Ach, wende diesen Blick (Ah, gira lo sguardo), op. 57 n. 4

lied per voce e pianoforte

Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
Testo: Georg Friedrich Daumer Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1871
Edizione: Rieter-Biedermann, Lipsia e Winterthur, 1871
Guida all'ascolto (nota 1)

Brahms non ancora ventenne crea già mirabili gioielli nel campo della liederistica. In questo campo, che si adornerà di oltre 250 liriche, è possibile trovare l'espressione più autentica della personalità di Brahms per il forte lirismo, la spontaneità dell'ispirazione, la freschezza della fantasia, l'intima e profonda passionalità.

Ach, wende (il 4° degli "Acht Lieder und Gesänge" op. 57 - 1871 - testi di F. Daumer) é improntato ad una grande varietà di effetti armonici, dal lento all'agitato al calmo. L'atmosfera è prima drammatica, poi dolorosa. La voce e il pianoforte procedono di pari passo e l'una con le parole e i sospiri, l'altro con i suoni e le pause, esprimono lo stesso stato d'animo. La melodia è semplice e toccante, senza introduzione.

Salvatore Caprì

Testo

ACH, WENDE DIESEN BLICK

Ach, wende diesen Blick, wende dies Angesicht!
Das Innre mir mit ewig neuer Glut,
mit ewig neuem Harm erfülle nicht!
Wenn einmal die gequälte Seele ruht
und mit so fieberischer Wilde
nicht in meinen Adern rollt das heisse Blut,
ein Strahl, ein flüchtiger, von deinem Licht,
er wecket auf des Wehs gesamte Wut
das schlangengleich mich in das Herze sticht.
OH, VOLGI QUESTO SGUARDO

Oh, volgi questo sguardo, volgi questo volto!
L'intimo tuo con sempre nuovo rossore,
con sempre nuovo affanno, a me non concederei
Se una volta l'anima tormentata può riposare
e con impeto così febbrile
nelle mie vene non scorre il sangue ardente,
un raggio, un raggio fugace della tua luce,
risveglia tutta la furia del dolore,
e punge il cuore, simile a serpe.
(traduzione di Claudio Groff)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 7 dicembre 1983

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Ultimo aggiornamento 6 novembre 2016