Sedici Variazioni in fa diesis minore per pianoforte, op. 9

su un tema dall'op. 99 di Robert Schumann

Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
  1. Tema - Ziemlich langsam (fa diesis minore)
  2. Variazione I - L'istesso tempo (fa diesis minore)
  3. Variazione II - Poco più mosso (fa diesis minore)
  4. Variazione III - Tempo di tema (fa diesis minore)
  5. Variazione IV - Poco più mosso (fa diesis minore)
  6. Variazione V - Allegro capriccioso (fa diesis minore)
  7. Variazione VI - Allegro (fa diesis minore)
  8. Variazione VII - Andante (fa diesis minore)
  9. Variazione VIII - Andante, non troppo lento (fa diesis minore)
  10. Variazione IX - Schnell (si minore)
  11. Variazione X - Poco adagio (re maggiore) [da un tema di Clara Schumann]
  12. Variazione XI - Un poco più animato (sol maggiore)
  13. Variazione XII - Allegretto, poco scherzando (fa diesis minore)
  14. Variazione XIII - Non troppo Presto (fa diesis minore)
  15. Variazione XIV - Andante (fa diesis minore)
  16. Variazione XV - Poco Adagio (sol bemolle maggiore)
  17. Variazione XVI. (fa diesis maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1854
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1854
Dedica: Clara Schumann
Guida all'ascolto (nota 1)

Anche se già gli "andanti" delle Sonate op. 1 e op. 2 sono lavorati in forma variata, il primo vero Tema con variazioni di Brahms è l'op. 9 del 1854, Sedici Variazioni su un tema di Schumann tratto dai Bunten Blattern op. 99: sono dedicate a Clara Schumann, che anche lei aveva composto sette Variazioni sullo stesso tema nel 1853. In effetti, in tutta la composizione c'è un'aria di complicità, si cammina con discrezione su un terreno minato di ricordi e allusioni; il lavoro, più che per il pubblico, sembra scritto dall'autore per se stesso e gli amici più strettì, in grado di riconoscere e capire quanto sfugge ai più; sull'autografo alcune variazioni - la quinta, sesta, nona, dodicesima e tredicesima - sono siglate "Kr": intendendo "Kreisler", il maestro di cappella creato da E. T. A. Hoffmann dietro il quale il romanticissimo Brahms dei primi anni usava nascondere la propria identità. Già da questo primo lavoro Brahms manifesta tuttavia le sue idee sulla "variazione": nessuna concessione alla mera variazione ornamentale, la più comune, quella che lascia il tema com'è decorandolo appena di note supplementari; ma subito una lettura in profondità, alla ricerca di elementi trasformatori, occasione di nuove invenzioni; nel finale c'è già tutto Brahms: dopo uno struggente omaggio a Schumann (var. XV), l'ultimo brano (var. XVI) mette in primo piano il basso del tema, come una voce segreta, con il pensoso andamento di una antica ciaccona.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 16 settembre 1997

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Ultimo aggiornamento 28 agosto 2012