Intorno al 1796, durante un soggiorno a Praga, Ludwig van Beethoven scrisse un gruppo di composizioni per mandolino e clavicembalo, alcune delle quali sono dedicate alla contessa Josephine von Clary-Aldringen, una giovane e avvenente aristocratica che si dilettava dello strumento (il Piccolo concerto di Pietro Longhi, oggi all'Accademia di Brera, sembra ritrarre questo ambiente sociale e queste usanze raffigurando un gruppo di nobili, uno dei quali suona il mandolino, impegnati a far musica d'insieme). In questi brani - che essendo destinati all'uso "privato" non vennero dati alle stampe - Beethoven si attenne ai dettami del genere, scrivendo musica gradevole, di un certo impegno tecnico (i due strumenti hanno un ruolo paritario), prediligendo forme poco problematiche come quelle del tema con variazioni o del rondò.
A un'elementare semplicità costruttiva è ispirata la Sonatina in do maggiore WoO 44/1. Si tratta di un rondò dal tema brillante; il fortepiano vi si limita per lo più ad accompagnare il mandolino, intervenendo con qualche accenno concertante solo nei due episodi, in particolare nel secondo in modo minore.
Claudio Toscani