Lass Fürstin, lass noch einen Strahl (O Altissimo, lascia che il raggio della speranza), BWV 198

Testo della cantata (nota 1)
N. 1 - CORO
Lass, Höchster, lass der Hoffnung Strahl aus Himmelshöhen sich ergiessen, und sieh, wie bitt're Thränen fliessen an uns'rer Todten Trauermal. O Altissimo, lascia che il raggio della speranza s'effonda dalle sublimità celesti, e contempla quali amare lacrime scorrano alla tomba dei nostri morti.
N. 2 - RECITATIVO
Ach wehe, weh uns Menschen allen, erstarrt sinkt Jeder einst zur Gruft; die Liebe weint, die Klage ruft: o herbes Loos, dem wir verfallen! Es kennt der Tod kein theures Band, er rafft dahin, was fleischgeboren: mit Adams Fall ging auch verloren die Seligkeit, das Heimathland! Ahimé, a tutti gli uomini, incombe il destino dì scendere nella fredda tomba; piange l'amore, s'alza il lamento: o crudele fato, a cui tutti soccombiamo! La morte non conosce alcun legame caro, afferra avidamente tutto ciò che è fatto di carne: con la caduta d'Adamo è andata perduta anche la beatitudine, la terra patria!
N. 3 - ARIA
Hinweg, hinweg, entflohn ist Edens Friede! Das Leben beut nur Kampf und Noth, nach Müh, und Sorge schliesst der Tod, o Schmerzenswort! Die Augen müde; o Schmerzens wort! Via, via è fuggita la pace dell'Eden! La vita offre soltanto lotta e dolore, dopo fatiche e turbamenti conclude la morte, o parola di dolore! Gli occhi affaticati; o parola di dolore!
CORALE
Der ersten Unschuld reines Glück, wohin bist du geschieden? Du flohst, und kehrest nicht zurück mit deinem Süssen Frieden. Dein Edensgarten blüht nicht mehr, verwelkt durch Sündenhauch ist er, durch Menschenschuld verloren. Pura felicità della prima innocenza, sei scomparsa e dove sei andata? Sei scomparsa, e non ritorni più con la tua dolcissima pace. Il tuo Eden non fiorisce più, è avvizzito dalla greve aria dei peccati, perduto dalla colpa degli uomini.
N. 4 - RECITATIVO
Der Glocken bebendes Getön soll unsrer trüben Seelen Schrecken durch ihr geschwungnes Erze wecken und uns durch Mark und Adern gehn. 0, möchte doch dies bange Klingen, das über Gräber täglich gellt, allmächt'ger Schöpfer dieser Welt dir Zeugniss unsres Jammersbringen. Il vibrante suono delle campane deve infonder terrore nelle nostre anime afflitte, con il Suo rintocco, accelerando i battiti del cuore. Oh, possa questo suono, che ogni giorno echeggia sulle tombe, oh altissimo Creatore di questo mondo, possa darti testimonianza del nostro lamentevole vivere.
CORALE
Ich armer Mensch, ich armer Sünder steh'hier vor Gottes Angesicht; ach Gott, ach Gott verfahr' gelinder und geh'nicht mit mir in's Gericht. Erbarme dich, erbarme dich, Gott, mein Erbarmer, über mich! Io povero uomo, io povero peccatore, sto innanzi allo sguardo di Dio; oh Signore, sii mite con me e non condurmi in giudizio. Abbi pietà per me o Dio misericordioso!
N. 5 - ARIA
Getrost! Erbarmen kam von Gott, getrost! Wie mächtig hat sein Christ gerungen, da erdes Todes Arm bezwungen, zu tilgen aller Sünden Noth, zu tilgen aller Sünden Noth. Abbi fiducia! Pietà venne da Dio, abbi fiducia! Con quale possanza il suo Cristo ha lottato, sottomesso dalla morte terrena, per cancellare la pena di tutti i peccati.
N. 6 - RECITATIVO
Im Lebern fromm, getreu im Sterben soll fest der Christ zu Christo stehn; dann wird dem Tod in's Aug' er sehn, die Furcht kann ihn nicht mehr entfärben. Ja selig der in Christi Geist sich über die Natur erhebet, vor Gruft und Särgen nicht erbebet, wenn ihn sein Schöpfer scheiden heisst. Devoto nella vita, fiducioso alla morte, sicuro Cristo sta; egli guarderà negli occhi la morte, e il timore non può farlo più impallidire. Sì, beato chi, nello spirito di Cristo, può sollevarsi al di sopra della natura, non timoroso dinnanzi alla tomba e ai sarcofaghi, quando alla morte il suo Creatore lo chiamerà.
