I tre frammenti di Rencesvals sono del 1946 e come tutte le opere di Dallapiccola hanno riferimenti indicativi di situazioni e di stati d'animo: dedicati al celebre duo di Francis Poulenc e Pierre Bernac («mes amis») essi portano «qualche cosa della tragica e recente esperienza» della guerra, come ha scritto lo stesso musicista. Sul testo della Chanson de Roland già nel 1932 Dallapiccola aveva scritto una Rapsodia per una voce e orchestra da camera: ora la ripresa dell'argomento, a riprova di una caratteristica insistenza di ben determinati filoni letterari nelle scelte del compositore, ha perso la facilità raveliana dell'opera giovanile e si è fatta più introversa e costruita. Siamo di fronte ad una delle prime opere dodecafoniche, dove però il mezzo tecnico e l'innato gusto arcaizzante di Dallapiccola sono magistralmente piegati in una netta vibrazione espressiva.
Leonardo Pinzauti
706-7 | |
Vers dulce France
chevalchet l'emperere. Li quens Rolland ad l'enseigne fermee En sum un tertre cuntre le ciel levee. Franc se herbergent par tute la cuntree. |
Verso la dolce Francia cavalca l'imperatore. (Intanto) il conte Orlando ha piantato la propria insegna: l'ha drizzata sopra una vetta di contro al cielo. Tutto intorno i Franchi si accampano per la contrada. |
710 | |
Paien chevalchent par cez greignurs valees, Haibercs vestuz e [bronies bien dublees], Healmes lacez e ceintes lur espees, Escuz as cols e lances adubees. |
(Intanto) i Pagani cavalcano per quelle grandi vallate, con indosso gli usberghi e le ben rinforzate casacche, cogli elmi in capo e le loro spade al fianco, cogli scudi al collo e colle lance adorne dei lor gonfaloni. |
715 | |
.1111. C. milie atendent l'ajurnee. Deus! quel dulur que li Franceis nel sevent! Tresvait le jur, la noit est aserie Carles se dort, li empereres riches. Sunjat qu'il eret al greignurs porz de Sizer, |
Son là quattrocentomila che
aspettano che spunti il giorno. Dio! che tristezza che i Francesi nol
sappiano! Il dì dilegua, è venuta la notte. Carlo, il potente imperatore, dorme. Sognò che si trovava al gran passo di Cisa: |
720 | |
Entre ses poinz teneit sa hanste fraisnine. Guenes li quens l'ad sur lui saisie. Par tei air l'at estrussee e brandie Qu'envers le cel en volent les escicles. Carles se dort, qu'il ne s'esveillet mie. |
teneva nelle sue mani la sua asta di frassino. Il conte Gano se n'è impadronito. L'ha brandita con tale impeto da spezzarla e da farne volare al cielo le scheggie. Carlo dorme; non si sveglia punto. |
1830 | |
Halt sunt li pui e tenebrus e grant, | Sono alti i monti, tenebrosi, grandi; |
1831 | |
Li val parfunt e les ewes curant. | profonde le vallate e rapinose le acque. |
814 | |
Halt sunt li pui e li vai tenebrus, | Sono alti i monti e tenebrose le valli, |
815 | |
Les roches bises, les destreiz merveillus. | cupe le rocce, paurose le gole. |
816 | |
Le jur passerent Franceis a grant dulur. | In gran tristezza passarono, quel giorno, i Francesi. |