È lo stesso Ravel a spiegare il motivo della composizione, avvenuta nel 1913, dei Trois poèmes de Stéphane Mallarmé per canto, pianoforte, quartetto d'archi, due flauti, due clarinetti. «Ho voluto trascrivere in musica le poesie di Mallarmé - scrisse Ravel - e particolarmente quel suo speciale preziosismo, tanto ricco di significati profondi. Per me Surgi de la croupe et du bond è il più estroso, il più ermetico fra i sonetti del poeta. Per quest'opera mi sono servito, press'a poco, del medesimo organico strumentale che fu usato da Schoenberg nel Pierrot lunaire». In effetti il musicista riesce ad evocare quel senso di raffinata e aristocratica magìa che si sprigiona dalla delicatissima tessitura verbale costruita da Mallarmé. La musica avvolge con arpeggi fluidi e armoniosi la prima poesia (Soupir), secondo una tecnica di gusto impressionistico, mentre i versi di Placet futile sono rivestiti da un gioco strumentale più articolato nelle varie assonanze timbriche di lucenti schegge sonore. Nella terza poesia (Surgi de la croupe e du bond) l'invenzione musicale raveliana sembra avere la purezza del cristallo controluce, nel rigoroso controllo di ogni fioritura vocale e melodica.
Ennio Melchiorre
SOUPIR Mon âme vers ton front où rêve, ô calme soeur, un automne jonché de taches de rousseur, et vers le ciel errant de ton oeil angélique monte, comme dans un jardin mélancolique, fidèle, une blanc jet d'eau soupire vers l'Azur! Vers l'Azur attendri d'octobre pâle et pur qui mire aux grands bassins sa langueur infinie et laisse, sur l'eau morte où la fauve agonie des feuilles erre au vent et creuse un froid sillon, se tramer le soleil jaune d'un long rayon. |
SOSPIRO La mia anima verso la tua fronte ove sogna, o calma sorella, un autunno cosparso di macchie di rossore, e verso il cielo errante del tuo occhio angelico sale, come in un giardino melanconico, un bianco getto d'acqua fedele sospira verso l'Azzurro! Verso l'azzurro tenue d'ottobre pallido e puro che mira nelle grandi vasche il suo languore infinito e lascia che sull'acqua morta ove la fulva agonia delle foglie erra al vento e scava un freddo solco, si trascini il sole giallo con un lungo raggio. |
PLACET FUTILE Princesse! à jalouser le destin d'une Hébé qui poind sur cette tasse au baiser de vos lèvres, j'use mes feux mai n'ai rang discret que d'abbé et ne figurerai même nu sur le Sèvres. Comme je ne suis pas ton bichon embarbé, ni la pastille, ni du rouge, ni jeux mièvres et que sur moi je sais ton regard clos tombé, blonde dont les coiffeurs divins sont des orfèvres! Nommez-nous - toi de qui tant de ris framboises se joignent en troupeaux d'agneaux apprivoisés chez tous broutant les voeux et bêlant aux délires, Nommez-nous - pour qu'Amour ailé d'un éventail m'y peigne flûte aux doigts endormant ce bercail, Princesse, nommez-nous berger de vos sourires. |
PETIZIONE FUTILE Principessa! a invidiare il destino di un'Ebe che spunta su quella tazza al bacio delle vostre labbra, consumo i miei fuochi ma ho soltanto il grado discreto d'abate e non figurerò nemmeno nudo sul Sèvres. Poiché non sono il tuo cagnolino barbuto né la pasticca, né un belletto, né giochi affettati e so su di me caduto il tuo sguardo chiuso o bionda i cui parrucchieri divini sono degli orafi! Nominateci - tu da cui tanti sorrisi al profumo di lampone si riuniscono in greggi di agnelli addomesticati presso tutti brucando voti e belando ai deliri, nominateci - perché Amore alato con un ventaglio mi ci dipinga con il flauto tra le dita addormentando quell'ovile, nominateci, Principessa, pastore dei vostri sorrisi. |
SURGI DE LA CROUPE ET DU BOND Surgi de la croupe et du bond d'une verrerie éphémère sans fleurir la veillée amère le col ignoré s'interrompt. Je crois bien que deux bouches n'ont bu, ni son amant ni ma mère, jamais a la méme chimère moi sylphe de ce froid plafond! Le pur vase d'aucun breuvage que l'inexhaustible veuvage agonise mais ne consent, naìf baiser des plus funèbres! A rien expirer annongant une rose dans les ténèbres. |
SORTO DALLA CURVA E DAL BALZO Sorto dalla curva e dal balzo di una vetrata effìmera senza adornare la veglia amara il collo ignorato s'interrompe. Io credo proprio che due bocche non abbian mai bevuto né il suo amante né mia madre alla stessa chimera io, silfo di questo freddo soffitto! Il vaso puro di ogni bevanda se non di inesauribile vedovanza agonizza ma non consente ingenuo bacio dei più funebri! A nulla esalare annunciando una rosa nelle tenebre. |