Due Gesänge per contralto, viola e pianoforte, op. 91


Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
  1. Gestitile Sehnsucht (Nostalgia placata) - Adagio espressivo (re maggiore)
    Testo: Friedrich Rückert
  2. Geistliches Wiegenlied (Berceuse spirituale) - Andante con moto (fa maggiore)
    Testo: Lope de Vega tradotto in tedesco da Emanuel Geiber
Organico: contralto, viola, pianoforte
Composizione: 1878 - 1884
Edizione: Simrock, Berlino, 1884
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Due momenti indicativi e maggiormente rappresentativi della produzione compositiva di Brahms sono la musica da camera e quella liederistica. In particolare, molti tra gli oltre duecento Lieder da lui scritti entrarono subito nel repertorio concertistico e si affiancarono alla produzione liederistica di Schubert e Schumann, ai quali in un certo senso si richiama la forma brahmsiana di chiara linea classicheggiante. Non c'è dubbio che lo stile liederistico di Brahms affondi le sue radici nel Volkslied tedesco, cioè nel canto popolare così come è stato analizzato e rilanciato nell'epoca romantica, secondo una visione culturale che mirava a rivalutare le antiche tradizioni del folclore di ciascun paese. Ora è vero che non tutto il materiale musicale del Volkslied è autenticamente popolare, ma non si può negare che molte delle melodie usate da Brahms e prese da varie raccolte, assai diffuse, di Silcher, Kretschmer e Zuccalmaglio, contenevano temi di straordinaria naturalezza e improntati ad un assoluto diatonismo, caratteristiche certamente della melodia popolaresca. Del resto quale fosse l'opinione di Brahms in proposito è spiegato in una lettera indirizzata a Clara Schumann, in cui il musicista parla di un coro femminile da lui organizzato ad Amburgo unicamente per il divertimento di tutti i suoi membri e senza l'intenzione di svolgere un'attività pubblica e per il quale il musicista rielaborò alcuni Volkslieder: «Ora ci riuniamo amichevolmente una sera alla settimana e credo che le belle canzoni popolari mi intratterranno assai piacevolmente. Penso perfino che imparerò molte cose, perché devo pur sempre esaminare ed ascoltare i Lieder con serietà. Voglio veramente impadronirmi del loro segreto. Non basta cantarli una volta con entusiasmo nell'atmosfera adatta. Il Lied naviga al momento attuale seguendo una rotta sbagliata, e non è possibile inculcare a se stessi un ideale. Ed è ciò che il Volkslied rappresenta per me».

Brahms scrisse Lieder in ogni momento della sua attività creatrice, sin dal periodo della sua giovinezza e dai primi incontri con Clara Schumann. Per di più egli si dilettava a trasferire da un Lied all'altro lo stesso tema, per dimostrare come una immagine musicale potesse adeguarsi a vari significati poetici, senza tuttavia perdere la sua specifica caratterizzazione estetica. Ma l'impatto di Brahms con il canto popolare avveniva sempre allo stesso modo, pur nella diversità del testo poetico: immediatezza melodica, uso essenzialmente diatonico della voce e impiego parsimonioso dell'accompagnamento pianistico, allo scopo di trovare il giusto tono nel rapporto canto e musica e concentrare al massimo l'attenzione dell'ascoltatore. Giustamente è stato affermato che questi magnifici fogli d'album che sono i Lieder brahmsiani costituiscono un itinerario psicologico vero e sincero dell'artista, a tu per tu con i propri sentimenti, ora affettuosi ora malinconici, ora amorosi ora idilliaci, ora commossi e ora gravi e seri, sotto l'incubo del pensiero della morte, come nei Vier ernste Gesänge, completati il 7 maggio 1896.

I Due Canti (Zwei Gesänge) per contralto e pianoforte con viola obbligata furono completati nel 1884, ma già il secondo dei due, intitolato Geistliches Wiegenlied, era stato scritto nel settembre 1864 in occasione del battesimo del primo figlio del violinista Joseph Joachim, fraterno amico del compositore.

