La Serenata per flauto e pianoforte op. 41 è considerata un pezzo di musica da eseguirsi all'aria aperta in occasione di una lieta ricorrenza o di un festeggiamento, come dimostrano la semplicità di scrittura e l'eleganza melodica dei sette movimenti. La pagina beethoveniana, pur rispettosa delle strutture formali caratteristiche di questo genere musicale, presenta il suo biglietto da visita stilistico sin dall'Entrata, contrassegnata da un Allegro di fantasiosa e spigliata varietà inventiva, con quel ritmo scandito come un cinguettìo di uccello dallo strumento a fiato: è fra le trovate più brillanti ed estroverse del primo Beethoven. Il Minuetto non esce dagli schemi consueti di una musicalità graziosamente galante, mentre il presto dell'Allegro molto ha un accento sostenuto e ben timbrato. Trasparenti e leggere, come il volo di una farfalla, in una serata d'estate, appaiono le variazioni sul tempo di Andante. L'Allegro scherzando e vivace reca il segno espressivo tipico dei brani di queso genere e il clima sale di tono nell'Adagio e nell'Allegro vivace finale, dove l'animo del compositore si riflette con vivace, spensierata e giovanile prestanza ritmica, quasi a sottolineare l'addio al paradiso perduto della felicità settecentesca, compiutamente evocata e immaginata in questa «Eine kleine Nachtmusik» beethoveniana.