Press'a poco contemporaneo alla cantata Il momento glorioso, questo coro, pure su testo di Bernard, avrebbe dovuto essere cantato nel corso di una imprecisata cerimonia per l'apertura del congresso di Vienna, in onore dei monarchi e principi ivi convenuti. I relativi abbozzi s'intercalano con quelli del rifacimento del Fidelio e l'autografo reca la data 3 settembre 1814. Probabilmente Bernard e Beethoven lavorarono sotto l'assillo di una scadenza molto ravvicinata. Non si spiegherebbero altrimenti le dimensioni ridotte di un poema musicale che avrebbe dovuto dare lustro ad un avvenimento di quella importanza. Bernard, che nel Momento glorioso appare un versificatore non certo a corto di metafore, scrive qui due strofe striminzite, sviluppando in ciascuna lo stesso concetto quasi con le medesime parole; altrettanto lapidaria, ma sensibilmente più elaborata è la musica di Beethoven.
Dopo quattro battute di preludio con archi e fiati contrapposti su un sobbalzante motivo ritmico, il coro scandisce insieme con i violini una frase ondulata, di una cantabilità un poco ovvia. Nella seconda strofa, in parte costruita su un tema diverso, si ha un accenno di entrata scalare delle voci gravi, come per un principio di contrappunto imitativo, ma i gruppi si riuniscono immediatamente proclamando un'ultima volta la gloria dei principi benefattori. Anche la conclusione è puramente orchestrale. Per la durata di dodici misure gli archi e i fiati riaffermano trionfalmente, in una beethoveniana combinazione di crescendo non simultanei a vari registri, il secondo tema, una melodia ascendente costruita sui gradi della privilegiata tonalità di la maggiore.
Luigi Della Croce
Auf die
verbündeten Fürsten |
Ai
principi alleati |
Ihr weisen Gründer glücklicher Staaten, neigt euer Ohr dem Jubelsang; es ist die Nachwelt, die eure Thaten mit Segen preist Äonen lang! Von Sohn auf Enkel im Herzen hegen wir eures Ruhmes Heiligtum. Stets fanden in der Nachwelt segenbeglückende Fürsten, ihren Ruhm. |
O voi fondatori di Stati felici, porgete orecchio al canto di giubilo, è la posterità che benedice le vostre gesta imperiture! Di padre in figlio custodiamo nel cuore il santuario della vostra gloria. Sempre la posterità celebrò i principi che dispensarono felicità». |