Magnificat, RV 611

Cantata in sol minore per soli, coro, archi e basso continuo

Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
Testo: Vangelo di Luca I
  1. Magnificat anima mea Dominus - Adagio (sol minore)
    Coro, archi e basso continuo
  2. Et exultavit spiritus meus - Allegro (si bemolle maggiore)
    Soprano, archi e basso continuo
  3. Quia respecit humilitatem - Andante molto (sol minore)
    Soprano, archi e basso continuo
  4. Quia fecit mihi magna - Andante (mi bemolle maggiore)
    Soprano, archi e basso continuo
  5. Et misericordia ejus - Andante molto (do minore)
    Coro, archi e basso continuo
  6. Fecit potentiam - Presto (sol minore)
    Coro, archi e basso continuo
  7. Esurientes implevit bonus - Andante. Allegro (re minore)
    Contralto, archi e basso continuo
  8. Suscepit Israel puerum suum - Largo (re minore). Allegro
    Coro, archi e basso continuo
  9. Sicut locutus est ad Patres nostros - Andante (fa maggiore)
    Contralto, archi e basso continuo
  10. Gloria Patri, et Filio - Largo (sol minore). Andante. Allegro
    Coro, archi e basso continuo
Organico: soprano, contralto, coro misto, archi, basso continuo
Composizione: 1739
Edizione: Ricordi, Milano, 1959

Nuova versione del Magnificat RV 610, con quattro movimenti sostituiti da cinque nuove arie
Guida all'ascolto (nota 1)

Musicista dotato di straordinaria potenza creativa, Vivaldi compose oltre 450 concerti destinati a tutti gli strumenti (violino, violoncello, viola d'amore, flauto, oboe, corno, clarinetto, clavicembalo, organo) impiegati sia individualmente che in gruppo. Grandissimo violinista, oltre che compositore, direttore d'orchestra, insegnante e addirittura impresario teatrale, egli diede un contributo importante e decisivo per la formulazione e la determinazione delle leggi classiche del concerto solistico. Sviluppò enormemente la tecnica strumentale e finì col trasformare il concerto grosso di impianto barocco in concerto solistico ed anche in vero e proprio concerto per orchestra. Secondo un'opinione accettata e sostenuta da vari musicologi italiani, francesi e tedeschi, Vivaldi va collocato tra i pionieri della sinfonia, in quanto i suoi «concerti a molti strumenti» hanno le caratteristiche embrionali di questa forma musicale. Per questa ragione la fama del «prete rosso», quando era in vita, fu enorme in Germania, in Francia, in Inghilterra e nei Paesi Bassi e molti fra i più grandi compositori e strumentisti del tempo, a cominciare da Johann Sebastian Bach, guardarono a lui come a un maestro. Basti dire che di tredici concerti vivaldiani per violino Bach fece altrettanti concerti per organo, per clavicembalo e per quattro clavicembali.

Esuberanza di fantasia inventiva ed eccezionale sensibilità timbrica sono alla base della musica di Vivaldi, sempre caratterizzata da una nettezza del disegno melodico, da un'agilità di fraseggio e da una vivacità di contrasti ritmici. La sua scrittura musicale è sempre chiara e trasparente sia nei tempi lenti che in quelli allegri; certi adagi dei suoi concerti rivelano una sorprendente concentrazione emotiva e una efficace essenzialità espressiva, così da raggiungere quella «nuovissima maniera di composizione», tanto esaltata dal famoso flautista di Federico il Grande, Johann Joachim Ouantz, che aveva ascoltalo Vivaldi in un concerto da questi tenuto a Roma. La raccolta che va sotto il titolo di "Estro armonico'' pubblicata ad Amsterdam nei 1712, "Il Cimento dell'Armonia e dell'lnventione" (1725), comprendente fra l'altro ì celeberrimi concerti che prendono ii nome delle stagioni, i dodici concerti dell'opera IV chiamati "La Stravaganza" (1712-1713) e i dodici dell'op. IX intitolati "La Cetra" (1728) restano documenti di una civiltà musicale di altissimo livello, i cui valori storici ed estetici la recente critica vivaldiana ha messo degnamente in luce, rivelando in pari tempo la profonda ingiustizia di una sorte che per lunghi anni aveva steso un velo di ingiustificato silenzio su un'arte di prima grandezza.

Del resto, sempre per rimanere nel tema dell'ingiustizia, ci sono diversi musicisti à la page che non hanno ben compreso il messaggio vivaldiano, e tra questi va collocato in prima linea Stravinsky, che espresse un giudizio tagliente e unilaterale sull'opera del "prete rosso", circolante anni fa nei salotti intellettuali. «On a beaucoup troup loué Vivaldi - disse l'autore della Sagra della primavera - Il est assomant et pouvait recomposer six cents fois le mème concert». Tale affermazione non è esatta perché anche se lo schema formale del concerto vivaldiano resta sostanzialmente identico, variano gli elementi melodici e ritmici, dettati da una invenzione musicale che si rinnova come una forza della natura.

* * *

Non meno importante delia produzione strumentale è quella sacra di Vivaldi, comprendente composizioni nel rispetto delle forme tradizionali, ma contrassegnate da una accentuata varietà nell'armonizzazione delle voci, particolarmante espressive nei momenti di maggiore espansione polifonica, come attesta il superbo Magnificat e giustamente esaltato insieme al luminoso Gloria. Del Magnificat esistono due versioni: la prima per due soprani, contralto, tenore, coro, due oboi, archi e continuo, mentre la seconda è per soprano, contralto, tenore, archi e continuo, abitualmente preferita per una più equilibrata elaborazione corale e solistica, pur nella valorizzazione di quella pratica polifonica che resta uno degli aspetti più rilevanti dello stile vivaldiano.

Testo

Adagio
Magnificat anima mea Dominum.

Allegro
Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo.
Quia respexit humilitatem ancillae suae:
ecce enim ex hoc beatam me dicent ornnes generationes.
Quia fecit mihi magna qui potens est et sanctum nomen ejus.

Andante molto
Et misericordia ejus a progenie in progenies timentibus eum.

Presto
Fecit potentiam in brachio suo:
dispersit superbos mente cordis sui.

Allegro
Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles.

Allegro
Esurientes implevit bonis et divites dimisit manes.

Largo
Suscepit Israel puerum suum, recordatus rnisencordiae suae.

Allegro ma poco
Sicut locutus est ad patres nostros Abraham, et semini ejus in saecula.

Largo
Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto
Sicut erat in principio, et nunc, et semper,
et in saecula saeculorum. Amen.
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Piazza del Campidoglio, 15 luglio 1987


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Ultimo aggiornamento 1 novembre 2014