Concerto in re minore per violino e orchestra, op. 14


Musica: Gabriel Fauré (1845 - 1924)
  1. Allegro
  2. Andante
Organico: violino solista, orchestra
Composizione: 1878 - 1879
Edizione: inedito

Incompiuto, il secondo movimento è andato distrutto
Guida all'ascolto (nota 1)

Chiarezza ed eleganza di linguaggio, purezza e sobrietà della forma, delicatezza e discrezione dei sentimenti, fantasia essenzialmente elegiaca e gusto per l'intimità dell'emozione sono i tratti salienti della musica di Fauré, considerato il più importante e autorevole compositore della Francia post-romantica e pre-impressionista. Maestro di molti talenti musicali che lasciarono un segno della loro personalità, da Florent Schmitt ad Enescu, da Roger-Ducasse a Casella, lo schivo e riservato Fauré si schierò con Debussy, che ammirava ma non amava per diversità di carattere, e con lo stesso Ravel tra gli innovatori dell'arte musicale francese, suscitando le vivaci reazioni dei conservatori capeggiati da Théodore Dubois succeduto ad Ambroise Thomas nella direzione del Conservatorio di Parigi. Quando nel 1905 fu chiamato ad occupare il posto di direttore del famoso Conservatoire tenuto dai suoi avversari, Fauré cercò di svecchiare i programmi di studio e mise in atto una serie di provvedimenti riformatori destinati a dare agli allievi una educazione musicale di livello superiore; ciò gli valse il soprannome di Robespierre, che in fondo non si addiceva perfettamente alla natura raffinata e crepuscolare di questo creatore di squisite e nobili melodie, che si distinguono per la purezza e la delicatezza dell'invenzione armonica. La sua opera, che non ha nulla di rivoluzionario come quella di Debussy, perché non ha creato un nuovo stile musicale, si estende in un arco di tempo di oltre cinquant'anni (1870-1922) e risente di una evoluzione continua e costante che raggiunge soprattutto nella musica pianistica, in quella da camera e nel fascinoso linguaggio melodico del Requiem le testimonianze più alte della genialità della sua ispirazione.

">Concerto per violino e orchestra, scritto nel 1879, è in un solo movimento e viene classificato come un'opera incompleta. Formalmente esso risponde allo schema del concerto (esposizione-sviluppo-ripresa), ma contiene tre temi, di cui i primi due sono proposti nell'introduzione orchestrale e il terzo poco prima dello sviluppo. Il primo tema è un unisono degli archi, sorretto dalle armonie dei fiati; il secondo ha un tono più dolce e tranquillo; il terzo ha un andamento più disteso e cantabile. Dopo l'introduzione il violino solista attacca con una cadenza e quindi riespone il primo tema, arricchendolo con variazioni di gusto ornamentale. Il secondo tema viene ripreso dai legni e sviluppato dal solista: tocca poi alle viole, ai violoncelli e ai contrabbassi completarlo in tutto l'arco espressivo. Il terzo tema viene intonato dal solista e si adatta perfettamente alla natura dello strumento. Nello sviluppo si riascoltano i tre temi, giocati fra il tremolo degli archi, lo staccato dei fiati e le figurazioni virtuosistiche del violino. Dopo un passaggio perentorio del solista eccoci alla ripresa, in cui si ascoltano gli stessi episodi dell'esposizione fino a giungere ad una coda di particolare brillantezza sonora. A titolo di informazione va ricordato che il merito della scoperta di questa partitura di Fauré va al violinista Rodolfo Bonucci, che la esegue oggi all'Auditorio per la stagione dei concerti dell'Accademia di Santa Cecilia.

Inoltre Pietro Spada, che ha curato la pubblicazione del Concerto di Fauré, ha scritto la seguente nota in calce alla partitura: «II presente Allegro per violino ed orchestra è quanto rimane, allo stato delle conoscenze attuali, del "Concerto" per violino ed orchestra di Gabriel Fauré. Quest'opera ebbe una lenta gestazione: l'"Andante", infatti, fu eseguito il 20 dicembre 1878 alla Société Nationale de Musique in Parigi dal violinista Ovide Musin con Andre Messager al pianoforte. L'"Allegro", qui pubblicato, fu scritto nell'estate 1879 ed interpretato il 12 Aprile 1880 sempre da Ovide Musin, assieme all'"Andante", alla Société Nationale con l'Orchestra diretta da Eduard Colonne. Il "Finale" pare non sia stato mai terminato, e l'"Andante", distrutto dallo stesso Fauré, fu poi pubblicato come Andante in si bemolle maggiore op. 75. Benché ovviamente si tratti di un frammento, il presente "Allegro" tuttavia, quasi un Konzertstück, è brano validissimo, capace anche, a parte il suo dubbio valore storico, di una vita concertistica moderna».


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 8 marzo 1987


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Ultimo aggiornamento 30 gennaio 2013