L'histoire du soldat

Balletto in due parti

Testo del libretto

PARTE PRIMA

MARCIA DEL SOLDATO

NARRATORE
(ritmata durante la musica)
Presso Denges o Denezy
sta tornando a casa sua
in licenza un militar.
Marcia a piedi da un bel po'
molta strada ha percorso già.
È impaziente d'arrivare
di sedersi a riposare.
(La musica continua. Lo scenario rappresenta le rive di un ruscello. Il Soldato entra in scena. Fine della musica.)
Niente male, è un bel posticino...
(il soldato siede sulla riva del ruscello)
Ma che schifoso mestiere è il mio!
(apre il suo sacco)
Sempre in marcia, senza una lira...
Guarda qui: tutto sottosopra.
Ho perso il mio San Giuseppe!
(si tratta di una medaglia d'argento dai bordi dorati con il ritratto del suo patrono San Giuseppe)
Ah eccolo, tanto meglio...
Continua a frugare tirando fuori carte, cartucce, uno specchio (fortunatamente ancora intero).
Ma il ritratto, dove si è cacciato?
(il ritratto che gli aveva regalato la fidanzata)
L'ha ritrovato.
Continua a frugare...
Più a fondo trova un piccolo violino.

IL SOLDATO
(accordando il violino)
Si vede che è a buon mercato bisogna sempre accordarlo

PlCCOLA ARIA SUL BORDO DEL RUSCELLO

(Entra il Diavolo. È un vecchietto con in mano un acchiappafarfalle. Il Diavolo lo avvicina da dietro. Fine della musica.)

IL DIAVOLO
Dammi il tuo violino.

IL SOLDATO
No!

IL DIAVOLO
Vendimelo.

IL SOLDATO
No!

IL DIAVOLO
(Posando l'acchiappafarfalle e prendendo nella destra un libro che tiene sotto il braccio sinistro)
Dammelo in cambio di questo libro.

IL SOLDATO
Ma se non so leggere.

IL DIAVOLO
Non serve saper leggere. È un libro, come potrei dire, è più che un libro... È una cassaforte! Basta aprirlo e tirar fuori titoli! Assegni! Oro!

IL SOLDATO
Bisogna che prima lo veda.

IL DIAVOLO
Assolutamente d'accordo.
(Tende il libro al Soldato che si mette a leggere biascicando e tenendo il segno con l'indice.)

NARRATORE
A termine, a vista, corso dei cambi... Non se ne capisce niente.

IL SOLDATO
D'accordo, ho letto, ma non c'ho capito niente.

IL DIAVOLO
Va avanti, il resto verrà.

IL SOLDATO
E poi, signore, se questo libro vale tanti soldi, il mio violino è costato diecimila lire.

IL DIAVOLO
Ragione di più.

IL SOLDATO
Va bene, intesi.

NARRATORE
A termine, a vista, corso dei cambi, borsa di sabato 31... Ma che giorno è oggi? Mercoledì 28... Ma guarda questo è un libro che anticipa i tempi. Che cosa buffa.

IL DIAVOLO
(dopo aver inutilmente tentato di suonare il violino)
Verrai a casa mia.

IL SOLDATO
A fare che cosa?

IL DIAVOLO
(indicando il violino)
Non funziona. Devi farmi vedere.

IL SOLDATO
Ma ho solo 15 giorni di licenza.

IL DIAVOLO
Ti presterò la mia carrozza, così farai molto più in fretta.

IL SOLDATO
E mia madre che conta sul mio arrivo?

IL DIAVOLO
Non sarà certo la prima volta.

IL SOLDATO
E la mia fidanzata? Lei pure mi aspetta.

IL DIAVOLO
La rivedrai da qui a qualche giorno.

IL SOLDATO
Ma dove abitate voi?

IL DIAVOLO
Alloggiato, coccolato, saziato, lavato e rilassato, avrai perfino la mia carrozza per il ritorno. Due o tre giorni, un breve ritardo, dopodiché sarai ricco per sempre.

IL SOLDATO
E da mangiare cosa ci sarà?

