Andante in si bemolle maggiore per violino e pianoforte, op. 75


Musica: Gabriel Fauré (1845 - 1924)
Organico: violino, pianoforte
Composizione: 1897
Prima esecuzione: Parigi, Société Nationale de Musique, 22 gennaio 1898
Edizione: Hamelle, Parigi, 1897
Dedica: Johannès Wolff
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Chiarezza ed eleganza di linguaggio, purezza e sobrietà della forma, delicatezza e discrezione dei sentimenti, fantasia essenzialmente elegiaca e gusto per l'intimità dell'emozione sono i tratti salienti della musica di Fauré, considerato il più importante e autorevole compositore della Francia post-romantica e pre-impressionista. Maestro di molti talenti musicali che lasciarono un segno della loro personalità, da Florent Schmitt ad Enescu, da Roger-Ducasse a Casella, lo schivo e riservato Fauré si schierò con Debussy, che ammirava ma non amava per diversità di carattere, e con lo stesso Ravel tra gli innovatori dell'arte musicale francese, suscitando le vivaci reazioni dei conservatori capeggiati da Théodore Dubois succeduto ad Ambroise Thomas nella direzione del Conservatorio di Parigi. Quando nel 1905 fu chiamato ad occupare il posto di direttore del famoso Conservatoire tenuto dai suoi avversari, Fauré cercò di svecchiare i programmi di studio e mise in atto uria serie di provvedimenti riformatori destinati a dare agli allievi una educazione musicale di livello superiore; ciò gli valse il soprannome di Robespierre, che in fondo non si addiceva perfettamente alla natura raffinata e crepuscolare di questo creatore di squisite e nobili melodie, che si distinguono per la purezza e la delicatezza dell'invenzione armonica. La sua opera, che non ha nulla di rivoluzionario come quella di Debussy, perché non ha creato un nuovo stile musicale, si estende in un arco di tempo di oltre cinquant'anni (1870-1922) e risente di una evoluzione continua e costante che raggiunge soprattutto nella musica pianistica, in quella da camera e nel fascinoso linguaggio melodico del Requiem le testimonianze più alte della genialità della sua ispirazione.

L'Andante in si bemolle maggiore doveva far parte originariamente del Concerto per violino e orchestra, scritto da Fauré nel 1879 e rimasto incompleto e circoscritto ad un solo tempo, l'Allegro. L'Andante venne eseguito il 20 dicembre 1878 alla Société Nationale de Musique a Parigi dal violinista Ovide Musin con André Messager al pianoforte e successivamente pubblicato come Andante in si bemolle maggiore op. 75. È una pagina di straordinaria eleganza formale e rispecchia la musicalità nobilmente schiva e leggermente aristocratica del compositore francese.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Una perla luminosa di eleganza troviamo nell'Andante in si bemolle maggiore op. 75, che rappresenta, diremmo perfettamente in nuce, la cifra stilistica del compositore. Dolcezza, fantasia elegiaca, gusto e intimità sono racchiuse nello scrigno espressivo di questa melodia infinita, che mai si posa, sospesa e sospinta dentro un canto vellutato che appare come leggero e soffiato dal violino, mentre il pianoforte fornisce un nobile quanto fluido movimento d'acqua su armonie iridescenti e traslucide. Questo perfetto congegno musicale rispecchia con pregnanza la nobile musicalità schiva e aristocratica dell'autore francese.

Marino Mora


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 13 novembre 1987 (1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al numero 343 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 5 agosto 2018