Fantasia da concerto sulla Carmen, op. 25

Versione per violino e orchestra

Musica: Pablo de Sarasate (1844 - 1908)
  1. Introduzione: Allegro moderato
  2. Moderato
  3. Lento assai
  4. Allegro moderato
  5. Moderato
Organico: violino solista, ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, tamburo, arpa, archi
Composizione: 1881
Prima esecuzione: Madrid, Spocietad de Conciertos, 17 aprile 1881
Edizione: Choudens, Parigi, 1882
Dedica: Monsieur Hellmes Berger
Guida all'ascolto (nota 1)

Pablo Martin Meliton de Sarasate y Navascuez fu il primo musicista spagnolo dell'Ottocento a conquistarsi fama europea, segnando così il rientro (o almeno l'inizio del rientro) della penisola iberica nel concerto della musica europea, dopo un lungo periodo di isolamento dovuto anche alla difficilissima situazione politica interna durante il regno di Isabella II, funestato dalla guerra civile e da rivolte.

Nato a Pamplona in Navarra nel 1844, il piccolo Pablo inizia lo studio della musica con il padre, che dirige la fanfara d'un reggimento d'artiglieria. A otto anni dà il suo primo concerto a La Coruna e altri ne seguono: questi primi successi convincono i genitori che è il caso di fargli continuare gli studi a Madrid, dove può trovare un insegnante più all'altezza di tale allievo. Dopo qualche anno anche Madrid non basta più e si decide che il ragazzo debba andare a Parigi; il viaggio è funestato dalla morte della madre per un improvviso attacco di cuore e dal colera che colpisce Pablo, ma, grazie alle cure e all'aiuto finanziario del console spagnolo a Bayonne il ragazzo guarisce e riesce a raggiungere la sua meta e ad entrare al Conservatole, dove già l'anno seguente ottiene il Premier Prix in violino.

Nel 1859 inizia la sua folgorante carriera concertistica, che lo porta ben presto in tutta Europa e in America del Nord e del Sud. Esegue in pubblico soprattutto pezzi di propria composizione dal vivido colore spagnolo; grazie a lui la Spagna conquista musicalmente l'Europa e nel giro di pochi anni si assiste a un'esplosione di musiche spagnoleggianti, soprattutto ad opera di compositori francesi, che trovano nella musica della penisola iberica una fonte di melodie, ritmi e colori che offrono loro l'occasione di liberarsi dalle pastoie dell'accademismo imperante. Edouard Lalo scrive per lui uno dei più affascinanti frutti di questa voga spagnoleggiante, la Symphonie espagnole del 1875. Ma gli sono dedicate anche musiche che non hanno nulla di spagnolo, perché nel frattempo è diventato un concertista a tutto campo: Henryk Wieniawski scrive per lui il Concerto n. 2 del 1862, Camille Saint-Saëns Introduction et Rondò capriccioso del 1863 e i Concerti n. 1 del 1859 e n. 3 del 1880, Max Bruch il Concerto n. 2 del 1878 e la Fantasia scozzese del 1880 e Dvorak Mazurke op. 49 del 1879.

La sua fama non rimase circoscritta al mondo della musica e debordò nelle altre arti: James Whistler, il più grande pittore americano dell'epoca, lo ritrae nel 1884 in un celebre quadro, Arrangement in Black, Pablo de Sarasate; Sherlock Holmes assiste a un suo concerto nel racconto La lega dei capelli rossi (1891) di Arthur Conan Doyle; ancora nel 1920 Edith Warthon nell'Età dell'innocenza immagina che circa cinquant'anni prima il protagonista ascolti Sarasate a New York. Probabilmente è stato il più grande e certamente il più famoso violinista della sua epoca.

A documentare le sue doti restano alcune rudimentali incisioni del 1904 e le testimonianze dei contemporanei, che ci descrivono un suono contraddistinto da insuperabile dolcezza e purezza e colorato da un vibrato più ampio di quello allora consueto. La tecnica era superba, l'intonazione perfetta anche negli estremi acuti, il suono era d'inalterabile bellezza, ma la dinamica limitata. Leopold Auer, a sua volta grandissimo violinista, disse: "L'assenza di sforzo e il fascino del suono erano le sue peculiarità, stava immobile come una statua e la sua intera vitalità si concentrava apparentemente negli occhi, spesso rivolti alle sue dita, che muoveva con stupefacente agilità". Un altro illustre violinista, Carl Flesch, scrisse che "rappresentava un tipo di violinista completamente nuovo" e che le sue caratteristiche erano "moderazione estetica, eufonia e perfezione tecnica".

Ma la via migliore per cercare di ricostruire il modo di suonare di Sarasate è ascoltare la sua musica, scritta pensando innanzitutto a se stesso e perciò indirizzata ad evidenziare le caratteristiche del suo violinismo. Il suo catalogo annovera cinquantaquattro numeri d'opus: per la maggior parte sono pezzi in forma libera dal colore spagnolo, i restanti sono fantasie su opere celebri.

La Fantaisie de Carmen op. 24 del 1883 riunisce tali due tipologie e questo non è certamente l'ultimo motivo della sua enorme fortuna, che ne fece il brano violinistico più popolare della sua epoca. Sarasate allinea qui alcune delle pagine più note dell'opera, citandole dapprima alla lettera, per poi arricchirle di capricciose figurazioni violinistiche, ma senza mai allontanarsi troppo da Bizet: evidentemente non vuole apparire un compositore originale ma vuole sedurre il pubblico con il suo violino, cavalcando le melodie e i ritmi fornitigli da Bizet.

La Fantasia inizia sulla sgargiante Aragonaise dell'Entracte che introduce il quarto atto dell'opera, quando il sipario si apre sulla folla festante di Siviglia che si accalca davanti alla Plaza de Toros di Siviglia in attesa dell'inizio della corrida. Segue la provocante e sfrontata Habanera con cui Carmen nel primo atto esprime la propria idea dell'amore: "Est l'amour un oiseau rebelle". Un rapida apparizione del tema del fato che lega Carmen e Don José, serve da transizione alla languida e sensuale Seguidilla con cui la gitana seduce completamente il giovane e ingenuo navarrese. La Fantasia si conclude con la vorticosa Danza gitana che anima la serata nella taverna di Lillas Pastia durante il secondo atto dell'opera. Sarasate dà ovviamente spazio al virtuosismo violinistico ma non dimentica che questa è innanzitutto una Fantasia su un'opera e pertanto non tradisce le atmosfere della Carmen: il violino canta, danza e seduce e fa rivivere tutti gli stati d'animo della gitana di Bizet, passione, amore, rabbia, astuzia, tradimento, sarcasmo, desiderio, sensualità, eccitazione.

Mauro Mariani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 16 dicembre 2011


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Ultimo aggiornamento 10 settembre 2020