Canti italiani a cappella, WoO 99
per voci sole
Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
Testo: Pietro Metastasio
- Fra
tutte le pene - duetto per tenore e basso
in
fa maggiore (1796/97)
- Fra
tutte le pene - trio per soprano, contralto
e tenore in mi bemolle
maggiore (1796/97)
- Fra
tutte le pene - quartetto per soprano,
contralto, tenore e basso in
si bemolle maggiore (1796/97)
- Bei
labbri che amore - duetto per soprano e
tenore in mi bemolle
maggiore (1793/94)
- Ma
tu tremi o mio tesoro - trio per soprano,
contralto e tenore in sol
maggiore (1792/94)
- Quella
cetra ah pur tu sei - quartetto per
soprano, contralto, tenore e
basso in sol maggiore (1796/97)
- Chi
mai di questo core - trio per soprano,
tenore e basso in do
maggiore (1799)
- Scrivo
in te - duetto per soprano e tenore in
re maggiore (1795/96)
- Per
te d'amico aprile - trio per soprano,
contralto e basso in mi
bemolle maggiore (1792/96)
- Nei
campi e nelle selve - quartetto per
soprano, contralto, tenore e
basso in do maggiore (1792/96)
- Quella
cetra ah pur tu sei - trio per soprano,
tenore e basso in la
maggiore (1796)
- Quella
cetra ah pur tu sei - quartetto per
soprano contralto, tenore e
basso in fa maggiore (1796)
- Nei
campi e nelle selve - quartetto per
soprano, contralto, tenore e
basso in do maggiore (1792/96)
- Giura
il nocchier - quartetto per soprano,
contralto, tenore e basso in
si bemolle maggiore (1801)
- Già
la notte s'avvicina - quartetto
per soprano, contralto,
tenore e basso in si bemolle maggiore (1801/02)
- Già
la notte s'avvicina - trio per
contralto, tenore e basso
in do maggiore (1801/02)
- Fra
tutte le pene - quartetto per soprano,
contralto, tenore e basso in
si bemolle maggiore (?)
- Fra
tutte le pene - trio per soprano, contralto
e tenore in mi bemolle
maggiore (1796/97)
- Silvio,
amante disperato - quartetto in la
minore (1792/1802) - perduto
- Giura
il nocchier - trio per soprano, contralto
e basso in do maggiore
(1792/94)
- Salvo
tu vuoi lo sposo? - duetto per
soprano e tenore in do
maggiore (1796/97)
- Languisco
e moro per te, mio ben, ch'adoro -
duetto per soprano e
tenore (1802/3) - abbozzo
- Giura
il nocchier - quartetto per soprano,
contralto, tenore e basso in
do maggiore (1792/94)
- Sei
mio ben - duetto per soprano e tenore in
sol maggiore (?)
- E
pur fra le tempeste - aria per tenore in mi
bemolle maggiore (1792/94)
Organico: vedi dettagli
Composizione: 1792 - 1802
Questi 24 canti a 2, 3, 4 voci senza accompagnamento su testi
di Metastasio sono stati pubblicati insieme per la prima volta nel 1959
in un supplemento all'Opera
omnia di Beethoven curato da Willy Hess. I pezzi si
trovavano nell'autografo Artaria
166 della Biblioteca di Stato di Berlino, purtroppo scomparso, ma di
cui si avevano fotocopie nel Beethovenhaus di Bonn mentre altri
autografi giacciono presso la Gesellschaft der Musikfreunde di
Vienna. Il revisore si è valso per i testi della collaborazione di
Giovanni Biamonti. I testi del Metastasio sono di Cantate, salvo due
tratti dall'opera Zenobia.
I canti furono composti tra il 1792 e il 1801. Non sono esenti
dall'influenza di Salieri, di cui Beethoven era allievo e del quale,
come attestano i segni in lapis del maestro italiano ravvisabili negli
autografi, accettò più d'una correzione riguardante l'andamento delle
voci.
Sebbene Beethoven lo prescriva in un solo caso, è da presumere
che i 24 pezzi furono pensati per coro. «La scrittura» osserva il
Bonaccorsi, «è puramente armonistica: vi si scorge la quadratura del
vecchio Lied strofico, si sentono anche echi popolari e talora di
Mozart, tal'altra del corale». Vi spira dentro un fare semplice,
un'aria fresca, una grazia di atteggiamenti non del tutto prevedibili
nell'autore dell'Eroica. Ciò particolarmente in
Bei labbri che Amore,
in Ma tu tremi
o in Già la notte
s'avvicina (che, come altri testi, Beethoven, o
insoddisfatto della prima stesura o animato da molteplice ispirazione,
ha musicato più di una volta). Nella scelta degli otto canti preparata
per il programma odierno non mancano nemmeno esempi, come
Nei campi e nelle selve,
di un arco corale più elaborato e diramato e di un pensiero lirico più
intenso.
