino. Nel 1927 venne nominato professore di composizione alla Musikhochschule berlinese, cattedra d'insegnamento conservata per dieci anni, nonostante le diffidenze e i contrasti di carattere politico che avrebbero costretto il musicista ad espatriare per continuare in Turchia, negli Stati Uniti, in Canada e nel Messico l'attività di compositore, di teorico e didatta, di violista e di direttore d'orchestra sempre più ammirato. Eletta a proprio domicilio la Svizzera dal 1938 e trasferitosi in America allo scoppio della seconda guerra mondiale, Hindemith prese nel 1940 la cittadinanza statunitense. Durante il conflitto insegnò all'Università di Yale, oltre che nei corsi estivi a Tanglewood e all'Accademia Berkshire di Stockbridge. Nel 1946 pubblicò un sostanzioso trattato di armonia a New York (Elementary Training for Musicians) e nel biennio 1948-49 fu docente alla Harvard University e di qui nel 1951 passò in Svizzera, occupando una cattedra di composizione all'Università di Zurigo. Nell'ultimo decennio di vita ottenne il Premio Sibelius, conferitogli dal presidente finlandese a Helsinki nel 1955, il dottorato honoris causa della Libera Università di Berlino e il Premio Balzan, riconosciutogli sette mesi prima che morisse.

Hindemith compositore è passato attraverso varie esperienze linguistico-estetiche e culturali maturate nella Germania a cavallo della prima guerra mondiale, come l'espressionismo, la "Gebrauchmusik", la cosiddetta musica d'uso a sfondo pedagogico didattico con venature sociologiche e politiche, la "Neue Sachlichkeit", la nuova obiettività intesa come neo-classicismo nella riaffermazione di un tipo di musica solidamente costruita sul contrappunto e sulle chiare e antiche geometrie armoniche e ritmiche. Egli ha percorso con forte determinazione e indefesso lavoro una strada difficile, raggiungendo spesso risultati di notevole valore creativo: basti pensare alle opere Cardillac e Mathis der Maler, e in un certo senso anche a Sancta Susanna, senza trascurare la filosofica costruzione dell'Harmonie der Welt, e alle sette Kammermusiken nello stile concertante per organici strumentali molto variabili e a pagine sinfoniche di organico diverso fra di loro.

Il Terzo Quartetto per archi op. 22, [in realtà è il Quarto Quartetto, n.d.r.] composto nel 1922 e perciò precedente al periodo del neo-classicismo hindemithiano, rappresenta la sintesi degli ideali artistici ed espressivi del giovane Hindemith, proiettato costantemente alla ricerca di un rigore formale e di un definito assetto compositivo che troverà la sua prima chiara espressione nel ciclo di Lieder Das Marienleben op. 27 per voce e pianoforte.

Il quartetto si compone di cinque movimenti. Il primo, "Fugato. Sehr langsame Viertel", è in forma A-B-A + Coda. Il tema è affidato al primo violino che lo enuncia da solo in pianissimo, al quale risponde la viola in distanza di nona inferiore. L'entrata contemporanea del violoncello alla seconda minore e del secondo violino conferisce al discorso armonico una maggiore tensione, resa evidente da un accelerando progressivo e da una prevalenza di sonorità in fortissimo. Nella ripresa il tema del fugato viene riproposto con l'accompagnamento del violoncello in pizzicato ed arricchito dal contrappunto della viola e del secondo violino.

Il secondo tempo, "Schnelle Achtel. Sehr energisch", è costruito sulla ripetizione a differente distanza di una cellula tematica formata da cinque crome ribattute dai quattro strumenti, intercalata da fraseggi sempre più rapidi e nervosi. L'episodio centrale si contrappone al precedente per il diverso carattere del discorso musicale: il primo violino intona una melodia graziosamente fluida ripresa dal violoncello con l'accompagnamento del secondo violino e della viola, in un contesto armonico basato sull'intervallo di quinta. La riesposizione del tema è anticipata da un accelerando di notevole energia ritmica che prelude a sonorità potenti e marcate, con la viola "arrampicata" sulla tessitura acuta mentre il violoncello suona sulla quarta corda, la più grave. Tredici misure di "Presto" concludono questo secondo movimento, siglato dall'ultima armonia di do diesis maggiore intonata dai quattro strumenti "al tallone".

Il terzo tempo, "Ruhige Viertel. Stets fliessend", ha un carattere tranquillo e scorrevole: il secondo violino intona per primo il tema, basato sulla combinazione di un salto di quarta con uno di ottava, ripreso subito dall'altro violino e dalla viola. Il fraseggio iniziale viene sviluppato e trattato contrappuntisticamente attraverso imitazioni sostenute da armonie di terze. La ripresa è arricchita da sonorità più corpose e vibranti, sino ad estinguersi in un diminuendo lento ma costante dove l'autore segna addirittura 4p (pppp).

Il successivo movimento, "Mässig schnelle Viertel", raggiunge livelli di alto virtuosismo tecnico, in particolar modo per il violoncello, che qui assume il ruolo di guida ritmico-tematica e coinvolge i due violini e la viola in un fitto e compatto gioco contrappuntistico.

Il quinto ed ultimo movimento, "Rondo. Gemächlich und mit Grazie", si articola su due temi ben distinti fra loro. Il primo, affidato all'inizio alla viola, è accompagnato a mo' di controsoggetto di fuga dal violoncello con una parte "B", in contrasto con la parte principale definita come parte "A". Il secondo tema è affidato al primo violino che lo sviluppa sotto forma di ripetizioni variate a differenti distanze e con diverso carattere. La parte finale ci ripropone il tema "A" sempre contrappuntato dal violoncello sino alla netta e perentoria affermazione della tonalità di fa diesis maggiore a suggellare la fine di questa complessa ed importante composizione della letteratura quartettistica del '900.

Ennio Melchiorre


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 13 novembre 1992


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Ultimo aggiornamento 12 dicembre 2013