Sestetto per archi in re minore


Musica: Alexander Borodin (1833-1887)
  1. Allegro (re minore)
  2. Andante (mi minore)
Organico: 2 violini, 2 viole, 2 violoncelli
Composizione: Germania 1860 - 1861
Edizione: Muzgiz, Mosca, 1946

Il terzo ed il quarto movimento sono perduti
Guida all'ascolto (nota 1)

«Compositore domenicale», così si definiva Borodin e così si è formata l'immagine di un dilettante di musica, passione seconda solo alla sua attività di chimico. Borodin aveva invece un rapporto molto, profondo con il mondo dei suoni e se componeva poco non è perché gli mancassero le idee, ma perché gli mancava il tempo (componeva d'estate o quando era ammalato!). Non si spiega altrimenti l'alta qualità della sua produzione musicale a fronte di un catalogo non certo ricchissimo, come se non esistessero pagine meno riuscite, composizioni infelici o non soddisfacenti (come avviene per tutti i compositori della tradizione occidentale). Siamo di fronte ad un caso abbastanza raro di metodo compositivo «rigoroso ma sereno, estraneo al metodo "tedesco" di rimasticare un tema sino a spremerne l'ultima semicroma. I lavori musicali di Borodin hanno la potenziale ricchezza e compiutezza di una comunicazione matematica in cui il nitore dell'esposizione elimina ridondanze e ripetizioni per ricondurre il tema ad una fruttifera essenzialità» (Rubens Tedeschi).

Le sue attitudini musicali furono precoci, ma alla madre sembrò più opportuno avviarlo verso la carriera universitaria. L'arte era certo una parte importante dell'educazione di un gentiluomo, forse poco concreta per affrontare la vita; del resto la serenità con la quale Borodin visse questa disparità di interessi dimostra la possibilità di unire l'arte con la vita (e viceversa) senza le angosce a cui il romanticismo europeo ci ha abituato.

Dopo essersi laureato in medicina, ed aver tentato un approccio alla chirurgia, si indirizzò verso la chimica, campo nel quale diede importanti contributi scientifici. Fece alcuni viaggi di studio e di lavoro (ad Heidelberg e Pisa) e nel 1862 ritornò in Russia dove la vita lo attendeva con due grandi avvenimenti: l'incontro con Balakirev, divenuto suo maestro e sostenitore, e la nomina come professore aggiunto all'Accademia di Fisica di Pietrogrado. Balakirev lo introdusse in quel gruppo di musicisti che poi passò alla storia come il "Gruppo dei Cinque" (Balakirev, Borodin, Rimskij-Korsakov, Musorgskij e Cui), ovvero la giovane scuola nazionale russa che nella musica, come nella vita, si ribellava contro il dispotismo e l'accademismo, contro il "partito tedesco" capeggiato da Rubinstejn. Nessuno di loro proveniva da un conservatorio e tutti (tranne Balakirev) conservarono a lungo un lavoro estraneo alla musica, quasi a voler ribadire un impegno civile per l'emancipazione della Russia non solo in campo artistico, ma anche sociale e scientifico. Borodin possedeva degli incrollabili ideali positivisti nella sua professione e questo forse segna una differenza nell'impegno artistico; la sua musica si distacca dal fervore rivoluzionario di Musorgskij e possiamo considerarla più come un elemento di unione tra Glinka e Cajkovskij, dunque una musica russa che non rigetta le influenze straniere. Borodin era entrato in contatto con il romanticismo tedesco (nel 1877 a Weimar incontrò Liszt del quale divenne molto amico) ma a poco a poco, subendo sempre più la positiva influenza di Balakirev, accentuò l'interesse per gli elementi modali ed orientali e talvolta folldoristici.

Contrariamente ai suoi contemporanei russi scrisse molta musica da camera, il cui primo esempio è forse proprio questo Sestetto incompleto (terzo e quarto movimento sono perduti), composto tra il 1860 e il '61 durante il soggiorno in Germania, prima di rientrare nel proprio paese. Forte è quindi l'influenza dei modelli europei, specie di Mendelssohn del quale riconosciamo i tratti caratteristici tanto nel fervore dell'invenzione tematica quanto nella gestione di un organico così originale e ricco di possibilità espressive.

Fabrizio Scipioni


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 9 Febbraio 1996

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Ultimo aggiornamento 12 gennaio 2013