Quarta Sinfonia in la minore, op. 63


Musica: Jean Sibelius (1865 - 1957)
  1. Tempo molto moderato, quasi adagio (la minore)
  2. Allegro molto vivace (fa maggiore)
  3. Il tempo largo (do diesis minore)
  4. Allegro (la minore)
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, glockenspiel, archi
Composizione: 1910 - 1911
Prima esecuzione: Helsinki, Conservatorio, 3 aprile 1911
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1912
Guida all'ascolto (nota 1)

Sibelius iniziò a lavorare alla Quarta Sinfonia nell'ottobre del 1909; la terminerà dopo qualche interruzione nel 1911. Le reazioni del pubblico (la prima esecuzione ebbe luogo a Helsinki il 3 aprile del 1911, diretta dall'autore) furono di netto dissenso (non solo in Finlandia, ma anche negli Stati Uniti e, appena più moderatamente, in Inghilterra). Paradossalmente proprio contro Sibelius (che vedeva in questa Sinfonia una reazione contro le correnti più avanzate della musica contemporanea) si levarono le accuse di "ultramoderno" e "dissonante". Furono probabilmente la qualità dei temi (l'inizio del primo movimento usa una scala per toni interi e si sofferma spesso sull'intervallo di tritono) e la loro costituzione melodica, che a volte oscura il senso tonale, le principali cause dello scandalo. L'intervallo di tritono è presente in modo diffuso in tutti i momenti chiave del lavoro, assolvendo, in ogni movimento, ad una funzione connettiva fra di loro.

Dei quattro movimenti il più libero dal punto di vista formale è il primo. Dopo una tenebrosa introduzione, una sgargiante progressione degli ottoni, passando attraverso varie tonalità minori, conduce a quella di fa diesis maggiore, dove il movimento ha propriamente inizio, in un modo delicato e malinconico che si riascolterà verso la fine, prima della pastorale conclusione in la maggiore. L'irrequieto secondo tempo, che costituisce lo scherzo (Allegro molto vivace in 3/4), presenta singolari giustapposizioni di strumenti e di tonalità. Dopo un curioso episodio costruito soprattutto su due note di uno dei temi del movimento (un motivo ripetutamente enunciato dai vari strumenti), questo subito, ma morbidamente, si spegne. Il terzo movimento reca l'indicazione Il tempo largo e comincia con un libero preludiare degli strumenti, che prepara l'apparizione di un tema, nobilmente cantato dai violoncelli e più avanti ripreso dall'orchestra piena, che ricorda Bruckner; il movimento conclude con espressione misteriosa. Fantasioso si presenta l'Allegro finale con la singolare elaborazione del suo tema: la prima frase di questo, infatti, una volta esposta dai violini, la si riascolta poco nel seguito del movimento, mentre la seconda frase vi riappare variata, e un breve motivo cavato da essa funge, nel contesto, da idea dominante. Dopo un episodio con andamento di marcia e fortissime sonorità, il finale volge al termine ripiegando e disperdendosi in un'espressività dimessa.


(1) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001


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Ultimo aggiornamento 3 luglio 2020