Questo poema sinfonico, composto nel 1876, è ispirato alla poesia omonima di Leconte de Lisle e costituisce, dice M. Emmanuel. uu diretto omaggio dell'autore a Liszt, le cui opere similari erano molto ammirate da Franck, «Il poema si svoige sn tre temi essenziali di cui i primi due, a intervalli serrati, segnano l'installazione definitiva dell'autore nel cromalismo che gli è proprio».
Diamo per quanto è possibile un piccolo sunto della lunga ed immaginosa poesia di Leconte de Lisle.
«O vergini figlìe d'Eolo, tutta la natura si veglia alle vostre canzoni; ritornate voi dalle verdi canne dell'Eurota? ritornate dalla Jonia o dal verde Imetto dal miele dorato? O fresche messaggere, voi cantavate presso le culle degli dei: l'Ilisso ha bagnato le piume delle vostre ali. Ninfe dai piedi alati, avete poi seguito la strada ove Alfeo cerca Aretusa; avete sospirato sulle labbra di Teocrito ; avete fatto dono al pastore solitario dell'agognalo riposo all'ombra degli alberi; agitavate il salice dove sorrise Galatea; cullaste Dafni nella grotta delle ninfe; cantavate d'amore alle vergini dai corpi d'alabastro care agli uomini e agli dei. Aprite voi sempre le ali, Eolidi antiche, nelle vallette dell'Ellade, nei campi italici, nelle isole d'azzurro bagnate dalle onde d'argento dorato? Sorridete sempre al paese del Sole? Oh, venite ancora a noi, versateci, passando, con le vostre urne d'oro, il riposo e l'amore, la grazia e l'armonia!»