Gestillte Sensucht (Nostalgia placata) è tratto da una poesia di Friedrich Rückert ed è un Adagio espressivo in re maggiore in tempo 2/4. Si tratta di una pagina venata da una dolce malinconia che si apre con l'esposizione del tema affidato alla viola collegata al pianoforte. Il canto subentra dopo 12 misure di musica strumentale e intreccia un dialogo con la viola, mentre il pianoforte esegue arpeggi di sostegno. Il canto si snoda su una linea melodica piena di ornamenti.

Geistliches Wiegenlied (Ninna-nanna spirituale) si basa su un testo di Emanuel Geibel tratto da Lope de Vega ed è un Andante con moto in fa maggiore in 6/8. Il testo cantato, su accompagnamento del pianoforte, è una ninna-nanna rivolta a Gesù, che utilizza un canto natalizio del Cinquecento espresso dalla viola. Un pezzo di straordinaria tenerezza sentimentale, secondo la più schietta sigla inventiva brahmsiana.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Nei due Lieder per contralto, viola e pianoforte op. 91 Brahms tratta la voce di contralto e la viola in modo assolutamente paritetico, scambiando fra loro registri e materiali motivici in una raffinata esplorazione di timbri e colori musicali. La nascita di queste due gemme è legata all'amicizia col violinista Joachim e con sua moglie Amalie, noto contralto dell'epoca. Nell'aprile 1863, in occasione del loro matrimonio, Brahms inviò a Joachim: «un meraviglioso canto cattolico, una meravigliosa ninna nanna», ovvero Resonet in laudibus (conosciuto in Germania col nome di Josef, lieber Josef mein), che lui stesso aveva rinvenuto in due raccolte del 1631. Nel settembre del 1864, in occasione della nascita del primogenito di Joachim, Brahms inviò ai neo genitori una primitiva versione di Geistliches Wiegenlied, adattamento del poema di Emanuel Geibel, tratto da Lope Felix de Vega Carpio, nella quale l'antica melodia fornisce materiale per l'introduzione della viola, per gli interludi e per l'epilogo. Sebbene il manoscritto circolasse fra gli amici di Brahms, la lirica dovette attendere oltre vent'anni per vedere la pubblicazione, che avvenne nel 1884 unitamente al Gestillte Sehnsucht su testo del poeta tedesco Friedrich Rückert, frutto di un periodo di riposo trascorso tra la primavera e l'autunno del 1884 a Mürzzuschlag, in Stiria

Gestillte Sehnsucht viene aperto da un tema della viola di grande intensità emotiva che ci introduce subito nel clima incantato della "nostalgia placata" di cui parla la poesia di Rückert. Nella prima strofa («In gold'nen Abendschein getauchet»), il tema principale viene prima affidato alla viola, poi passa fluidamente alla voce, mentre la viola dà concretezza sonora alle immagini evocate dal testo («mentre mormorano il vento, gli uccellini...») con mossi arpeggi in semicrome. La seconda strofa è contrastante nelle mosse figurazioni della viola e nel canto più teso del contralto e prepara l'ultima strofa, formalmente identica alla prima. Il tema principale, che aveva aperto la lirica, si trova cosi a rappresentare il vero elemento di coesione formale della pagina, essendo utilizzato da Brahms sia come introduzione ed epilogo strumentale che come chiusa vocale di ciascuna strofa.

Geistliches Wiegenlied è una deliziosa ninna nanna, introdotta dalla viola che espone il tema del canto Josef, lieber Josef mein, che ritornerà alla fine di ciascuna delle quattro strofe di cui si compone la lirica. La prima strofa è caratterizzata da una serena melodia ascendente nella voce, mentre la seconda è più agitata in corrispondenza delle parole «Voi palme di Betlemme come potete stormire con tanta rabbia, oggi!»). Il canto teso e quasi drammatico della terza strofa («Il bimbo celeste soffre grandi mali») si stempera nel ritorno pacato alla serenità iniziale.

Alessandro De Bei

Testi

GESTILLTE SEHNSUCHT NOSTALGIA PLACATA
In goldnen abendschein getauchet,
Wie feierlich die Wälder stehn!
In leise Stimmen der Vöglein hauchet
Des Abendwindes leises Wenn.
Was lispeln die Winde, die Vögelein?
Sie lispeln die Welt in Schlummer ein.

