Brahms non ancora ventenne crea già mirabili gioielli nel campo della liederistica. In questo campo, che si adornerà di oltre 250 liriche, è possibile trovare l'espressione più autentica della personalità di Brahms per il forte lirismo, la spontaneità dell'ispirazione, la freschezza della fantasia, l'intima e profonda passionalità.
Ach, wende (il 4° degli "Acht Lieder und Gesänge" op. 57 - 1871 - testi di F. Daumer) é improntato ad una grande varietà di effetti armonici, dal lento all'agitato al calmo. L'atmosfera è prima drammatica, poi dolorosa. La voce e il pianoforte procedono di pari passo e l'una con le parole e i sospiri, l'altro con i suoni e le pause, esprimono lo stesso stato d'animo. La melodia è semplice e toccante, senza introduzione.
Salvatore Caprì
ACH,
WENDE DIESEN BLICK Ach, wende diesen Blick, wende dies Angesicht! Das Innre mir mit ewig neuer Glut, mit ewig neuem Harm erfülle nicht! Wenn einmal die gequälte Seele ruht und mit so fieberischer Wilde nicht in meinen Adern rollt das heisse Blut, ein Strahl, ein flüchtiger, von deinem Licht, er wecket auf des Wehs gesamte Wut das schlangengleich mich in das Herze sticht. |
OH, VOLGI QUESTO SGUARDO Oh, volgi questo sguardo, volgi questo volto! L'intimo tuo con sempre nuovo rossore, con sempre nuovo affanno, a me non concederei Se una volta l'anima tormentata può riposare e con impeto così febbrile nelle mie vene non scorre il sangue ardente, un raggio, un raggio fugace della tua luce, risveglia tutta la furia del dolore, e punge il cuore, simile a serpe. |
(traduzione di Claudio Groff) |