Elegischer Gesang (Canto elegiaco) in mi maggiore per coro ed archi, op. 118



Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
Testo: I. F. Castelli Organico: coro misto, archi
Composizione: 1814
Edizione: Haslinger, Vienna 1826
Dedica: barone Pasqualati
Guida all'ascolto (nota 1)

Gli abbozzi di questo Elegischer Gesang si trovano nei quaderni in cui Beethoven accudiva nel 1814 alla nuova versione del Fidelio; il brano deve essere stato completato e inviato al barone Johann Pasqualati prima del 5 agosto; quando questo amante della musica, proprietario del palazzo in cui Beethoven abitò a Vienna tra il 1804 e il '15, ricordava la scomparsa della moglie adorata, rapita alla vita in età di ventiquattro anni.

L'autore del testo è ignoto, ma si è fatto il nome di Ignazio Franz Castelli; l'"elegia" è tutta intimità e raccoglimento, scritta, si direbbe, per una persona già per suo conto esperta del patire, e alla quale pertanto basta proporre la situazione senza calcare la mano, in compartecipazione fraterna, in dialogo a tu per tu. La tenera introduzione strumentale è vicina, nella tonalità di mi maggiore, all'affettuosità esplicitata nel finale della contemporanea Sonata op. 90; il coro esordisce sommesso e religioso e appena la sortita dei tenori, in "forte", sulle parole "für den Schmerz!", s'incide con evidenza; dai bassi viene quindi la proposta di un episodio fugato ("Kein Auge wein'"), raccolta dalle altre voci con dissonanze sfumate nella delicatezza dei contorni; con la ripetizione delle prime parole, la pagina si chiude riprendendo il calmo tema d'apertura.

Arrigo Quattrocchi

Testo

Elegischer Gesang

Sanft wie du lebtest hast du vollendet,
zu heilig, su heilig für den Schmerz!
Kein Auge wein' ob des himmlischen,
himmlischen Geistes Heimkehr.
Sanft sanft wie du lebtest hast du,
ja, hast du vollendet.
Canto elegiaco

Dolcemente come hai vissuto
così hai concluso, troppo santa per soffrire!
Nessun occhio piange
per il ritorno a casa dello spirito celeste.
Dolcemente come hai vissuto, così hai concluso,
sì hai concluso.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 27 ottobre 2001

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Ultimo aggiornamento 2 giugno 2014