IL DIAVOLO
Carne tre volte al giorno.
IL SOLDATO
(rimettendo le sue cose nel sacco)
E da bere?
IL DIAVOLO
Vino pregiato
IL SOLDATO
Ci sarà anche da fumare?
IL DIAVOLO
I migliori sigari Avana, con l'anello e la carta dorata.
NARRATORE
Ebbene, come volete. Andiamo. Come volete, dico,...
e il Soldato seguì il vecchio a casa sua, scoprendo che aveva detto tutta la verità.
Giuseppe ebbe da bere e da mangiare curato come mai gli era accaduto nella vita.
Insegnò al vecchio a suonare ed imparò ad usare il libro. Valeva ben la pena di ritardare di due giorni il ritorno!
Il mattino del terzo giorno.
Il vecchio entrò e chiese a Giuseppe:
"Sei pronto? Anzitutto, hai dormito bene"? Giuseppe rispose di sì
"Allora sei contento"? Oh sì! "Ebbene andiamo".
Essi salirono sulla carrozza che subito si mise in moto. All'improvviso Giuseppe afferrò con le due mani i cuscini. Non capiva cosa gli stesse succedendo. "Tieniti, disse il vecchio, tieniti bene. Attenzione! - disse il vecchio -, i miei cavalli vanno di gran carriera!" Giuseppe avrebbe voluto scendere, saltare, ma non c'era modo. La carrozza si era alzata in volo e attraversato il cielo: "Sei contento eh!, sei sempre contento?" Essa fluttuava nell'aria al di sopra dei campi, quanto tempo? Il tempo non c'era più... Poi, di nuovo, fu come prima.

MARCIA DEL SOLDATO
NARRATORE
(ritmata durante la musica)
Presso Denges o Denezy
sta tornando a casa sua
in licenza un militar.
Marcia a piedi da un bel po'
molta strada ha percorso già.
È impaziente d'arrivare
di sedersi a riposare.
(Fine della musica)
Bene! Eccoci di nuovo a casa.
Buongiorno signora Chappuis. Ella è nel suo orto, buongiorno, come va? Non sente! Ma ecco Luigi, ehi, Luigi! Passa nel prato col suo carretto, è proprio Luigi, un vecchio amico, ma che c'è? Cosa succede? Non mi risponde nemmeno! Ehi Luigi, non mi riconosci più, o che cosa? Giuseppe, Giuseppe il soldato, te lo devi ricordare. (Ma l'altro continua per la sua strada. Ecco la scuola, con la campanella e gli attrezzi, sono Giuseppe, vi ricordate certo di me. Ecco il forno, la locanda e gente da tutte le parti, uomini, donne bambini. Che c'è? Hanno forse paura di me? Ma una prima porta si chiude, e subito un'altra. E una terza ancora, stridendo sui cardini arrugginiti. È lui allora: "Finalmente!" Scorgendo la casa di sua madre. Ma lei, vedendolo arrivare si mette in salvo gridando. Non gli rimane che la fidanzata... Sposata! Due bambini!
(lungo silenzio. Poi sordamente.)
Ah brigante, maledetto demonio! Sono stato una bestia a dargli retta. E, se è vero che ero affaticato e affamato, questo non spiega perché gli abbia dato retta in quel modo. Non bisogna forse fare attenzione a quello che la gente che non si conosce vi dice? Ed invece io l'ho ascoltato. Avrei dovuto diffidare di lui, invece di dargli retta. E gli ho dato anche il mio violino. Ah! Me sventurato! E ora che faccio? Che faccio?
(La scena rappresenta il campanile del villaggio visto ad una certa distanza. Il Diavolo, sotto l'aspetto di un mercante di bestiame, sta attendendo in mezzo alla scena, appoggiato al suo bastone.)