Giorgio Graziosi
Testo
Fra tutte le pene
Fra tutte le pene
V'è pena maggiore?
Son presso al mio bene,
Sospiro d'amore,
E dirgli non oso:
«Sospiro per te».
Mi manca il valore
Per tanto soffrire;
Mi manca l'ardire
Per chieder mercè.
Bei labbri che Amore
Bei labbri che Amore
Formò per suo nido,
Non ho più timore.
Vi credo, mi fido:
Giuraste d'amarmi;
Mi basta così
Se torno a lagnarmi,
Che Nice m'offenda,
Per me più non splenda
La luce del dì.
Ma tu tremi o mio tesoro!
Ma tu tremi, o mio tesoro!
Ma tu palpiti, cor mio!
Non temer, con te son io,
Né d'amor ti parlerò.
Mentre folgori e baleni,
Sarò teco, amata Nice;
Quando il ciel si rassereni,
Nice ingrata, io partirò.
Chi mai di questo core
Chi mai di questo core
Saprà le vie secrete,
Se voi non le sapete,
Begli occhi del mio ben?
Voi, che dal primo istante,
Quando divenni amante,
Il mio nascosto amore
Mi conosceste in sen?
Per te d'amico aprile
Per te d'amico aprile
Sempre s'adorni il ciel;
Né all'ombra tua gentile
Posi ninfa crudel,
Pastore infido.
Fra le tue verdi foglie
Augel di nere spoglie
Mai non raccolga il vol;
E Filomena sol
Vi faccia il nido.
Nei campi e nelle selve
Nei campi e nelle selve
Seguivo già le belve,
Pascevo il gregge ancor
Libero pastorel,
Libero cacciator;
Ora non son più quello:
Perdei la libertà.
E quel ch'è peggio, oh Dio!
Come se il mio tormento
Colpa non sia di lei,
Mostrare al mio lamento
Clori non vuol pietà.
Giura il nocchier che al mare
Giura il nocchier che al
mare
Non presterà più fede,
Ma se tranquillo il vede
Corre di nuovo al mar.
Di non trattar più l'armi
Giura il guerrier tal volta,
Ma se una tromba ascolta
Già non si sa frenar.
Già la notte s'avvicina
Già la notte s'avvicina:
Vieni, o Nice, amato bene,
Della placida marina
Le fresch'aure a respirar.
Non sa dir che sia diletto
Chi non posa in queste arene,
Or che un lento zeffiretto
Dolcemente increspa il mar.
Sei mio ben
Sei mio ben, sei mio conforto,
Per te porto -- al cor catene,
Per te pene -- Amor mi dà.
Per te calma e pace spero,
Col pensiero -- a te m'aggiro;
Né sospiro -- altra beltà.
E pur fra le tempeste
E pur fra le tempeste
La calma ritrovai.
Ah, non ritorni mai
Mai più sereno il dì.
Questo de' giorni miei,
Questo è il più chiaro giorno.
Viver così vorrei,
Vorrei morir così.
Giura il nocchier che al mare
Giura il nocchier che al mare
non presterà più fede,
ma se tranquillo il vede
corre di nuovo al mar.
Di non trattar più l'armi
giura il guerrier tal volta,
ma se una tromba ascolta,
già non si sa frenar.
Scrivo in te l'amato nome
Scrivo in te l'amato nome
Di colei, per cui mi moro,
Caro al Sol felice alloro,
Come Amor l'impresse in me.
Qual tu serbi ogni tua fronda,
Serbi Clori a me costanza:
Ma non sia la mia speranza
Infeconda al par di te.
Salvo tu vuoi lo sposo?
Salvo tu vuoi lo sposo?
Salvo lo sposo avrai:
Lascia del tuo riposo,
Lascia la cura a me.
I dubbi tuoi perdono;
Tutto il mio cor non sai;
Ti spiegherà chi sono
Quel ch'io farò per te.
Quella cetra, ah, pur tu sei
Quella cetra, ah, pur tu sei,
Che addolcì gli affanni miei,
Che d’ogni alma a suo talento,
D’ogni cor la via s’aprì.
Ah sei tu, tu sei pur quella,
Che nel sen della mia bella
Tante volte, io lo rammento
La fierezza intenerì.
Silvio amante disperato
Silvio amante disperato,
Sfortunato - cacciatore;
Infelice pastorello,
Per un core - senza amore
Pure alfin cedendo al Fato
Quì per sempre riposò.
Pastorelli, cacciatori,
Che passate - ov' egli giace,
Gli augurate - quella pace
Che la perfida sua Clori
Gli promise, e gli mancò.
(1)
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Eliseo, 27 aprile 1961
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Ultimo aggiornamento 13 agosto 2020