Preludio e fuga in sol minore, BuxWV 150


Musica: Dietrich Buxtehude (1637-1709)
  1. Preludio
  2. Fuga 1
  3. Fuga 2
  4. Fuga 3
Organico: organo
Composizione: data sconosciuta
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1875 - 1876
Guida all'ascolto (nota 1)

Fra i nord-germanici, l'organista-compositore più geniale è Dietrich Buxtehude, uno dei veri precursori di G. S. Bach.

Bach fece, come è noto, un viaggio a Lubeeca (1705) per ascoltarlo, e chi conosce la musica dei due maestri si accorge che Bach non era solo tratto dalla virtuosità di Buxtehude: prodigioso assimilatore di musiche e stili diversi, egli ebbe uno dei maestri favoriti nel compositore delle Abendmusiken.

Nelle composizioni per organo del Buxtehude il fasto delle potenti sonorità e lo spiegamento della sapienza scolastica sono dominati da una fantasia immaginosa: vi troviamo elegante linea cantabile, impeti drammatici e libertà rara dì espressione; nell'ambiente un po' grigio della sua terra questo artista ci sorprende con aspetti di vivacità meridionale. Non per nulla egli era successore di Tunder, a sua volta discepolo di Frescobaldi.

L'odierno Preludio incomincia in maniera di toccata, con passi dì virtuosismo, a cui segue il preannunzio del tema della fuga (nel pedale). La fuga ha tre partì: la prima, tranquilla e severa, cede il posto, ancor prima di venire ad una completa elaborazione, ad un sommesso e caratteristico intermezzo; la terza parte ha un bel tema cantabile, dai ritmi slanciati, che viene svolto ampiamente con efficacia di episodi armonici, in progressione fonica sempre più robusta, sino a raggiungere, in un improvviso riaffacciarsi dì spunti della toccata, il massimo della sonorità.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Augusteo, 18 febbraio 1925

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Ultimo aggiornamento 11 ottobre 2017