MUSICA PASTORALE
IL SOLDATO
(fuori scena)
Ah! Brigante, maledetto demonio!
(Compare in scena con la sciabola sguainata e si lancia contro il Diavolo)
IL DIAVOLO
(immobile)
Cosa hai intenzione di fare adesso?
IL SOLDATO
(retrocedendo, con gesti di minaccia)
Ah! Brigante, maledetto brigante!
IL DIAVOLO
Cerca di parlare educatamente! E calmati... Buono. Mi capisci? Cosa vuoi fare adesso?
(Il Soldato ha chinato il capo. Silenzio)
Hai già dimenticato tutto? E quel libro ben rilegato?
IL SOLDATO
È insieme a tutte le altre mie cose.
IL DIAVOLO
Allora tu hai più del necessario. E poi, sei o non sei un sodato? Allora fallo vedere a questi signori e signore...
(urlando)
Attenti! Non muoverti!... Ecco!...
(indicando la sciabola)
Nascondila!
(il Soldato rimette la sciabola nel fodero)
Posa il sacco!
(gli indica il fondo della scena. Il Soldato obbedisce)
Bene!... Rimettiti sull'attenti... Attenti!... ed ora ascolta! Togliti il berretto da questurino e mettiti questo!... Toh!.
(gli getta un berretto)
Ti dona moltissimo. Ed ora togliti la giubba, ti troverò una giacca
(il Soldato esegue)
Rimettiti sull'attenti. Attenzione! Non hai finito. Dove hai messo il libro?
(il Soldato indica il sacco)
Ah già, me l'hai detto. Vallo a cercare.
(il Soldato va al sacco. Il Diavolo l'osserva. Il Soldato fruga nel sacco e ne leva parecchi oggetti, lo specchio, la medaglia)
No, solo il libro! Ecco!... Ed ora vieni verso di me.
(il Soldato torna col libro in mano)
Ma non tenerlo così. Potresti perderlo. Mettitelo sotto il braccio.
(mette il libro sotto al braccio del Soldato)
Un libro che vale miliardi, stacci bene attento.
(leva da una tasca il violino)
Ciò che ho, ciò che tu hai, a ciascuno il suo. Come vedi.
(conduce via il Soldato. La scena rimane per un istante vuota...)

MUSICA PASTORALE
NARRATORE
Così iniziò a leggere e il risultato della sua lettura furono, soldi, soldi, e soldi ancora.
Continuò a leggere senza sosta, ottenendo tutto il denaro che voleva, e con il denaro poteva avere tutto, diventare un ricco commerciante...
(rullo di tamburo)
Signore, signori scegliete... Tinte in nero, blu marine, azzurro, celeste, blu pastello, blu ciclo, beige, sabbia, grigio, grigio nero, grigio grigio, grigio argento, viola pallido, marrone, tele, stoffe, grisaglie, larghezza 140, 130, 120, 110, stoffe fantasia, sete della Cina, sete originali, prezzi dell'anteguerra...
(rullo di tamburo)
Mercante, mercante d'oggetti. E poi non c'è più bisogno nemmeno delle cose quando si è entrati nello spirito del commercio. Io posso aggirare gli altri come voglio perché so ciò che la gente si aspetta. È un libro... è una cassaforte, bisogna solo aprirla, e cavarne... Si può avere tutto ciò che si vuole, basta averne voglia e si ottengono tutte le cose della vita. Perché bisogna morire un giorno; e allora in fretta, prima che succeda...
Non mi ha mentito perché c'è la morte alla fine. Una cosa, poi un'altra, poi ancora una. Si pagano e si ottengono. Tutto. Tutto... Si ferma... Tutto? Niente. Tutto e poi niente. Tutto è come niente. Cosa succede? Cosa succede?
Tutte le cose ottenute sono come un niente, perché non hanno alcun valore: oggetti privi di anima, cose morte, vuote: niente di più di una scorza...
O le belle cose di un tempo, le cose vere, quelle che ciascuno rimpiange, le sole che contino qualcosa!...

