Karelia suite, op. 11


Musica: Jean Sibelius (1865 - 1957)
  1. Intermezzo: Moderato (mi bemolle maggiore)
  2. Ballade: Tempo di menuetto (la minore)
  3. Alla marcia: Moderato (la maggiore)
Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, tamburino, triangolo, piatti, grancassa, archi
Composizione: 1894
Prima esecuzione: Helsinki, 19 novembre 1893
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1906
Guida all'ascolto (nota 1)

L'ouverture Karelia op. 10, come la più famosa suite op. 11, furono composte da Sibelius a ventotto anni, nel 1893, su richiesta dell'Università di Bigorg, che chiedeva della musica adattabile a un corteo storico realizzato dagli studenti. Sibelius acconsentì generosamente alla domanda componendo nove pezzi che raccolse sotto il titolo generale di Karelia, e che egli stesso diresse la prima volta a Helsinki il 19 novembre 1893: di essi però permise che fossero conservati e pubblicati soltanto l'ouverture (col numero separato di op. 10) e i brani 4, 5 e 7 (costituenti la suite op. 11).

L'Intermezzo comincia con richiami in eco dei corni sopra un pedale tremolato e pianissimo degli archi. Poi il motivo gioioso del richiamo si espande nelle trombe e negli ottoni, quasi a evocare una festa paesana. Riprende l'echeggiare dei corni e il brano si conclude dileguando in un'atmosfera di grande tranquillità. La Ballade ci trasporta in un clima remoto e di dolce mestizia, tutto percorso da antiche nenie modali. Essa viene impostata dai clarinetti e dai fagotti, poi ripresa dagli archi con un accompagnamento figurato dei violoncelli, finché si perde in lontananza; un carattere ancor più posato ha l'episodio che segue, una sorta di trio, che precede la ripresa del motivo iniziale, preparata da un assolo dell'oboe accompagnato dal pizzicato degli archi, per essere brevemente assunta, a suggello del pezzo, da entrambi gli oboi. Il terzo brano è una lieta marcia moderata, su un costante ritmo puntato, introdotto dagli archi e mantenuto fino all'apparire di un nuovo tema a fanfara annunciato gagliardamente dalle trombe e poi ripreso dai tromboni e dall'orchestra tutta fra colpi di piatti, che danno anche qui l'impressione di una festa popolaresca. Gli strumentini riportano il primo motivo, che nella conclusione l'orchestra variamente elabora insieme al secondo.


(1) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001


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Ultimo aggiornamento 19 ottobre 2019