Wir wandelten (Camminavamo), op. 96 n. 2

lied per voce e pianoforte

Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
Testo: Georg Friedrich Daumer Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1884
Edizione: Simrock, Berlino, 1886
Guida all'ascolto (nota 1)

Nel canto Wir wandelten la struttura è quella classica A-B-A e l'andamento melodico è improntato a particolare calma e tenerezza (l'incipit del canto ricorda testualmente un celeberrimo Preludio di Chopin): solo nella sezione centrale si assiste a una modulazione da re bemolle, a mi maggiore e, nel finale, ad alcune variazioni di un certo cromatismo esasperato della melodia d'apertura. Su questo Lied, Mario Bortolotto ha lasciato alcune notazioni esemplari: «Wir wandelten, passeggiata musicale, ha dignità quasi d'apologo, d'allegoria o di cifra. Il tono sommesso e casto dell'attacco; con l'imitazione delle due voci pianistiche, prepara il più connaturale ingresso. E quando la grazia alquanto floreale delle figurazioni arpeggiate si rinsalda nell'accordo, un costante pp saprà frenare l'urgenza della linea ipereccitata».

Cesare Orselli

Testo (nota 2)

Wir wandelten

Wir wandelten, wir zwei zusammen,
ich war so still und du so stille;
ich gäbe viel, um zu erfahren,
was du gedacht in jenem Fall.
Was ich gedacht, unausgesprochen
verliebe das! Nur Eines sag ich:
so schön war alles, was ich dachte,
so himmlisch heiter war es all!
In meinem Haupte die Gedanken
sie läuteten wie goldne Glöckchen;
so wundersüss, so wunderlieblich
ist in der Welt kein andrer Hall.
Camminavamo

Camminavamo, noi due insieme,
io silenzioso, tu silenziosa;
molto avrei dato per sapere
che cosa pensavi in quel momento.
Quel che io pensavo,
rimanga non detto! Dico soltanto:
quel che pensai fu tutto così bello,
tutto così divinamente lieto!
Nella mia testa i pensieri
squillavano come campanelle dorate;
e nessun altro suono al mondo
è tanto dolce, tanto soave.
(Traduzione di Claudio Groff)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 8 giugno 1983
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorium Parco delle Musica, 21 novembre 2003

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Ultimo aggiornamento 28 aprile 2016