PICCOLA ARIA SUL BORDO DEL RUSCELLO

Quando si stava seduto sull'erba, bella da sentire, toccare, che sono di tutti, che non costano nulla, che non c'è bisogno di pagare. Per tutti non per me. Alla fine della settimana, al sabato sera, la gente innaffiava il giardino, quanti innaffiatoi e le bambine si divertivano con il girotondo; passando dietro il muro, si stava seduti sull'erba, la domestica vi riempiva il bicchiere. Le cose di dentro, le sole di cui c'è bisogno.
(Fine della musica)
Essi non hanno niente e hanno tutto. Ed io che ho tutto, non ho niente. Niente di niente. Non ce la faccio più. Satana, Satana, tu mi ha derubato. Che fare? Forse nel libro troverò qualche cosa? (E così lo apre un'altra volta)
Ehi! libro tu me lo devi spiegare perché gli altri sono felici, come fanno? Tu dovrai ben sapere come fare per non possedere più nulla.
Suona il telefono...
"Pronto..." "Signore, è per il vostro conto corrente." "Richiamate più tardi".
Risuona il telefono
"Più tardi vi ho detto". Ma tu libro, tu mi capisci, come fare per tornare ad esser quello di prima?
(Si vede il Soldato seduto alla scrivania mentre sfoglia il libro. Egli si guarda intorno.)
IL SOLDATO
Tutti mi invidiano come mai nessun uomo è stato invidiato. Io sono morto, sono fuori dalla vita.
(Il Diavolo sotto l'aspetto di una vecchia merciaia, sporge la testa dalla quinta di sinistra senza essere visto dal Soldato.)
Sono enormemente ricco, eppure sono un morto tra i viventi.
(Il Diavolo sporge la testa dalla quinta di destra. Il Soldato piglia il libro e lo scaraventa a terra).
IL DIAVOLO
(con voce urtante di falsetto)
Permesso signore?
IL SOLDATO
Che volete?
IL DIAVOLO
Vorrei parlarvi
(avanza a passettirii)
Ma, permettete
(raccogliendo il libro e tendendolo al soldato)
Mi pare che l'abbiate lasciato cadere.
IL SOLDATO
(prendendo il libro)
E allora?
IL DIAVOLO
Signore, devo spiegarvi. Fuori, sul pianerottolo, ho un sacco di cose rare, curiosità...
IL SOLDATO
Grazie tante.
IL DIAVOLO
Ma Signore, per carità...
IL SOLDATO
(estraendo il portafoglio)
Prendete.
IL DIAVOLO
Ma Signore, ho anch'io la mia dignità. Voglio guadagnarmeli i soldi onestamente, col mio mestiere. Il sacco è fuori, vado a prenderlo faccio in un attimo...
(rientra col sacco del Soldato e lo posa a terra)
Ecco signore guardate.
(sempre più in fretta)
Anelli, orologi, collane?
(segno di diniego del Soldato)
Merletti? No? Dite che non vi servono... Già non siete sposato... Sa ciascuno fa il proprio mestiere. E una medaglia d'argento col bordo dorato?
(segno di diniego, però con stupore)
No, sempre no. E uno specchio? No... Ho trovato: un bel ritratto incorniciato.
(il Soldato si gira verso di lui)
Ah! Ecco qualcosa che ha l'aria di interessarvi. No? Nemmeno questo?
(tira fuori il violino del soldato e lo presenta al pubblico)
Allora un piccolo violino?
(il Soldato si alza bruscamente, il diavolo è voltato verso il pubblico e parla oltre la spalla.)
Quanto?
(il Soldato si mette a seguirlo).
Quanto vi dico.
(il Soldato gli si avventa contro. Il Diavolo nasconde il violino dietro la schiena.)
Ci si mette sempre d'accordo tra amici.
(gli porge il violino)
Provatelo e poi stabiliremo il prezzo.
(Il Soldato si impossessa del violino. Prova a suonarlo, ma resta muto. Il Diavolo è scomparso. Il Soldato scaraventa con forza il violino verso le quinte. Comincia la musica della terza scena. Ritorna alla scrivania. Prende il libro e lo straccia. La musica cessa.)

PARTE SECONDA

MARCIA DEL SOLDATO
NARRATORE
(ritmata durante la musica)
Presso Denges o Denezy
guarda dritto davanti a se
Ma dov'è che se ne va.
Marcia a piedi da un bel po'
il ruscello e poi il ponte,
dov'è che va non si sa.
(fine della musica)
No, non lo sa nemmeno lui dove andare. Sa solo che ha fallito. Non gliene importa più niente di tutte le ricchezze che aveva. Se ne è sbarazzato senza dire niente a nessuno, e si è salvato. È tornato indietro nel tempo, cammina ancora ma senza il sacco e tutto ciò che conteneva.