N. 7 - CORO
Von dir, du Vorbild aller Frommen, von dir, erhab'ner Gottessohn, von dir, o Lamm im Himmelsthron, ist ew'ges Leben wieder kommen. Da te, modello di tutte le creature pie, da te, sublime Figlio di Dio, da te, Agnello sul Trono celeste, torna la vita eterna.
CORALE
Soll ich den auch des Todes Weg und finstre Strassen reisen, wohlan! so tret' ich Bahn und Steg, den mir dein Augen weisen. Du bist mein Hirt, der Alles wird zu solchem Ende kehren, dass ich einmal in deinem Saal dich ewig möge ehren. Si deve percorrere la via della morte ed oscuri cammini, suvvia! m'avvio per i vari itinerari che il tuo sguardo conosce. Tu sei il mio pastore, che farà tornare tutto alla sua giusta fine; possa io, una volta giunto al tuo cospetto, onorarti in eterno.
N. 8 - ARIA
Des ewgen Gottes Vaterhaus zieht, Freunde, die gehob'nen Blicke von ird'scher Niedrigkeit zurücke, und tilget Gram und Kummer aus. Es strahlt im Glanz, im Glanz der Sonnen, der grosse Tag verscheucht die Nacht. Der Geist, er spricht: Es ist vollbracht, was Liebe wob, was Gnad' gesponnen. Andate, o amici, alla dimora paterna dell'eterno Iddio, distogliete gli sguardi dalle meschinità terrene, e deponete ogni cruccio ed angoscia. Irradia nello splendore, nello splendore del Sole, il grande giorno mette in fuga la notte. Lo Spirito parla: E' adempiuto ciò che l'amore animò, ciò che la Grazia elevò.
CORALE
O wie selig seid ihr doch, ihr Frommen, die ihr durch den Tod zu Gott gekommen, ihr seid entgangen aller Noth, die uns noch hält gefangen. Beate siate dunque, pie creature, giunte per il tramite della morte a Dio, sopravvissute a tutte le pene, che ci avevano trattenuto sinora.
N. 9 - RECITATIVO
O grosse Lieb! Es hält uns werth der König Himmels und der Erde; er will, dass uns das Heil auch werde, das unsre Todten schon verklärt. Dort stehn sie vor des Lammes Throne entrückt der Erde Eitelkeit; im perlenreinen Unschuldskleid empfingen sie des Lebens Krone. So weit der Himmel spannt sein Zelt, das Meer das Erdenrund umfliesset, so weit die Sonn'ihr Licht ergiesset, preist selig sie die ganze Welt. Doch wir, wir gehn im Pilgerkleide noch eine Zeit nach Gottes Wahl und wandeln hier im dunkel Thal: Dann kommt des Wiedersehens Freude. O grande amore! ci salva il Re del Cielo e della terra; Egli vuole che la salvezza sia anche nostra, che illumini i nostri morti. Là, presso il trono dell'Agnello, sottratti alla vanità della terra; in vesti d'innocenza perlacee, hanno ricevuto la corona della vita. Sin dove il cielo estende il suo arco, sin dove il mare fluttua attorno alla terra, sin dove il sole irradia la sua luce, l'intero mondo innalza lodi di beatitudine. E noi ora, in vesti di pellegrini procediamo ancora verso la scelta che farà Dio ed erriamo quaggiù nell'oscura valle: poi giunge la gioia del ritrovarci.
N. 10 - CORO
O Menschenkind, du stirbest nicht, du weisst, dass dein Erlöser lebet, der dich erweckt und hoch erhebet, ob dieser Weltbau auch zerbricht. Herr Jesu Christ, nach deinem Worte, ist dein das Reich und dein die Kraft, die Leben wirkt, die Welten schafft: Erschliess auch uns des Himmels Pforte. O Figlio dell'uomo, Tu non muori, Tu sai, che il tuo Salvatore vive, che ti risveglia e ti innalza, pur se quest'ordine cosmico andasse in frantumi. O Signore Gesù Cristo, secondo la Tua parola, è tuo il regno e tua la forza, che anima la vita, e crea il mondo: schiudi anche per noi le porte del cielo.
CORALE
Auf, mein Herz! des Herren Tag hat die Nacht der Furcht vertrieben; Christus, der begraben lag, ist im Tode nicht geblieben. Nunmehr bin ich recht getröst't: Jesus hat die Welt erlöst. Orsù, mio cuore! il giorno del Signore ha messo in fuga la notte; Cristo, che giaceva nel sepolcro, non è rimasto senza vita. D'ora in poi sono consolato: Gesù ha salvato il mondo.
(Traduzione libera di Luigi Bellingardi)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 23 maggio 1980


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Ultimo aggiornamento 16 febbraio 2014