Fantasia bética


Musica: Manuel de Falla (1876 - 1946)
Organico: pianoforte
Composizione: 1919
Prima esecuzione: New York, 20 febbraio 1920
Edizione: J. & W. Chester, Londra, 1922
Dedica: Arthur Rubinstein
Guida all'ascolto (nota 1)

La Fantasia bética per pianoforte, così intitolata dal nome che gli antichi romani davano all'Andalusia, fu composta da Falla nel 1919, alla vigilia del suo trasferimento da Madrid a Granada ed è l'ultimo lavoro in cui il musicista espone con chiarezza i ritmi, le modulazioni e le cadenze del «cante jondo» popolare andaluso, prima di puntare ad un'arte più lineare e asciutta e non influenzata direttamente ed esclusivamente dai motivi della danza folclorica. Per Massimo Mila questa composizione, che è dedicata ad Arthur Rubinstein, «preannuncia, senza ancora attuarla, l'emigrazione interna del compositore dal folclore andaluso a quello castigliano. Cioè da un costume esuberante, sfarzoso, tripudiante nella ricchezza di colori, a un costume severo, assoggettato a una rigida disciplina di controllo interiore. Paesaggi solari l'uno e l'altro, l'Andalusia e la Castiglia; ma mentre il sole dell'Andalusia moltiplica i colori in un'orgia, quello della Castiglia li annienta nella fissità abbacinante dello screpolato e calcinato altipiano mancego». Nelle strutture modali e metriche la Fantasia bética riflette i caratteri della musica andalusa, in cui affiorano, secondo Roland-Manuel, elementi del canto liturgico, della musica araba e dei ràgas indù misteriosamente importati dai gitani. Ugualmente va sottolineato che il discorso tematico presente in questo lavoro, non privo di difficoltà tecniche, conduce ad un linguaggio intonato ad una disadorna schiettezza, pur ricoperto da un involucro di colorita vivacità formale. La Fantasia si articola in tre parti eseguite senza soluzione di continuità: un Intermezzo (Andantino, un poco rubato) è incastonato elegantemente tra un movimento veloce e una ripresa variata di intelligente fattura musicale.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 25 maggio 1984


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Ultimo aggiornamento 15 dicembre 2015