MARCIA DEL SOLDATO

(Ritmato)
Sulla strada di Denezy
dato che questo è il paese
o forse non più
dal momento che il soldato
sta facendo inversione a U.
(Fine della musica)
Ecco un altro paese con un villaggio dentro. Pensa "Entriamo". Vede una locanda. Entra. Si siede e ordina. Berrà un bicchiere e poi? Si mette a guardare attraverso le finestrine ornate di tende bianche e morbide trattenute da un nastro rosso, le deliziose tende bianche. Guarda le foglie che cadono. E poi cosa succede? Improvvisamente la piazza si anima e qualcuno chiama la gente facendo rullare un tamburo. Sì, il rullo del tamburo avvisa che la figlia de re (del re di quel regno, ovviamente) sta male, non dorme più, non mangia più, non parla più, e il re fa proclamare col tamburo che donerà la figlia (del re di quel regno, ovviamente, cioè sua figlia) a chi potrà guarirla. Proprio in quel momento entra un tizio che dice a Giuseppe: «Salve compagno, tu non mi conosci ma io ti chiamo così perché anch'io sono stato militare. Per questo ti ho detto "Compagno". Quando ti ho visto entrare mi sono detto: devo andargli a parlare. Non ha l'aria tanto soddisfatta, ho pensato, andiamolo a consolare. Per te poi potrebbe essere una buona occasione. Hai sentito, no, della figlia del re, che ne pensi. È una cosa per te. Perché io, vedi, sono già sposato, ma tu, hai la tua libertà. Non rischi niente. Vai e dici: sono un soldato medico... poi, se non ce la fai a guarirla, pazienza ne sarà valsa la pena lo stesso».
(Il narratore da un pugno sul tavolo)
Perché no?
(altro pugno sul tavolo)
Perché no dopo tutto. Grazie compagno e arnvederci. Nello stesso istante si alza. Si alza esce e se ne va. All'ingresso del giardino del re le guardie lo fermano e gli chiedono dove stia andando. Dove vado? Ma dal re naturalmente.

