Undici Variazioni per pianoforte, op. 21 n. 1

su un tema originale in re maggiore

Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
  1. Tema: Poco larghetto (re maggiore)
  2. Variazione I. (re maggiore)
  3. Variazione II. Più mosso (re maggiore)
  4. Variazione III. L'istesso tempo (re maggiore)
  5. Variazione IV. (re maggiore)
  6. Variazione V. Tempo di tema (re maggiore)
  7. Variazione VI. (re maggiore)
  8. Variazione VII. Andante con moto (re maggiore)
  9. Variazione VIII. Allegro non troppo (re minore)
  10. Variazione IX. (re minore)
  11. Variazione X. Agitato (re minore)
  12. Variazione XI. Tempo di tema, poco piu lento (re maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1856 - 1857
Prima esecuzione: Lipsia, Gewandhaus Saal del Conservatorio, 8 dicembre 1860
Edizione: Simrock, Bonn, 1861

Tredici Variazioni per pianoforte, op. 21 n. 2

su un tema ungherese in re maggiore

Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
  1. Tema: Allegro (re maggiore)
  2. Variazione I. (re minore)
  3. Variazione II. (re minore)
  4. Variazione III. (re minore)
  5. Variazione IV. (re minore)
  6. Variazione V. (re minore)
  7. Variazione VI. (re minore)
  8. Variazione VII. (re maggiore)
  9. Variazione VIII. (re maggiore)
  10. Variazione IX. (re maggiore)
  11. Variazione X. (re maggiore)
  12. Variazione XI. (re maggiore)
  13. Variazione XII. (re maggiore)
  14. Variazione XIII. (re maggiore)
  15. Finale. Allegro (re maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1853
Prima esecuzione: Londra, St.James's Hall, 25 marzo 1874
Edizione: Simrock, Bonn, 1861
Guida all'ascolto (nota 1)

L'op. 21 comprende due serie di Variazioni, n. 1 su un Tema originale (e 11 variazioni) e n. 2 su un Lied ungherese (e 14 variazioni); entrambe completate a Düsseldorf nel 1857, anche se il tema ungherese era già stato annotato da Brahms su un foglio datato gennaio 1853.

La prima serie, l'op. 21 n. 1, testimonia una maturazione già perfetta nell'arco unitario, intenso dal principio alla fine, anzi orientato in modo da sfociare in una meravigliosa "coda", dalla recondita tenerezza, che riassume tutta la composizione inverandola nella sua pienezza spirituale. Il Tema, per l'amabile intimità del gesto cantabile, ha qualcosa del Tema variato da Beethoven nella sua Sonata op. 26; ma è piuttosto all'ultimo Beethoven che Brahms guarda per approfondire la lezione di una serie di variazioni che superi la frammentarietà dei singoli momenti in un unico respiro poetico; la maestria di un "canone in moto contrario" (var. V), la drammaticità di due variazioni in mi minore (la VIII e la IX) muovono solo il quadro, ma non intaccano la profonda unità dell'insieme.

Le Variazioni op. 21 n. 2 si collegano al còté ungherese di Brahms, reso celebre specialmente dalle Danze ungheresi, ma in realtà presente in modo episodico in una quantità di altri lavori; il Tema non ha nulla di zigano, ma con il suo carattere di inno si rifà piuttosto a qualche canto patriottico; è in un robusto re maggiore, ma tutte le prime variazioni, fino alla sesta, sono in re minore, dove qualcosa della "ziganeria" si fa strada: ma sempre infuocata, senza nostalgia, in una scrittura accordale massiccia e corpulenta. Dalla variazione settima, con il Tema al basso "quasi pizzicato", la composizione riassume la tonalità maggiore e in un calcolato crescendo dinamico perviene a una trionfante conclusione: alla fine, la ripetizione tal quale del Tema incornicia la composizione, estroversa quanto la precedente era intima e sensitiva.

Giorgio Pestelli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 16 settembre 1997

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Ultimo aggiornamento 14 febbraio 2014