Vergnügte Ruh', beliebte Seelenlust, BWV 170

Testo della cantata (nota 1)
n. 1 - Aria
Vergnügte Ruh', beliebte Seelenlust,
Vergnügte Ruh', beliebte Seelenlust,
dich kann man nicht bei Höllen-Sünden,
wohl aber Himmels-Eintracht finden,
du stärkst allein die schwache Brust,
Vergnügte Ruh', beliebte Seelenlust.
Drum, drum sollen lauter Tugendgaben
in meinem Herzen Wohnung haben.
Lieta serenità, ben amato diletto delle anime,
lieta serenità, ben amato diletto delle anime,
non ti si può trovare per i peccati infernali
ma soltanto per la concordia celeste,
tu sola rinvigorisci il debole petto,
lieta serenità, ben amato diletto delle anime.
Perciò solamente i doni della virtù
devono abitare il mio cuore.
n. 2 - Recitativo
Die Welt, das Sündenhaus, bricht nur in Höllenlieder
aus und sucht durch Hass und Neid
des Satans Bild an sich zu tragen.
Ihr Mund ist voller Ottergift,
der oft die Unschuld tödlich trifft,
und will allein von Racha, Racha sagen.
Gerechter Gott, wie weit ist doch der Mensch von dir entfernet;
du liebst, jedoch sein Mund macht Fluch und Feindschaft kund
und will den Nächsten nur mit Füssen treten.
Ach! diese Schuld ist schwerlich zu verbeten.
Il mondo, casa del peccato, prorompe soltanto in canti infernali e cerca con l'odio e con l'invidia
di trarre a sé l'immagine di Satana.
La sua bocca è colma di veleno viperino,
che sovente colpisce a morte l'innocenza,
e vuol parlare solamente di vendetta.
O Dio, tu che sei giusto, quanto lungi da te l'uomo s'allontana;
tu dai amore, eppure dalla bocca dell'uomo escono bestemmia ed inimicizia senza risparmio
e al prossimo soltanto a piedi vuole accostarsi.
Ah, una colpa simile è difficile da proibire.
n. 3 - Aria
Wie jammern mich doch die verkehrten Herzen,
die dir, mein Gott, so sehr zuwider sein,
die dir, mein Gott, so sehr, mein Gott,
so sehr zuwider sein.
Ich zitt're recht und fühle tausend Schmerzen,
tausend Schmerzen wenn sie sich nur an Räch',
an Räch' und Hass erfreu'n.
Gerechter Gott, was magst du doch gedenken,
wenn sie allein mit rechten Satans Ränken
dein scharfes Strafgebot frech, dein scharfes
Straf gebot frech verlacht.
Ach! ohne Zweifel hast du so gedacht, ohne Zweifel hast du so gedacht:
Wie jammern mich doch die verkehrten Herzen,
wie jammern mich doch die verkehrten Herzen!
Come mi fanno pietà i cuori stravolti
che si contrappongono a te, che tanto si contrappongono a te,
mio Dio, che tanto ti si contrappongono.
Davvero io tremo, e sento a migliaia i dolori,
a migliaia i dolori, quand'essi soltanto della vendetta,
della vendetta e dell'odio s'allietano.
O giusto Dio, come puoi mai ricordarti di loro,
quand'essi soltanto con intrighi, degni di Satana,
temerariamente deridono il severo tuo castigo.

Ah, senza dubbio tu hai pensato così, senza dubbio tu hai pensato così:
come mi fanno pietà i cuorio stravolti,
come davvero mi fanno pietà i cuori stravolti!
n. 4 - Recitativo
Wer sollte sich demnach
wohl hier zu leben wünschen,
wenn man nur Hass und Ungemach vor seine Liebe sieht?
Doch weil ich auch den Feind wie meinen besten Freund
nach Gottes Vorschrift lieben soll,
so flieht mein Herze Zorn und Groll,
und wünscht allein bei Gott zu leben, der selbst die Liebe heisst.
Ach, eintrachtvoller Geist, wann wird er dir doch nur
sein Himmels-Zion geben?
Chi dunque doveva,
doveva desiderare di vivere qui,
se, prima dell'amor suo, vede soltanto odio e avversità? Ora, proprio perché io devo amare anche il nemico come se fosse
l'amico mio migliore, secondo il precetto di Dio, proprio per questo il mio cuore fugge l'ira e il rancore, e desidera vivere soltanto presso Dio, che è tutt'uno con l'amore.

Ah, o Spirito colmo di concordia, quando potrà
esser per te soltanto la Sion celeste?
n. 5 - Aria
Mir ekelt mehr zu leben,
mir ekelt mehr zu leben, drum nimm mich, Jesu, hin.
Mir graut vor allen Sünden,
lass mich dies Wohnhaus finden,
wo selbst ich ruhig bin.
Mi ripugna di vivere oltre,
mi ripugna di vivere oltre, prendimi dunque con te, o Gesù.
Sento orrore di tutti i peccati,
concedi che io possa trovar dimora
ove io stesso sono lieto e sereno.
(Traduzione di Luigi Bellingardi)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di cie della Conciliazione, 14 novembre 1984


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Ultimo aggiornamento 14 settembre 2014