MARCIA REALE

(Il Narratore ha acceso le due candele che sono state poste sul tavolo. Tutte le altre luci si spengono)
Hanno suonato la banda, poi il re mi ha ricevuto. Tutto procede per il verso giusto. Mi ha detto: «Siete un medico»? «Certo! Ho risposto, un soldato medico» Ne sono già venuti tanti per niente «Beh, io ho un sistema tutto particolare» «Se è così va bene, visiterete mia figlia domani»
(Il Narratore ha un mazzo di carte. Le rimescola tra le dita).
Perfetto, ho detto perfetto. Aveva ragione quel commilitone. Effettivamente, perché non tentare? Una donna tutta per me. Dopo tanto tempo che sono solo.
(Si vede una camera del palazzo nell'oscurità. Il Soldato è seduto dinanzi a un tavolino uguale a quello del Narratore e sul quale ardono due candele, vi è pure un quartino di vino. Il Soldato maneggia un mazzo di carte.)
IL SOLDATO
Ed ora mi faccio le carte, vediamo cosa dicono. Sette di cuori, dieci di cuori, sempre cuori, nient'altro che cuori...
(beve)
Dico bene; perché non dovrei essere io? Una donna tutta per me, solo per me, e nientemeno che la figlia del re.
(Il Diavolo si erge a fianco del Soldato tenendo il violino al petto)
IL DIAVOLO
Eccomi, sono arrivato prima di te.
(Silenzio. Il Soldato ha chinato il capo e non si muove più. Il Diavolo girando intorno al tavolo)
Hai fatto male ad adirarti, eri ricco, considerato. Solo un colpo di testa è vero, ma ora tu sei perduto.
(Silenzio. Il Soldato è sempre immobile)
Sette di cuori, dieci di cuori, regina di cuori, ti sei detto: ecco la fortuna! Ne eri proprio convinto, vero?
(mostrando il violino)
Solo che io ho il mezzo.
(si mette a girare intorno al Soldato facendo dei giochi di destrezza sul violino)
NARRATORE
(sordamente)
È la verità ciò che dice. È lui ad avere la chiave di tutto. Io non ho niente, non ho più niente.
(il Narratore apostrofa improvvisamente il Soldato)
Forza, dacci dentro, saltagli addosso, spaccagli i reni.
IL SOLDATO
(immobile)
Non è un uomo, non posso fargli niente.
IL NARRATORE
Certo che sì. Puoi fargli male, eccome. Lui ti sta dietro perché hai ancora del denaro suo. Sbarazzatene e sarai salvo. Gioca a carte con lui e fallo vincere.
IL SOLDATO
(al Diavolo)
Volete giocare? Ho dei soldi.
IL DIAVOLO
(s'arresta stupefatto)
Come?
IL SOLDATO
Volete giocare? Ho detto?
IL DIAVOLO
(prendendo una sedia)
Caro amico, molto volentieri.
IL NARRATORE
Vincerà, vuole sempre vincere. Tu lascialo fare, sarà la sua fine.
IL SOLDATO
(levando il denaro dalle sue tasche)
Ecco qui oro, banconote e monete.
IL DIAVOLO
(deponendo il violino sulle ginocchia)
Fantastico.
IL SOLDATO
Quanto scommettiamo?
IL DIAVOLO
Mille al punto.
IL SOLDATO
Ventimila non una lira di meno.
IL DIAVOLO
Contento voi, ma state bene attento!
(Il Soldato fa le carte il Diavolo le taglia)
Il libro lo avete perduto, il violino pure, non vi restano che gli spiccioli e pure quelli se ne vanno...
(il Diavolo vince)
Sarà la fine, non vi resterà più nulla.
(il Diavolo vince)
Significherà per voi fare la fame F. A M. E. la fame,
(il Diavolo vince)
Chiaro sarai perduto, perduto. Te ne andrai scalzo e nudo. Tutto nudo.
(continua a vincere)
IL NARRATORE
(al Soldato)
E dai. Cinquantamila.
IL SOLDATO
Bene. Dico cinquantamila.
IL DIAVOLO
Sei pazzo.
IL NARRATORE
(gridando)
E ora un milione.
IL DIAVOLO
(parlando penosamente e mettendo il violino sotto il braccio)
Piano mio caro, piano. Ecco qua hai perso.
IL NARRATORE
(sempre rivolto al soldato)
Ed ora tutto ciò che ti rimane, punta tutto.
IL SOLDATO
D'accordo. Tutto.
(tutto quello che gli resta lo getta sul tavolo).
IL DIAVOLO
(alzandosi lentamente)
Asso di picche A S... S O... di... picche. E tu?
IL SOLDATO
Regina di cuori!
IL DIAVOLO
Mia, la posta è ancora mia.
(Egli vacilla)
IL NARRATORE
Lo vedi! Lo vedi!
(Il Soldato scosta la sua sedia, mette le mani sulle coscie e sporgendosi innanzi osserva il Diavolo che traballa sempre più).
Sta per cadere. Aspetta.
Ora alzati e dagli da bere! Ciò lo rianimerà!
Digli: «Alla tua salute!»
IL SOLDATO
(avvicinandosi al Diavolo col bicchiere)
Bevete! Vi farà bene.
(Il Diavolo titubante fa un gesto)
Bevete, vi ho detto. Bevete!
(lo spinge a bere, indi riempie il bicchiere)
Ed io bevo alla vostra salute.
(riempiendo ancora il bicchiere)
Un goccio ancora.
IL DIAVOLO
Voi... ve ne... approfittate.
IL NARRATORE
Attenzione! Sta per cadere.
(Infatti il Diavolo cade sulla seggiola, la parte superiore del corpo si rovescia sul tavolo)
IL SOLDATO
Mi sento leggero, proprio leggero!
(Si china sul Diavolo e tende la mano verso il violino).
Eh, se provassi,
(Moto convulso del Diavolo)
IL NARRATORE
Non ne ha ancora avuto abbastanza!...
IL SOLDATO
(vuotando il bicchiere a più riprese nella bocca del Diavolo)
È così dunque! E allora prendi!... prendi! E prendi ancora!...
(Egli attende un istante. Il Diavolo non si muove più)
IL NARRATORE
Ora riprenditi il tuo tesoro.
(Il Soldato s'impossessa del violino e si mette subito a suonare accanto al diavolo).

PICCOLO CONCERTO

(Il Diavolo si ribalta giù dalla seggiola. Il sipario cala).
IL NARRATORE
(durante il Piccolo Concerto, gridato. Le luci si riaccendono)
Signorina, ora sono in grado di guarirvi. Vengo subito a voi, perché ora posso tutto. Devo arrivare ad osare, perché ho ritrovato me stesso. Devo osare, mi sento forte, dopo essere stato liberato dalla morte, libererò anche voi.