Ihr Wünsche, die ihr stets euch reget
Im Herzen sonder Rast und Ruh!
Du Sehnen, das die Brust beweget,
Wann ruhest du, wann schlummerst du?
Beim Lispeln der Winde, der Vögelein,
Ihr sehnenden Wünsche, wann schlaft ihr ein?

Ach, wenn nicht mehr in goldne Fernen
Mein Geist auf Traumgefieder eilt,
Nicht mehr an ewig fernen Sternen
Mit sehnendem Blick mein Auge weilt;
Dann lispeln die Winde, die Vögelein,
Mit meinem Sehnen mein Leben ein.
Nella luce dorata della sera
come solenni stanno i boschi!
Con voce leggera l'uccellino sussurra
e spira soave il vento della sera.
Cosa mormorano i venti, gli uccellini?
Essi sussurano al mondo una ninna nanna.

E voi desideri, che continuamente vi muovete
nel cuore senza pace e riposo!
Tu brama, che scuoti il petto,
quando ti calmerai, quando ti addormenterai?
Nel mormorio dei venti, degli uccellini,
voi desideri struggenti, quando vi addormenterete?

Ah, quando il mio spirito non più si affretterà
sulle ali del sogno nella dorata lontananza,
quando il mio occhio con sguardo pieno di desiderio
non più si fermerà sulle eterne lontane stelle
allora i venti, gli uccellini sussurreranno
alla mia vita con la mia nostalgia.
(Friedrich Rückert)
GEISTLICHES WIEGENLIED NINNA-NANNA SPIRITUALE
Josef, lieber Josef mein,
Hilf mir wiegen mein Kindlein fein,
Gott der wird dein Lohner sein,
Im Himmelreich
Der Jungfrau Sohn, Maria.

Die ihr schwebet
Um diese Palmen
In Nacht und Wind,
Ihr heiligen Engel,
Stillet die Wipfel!
Es schlummert mein Kind.

Ihr Palmen von Bethlehem
Im Windesbrausen,
Wie mögt ihr heute
So zornig sausen!
O rauscht nicht also!
Schweiget, neiget
Euch leis und lind;
Stillet die Wipfel!
Es schlummert mein Kind.

Der Himmelsknabe
Duldet Beschwerde;
Ach, wie so müd er ward
Vom Leid der Erde.
Ach, nun im Schlaf ihm
Leise gesänftigt
Die Qual zerrinnt.
Stillet die Wipfel!
Es schlummert mein Kind.

Grimmige Kälte
Sauset hernieder;
Womit nur deck ich
Des Kindleins Glieder!
O, all ihr Engel,
Die ihr geflügelt
Wandelt im Wind,
Stillet die Wipfel!
Es schlummert mein Kind.
Giuseppe, mio caro Giuseppe
Aiutami a cullare il mio bambino delicatamente,
Dio ti ricompensi,
Nel regno dei deli
Il figlio della Vergine, Maria.

Voi, che volate
Attorno a queste palme
Nella notte e col vento,
Voi, angeli santi,
Placate le cime!
Il mio bambino dorme.

Voi, palme di Betlemme
Nello scroscio del vento,
Perché oggi stormite
Così forte?
O non sibilate!
Tacete, inchinatevi
Piano e dolcemente;
Placate le cime!
Il mio Bambino dorme.

Il Fanciullo celeste
Resiste alla fatica;
Ah, quanto lo ha stancato
Il dolore del mondo.
Ora piano nel sonno
Si è placato,
La pena dilegua,
Placate le cime!
Il mio Bambino dorme.

Gelido freddo
Viene giù,
Con cosa copro
Il corpo del Bambino?
O voi angeli tutti,
Che siete alati,
Volate nel vento,
Placate le cime!
Il mio bambino dorme.
(Emanuel Geibel, da Lope de Vega) (Traduzione di Irmela Evangelisti Heimbächer ed Ennio Are)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 10 Febbraio 1989
(2) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 244 della rivista Amadeus

I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 29 luglio 2014