La camera della principessa. Essa sta coricata sul letto, immobile. Il Soldato si mette a suonare. Essa apre gli occhi, si volge verso il Soldato. Si mette a sedere sul letto.

DANZE: "TANGO" "VALSE" "RAG-TME".

La stessa scena. Il Soldato e la principessa si tengono abbracciati. S'odono grida orribili tra le quinte. Entra il Diavolo nel suo vero aspetto. Cammina sulle quattro zampe. Il Diavolo gira attorno al Soldato ed ora fa il gesto di supplicarlo perché gli dia il violino, ora tenta di carpirglielo, ma il soldato lo minaccia con l'archetto.
La principessa si è rifugiata dietro al Soldato e segue le sue mosse in modo da rimanere sempre nascosta da lui.
Il Diavolo balzando ora indietro ora avanti precipita i suoi movimenti. Il Soldato ha un'idea: si mette a suonare il violino.

DANZA DEL DIAVOLO

Contorsioni del Diavolo. Egli cerca di trattenere le sue gambe con le mani, ma è trascinato tuttavia dalla musica. Infine cade a terra, spossato.
Il Soldato prende per la mano la principessa, si vede che essa non ha più paura. Essa danza intorno al Diavolo. Indi ad un segno del Soldato piglia il Diavolo per una zampa e in due lo trascinano fuori dalla scena. Ritornano in mezzo al palcoscenico e cadono di nuovo l'uno nelle braccia dell'altro.

PICCOLO CORALE

CANZONE DEL DIAVOLO
IL DIAVOLO
(ritmata)
Così è al momento
ma questo regno è mio
appartiene a me
chi i limiti passerà
in mio potere finirà
chi troppo vuole
nulla stringerà
vuoi che ti rimetta a letto la signora principessa?
Quanto al principe suo sposo digli
che al momento non ho più pazienza
li si condurrà dritti in basso
dove lì si arrostirà.
(La stessa azione. Prima frase del Corale)
IL NARRATORE
Non bisogna cercare di aggiungere ciò che si aveva a ciò che si ha, non si può essere al tempo stesso ciò che si era e ciò che si è. Bisogna saper scegliere; non si ha il diritto di possedere tutto: è proibito. Una felicità è tutta la felicità: due felicità, è come se non esistessero.
(Ripresa del Corale)
"Ho tutto, ho tutto", lui pensa. Ma un giorno lei gli dice: «Non so nulla di te, ancora nulla, raccontami qualcosa".
(Ripresa del Corale)
«Ciò che conta è lontano nel tempo, quando ero soldato; allora lasciai mia madre nel mio villaggio, lontano, tanto lontano, ed io ho dimenticato la strada»
(Ripresa del Corale. Fine del Corale)
«E se ci andassimo...!»
«Lo sai bene che è proibito»
«Soltanto una scappata, nessuno se ne accorgerà!» Lei lo guarda, poi gli dice: «Tu pure hai tanta voglia, dai! Dì di sì!... Dì di sì... Ma sì, lo vedo che hai voglia».
Egli le dice: «Vieni qui».
Ed ella: «Solo se mi dici di sì»
Ed allora il soldato pensa: «Forse mia madre mi riconoscerà questa volta; verrà ad abitare con noi e saremo tutti insieme...»
(In questo momento si vede passare il Diavolo vestito d'un magnifico costume rosso)
Eccoli, sono partiti, sono quasi arrivati.
Da lontano già vedono il campanile.
Lui arriva per primo. Ella è rimasta indietro.
(Di nuovo passa il Diavolo)
Lui si volta, la chiama...

Scenario uguale al secondo quadro: il campanile del villaggio e la pietra di confine. Si vede il Soldato che si è voltato e sta facendo dei segni. Si rimette in marcia, arriva alla pietra di confine; il Diavolo piomba innanzi a lui. Ha di nuovo il violino e lo suona.

MARCIA TRIONFALE DEL DIAVOLO

Il Soldato ha chinato il capo. Si mette a seguire il Diavolo lentamente, ma senz'ombra di rivolta. Si sente chiamare tra le quinte. Il Soldato s'arresta un istante. Il Diavolo insiste. Il Diavolo e il Soldato escono di scena. Si sente chiamare ancora un'ultima volta... Fine della musica.


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Ultimo aggiornamento 8 gennaio 2017