Concerto in re minore per due violini, due flauti diritti, due oboi, fagotto, archi e basso continuo, RV 566


Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
  1. Allegro assai (fa maggiore)
  2. Largo (do maggiore)
  3. Allegro (fa maggiore)
Organico: 2 violini, 2 flauti diritti, 2 oboi, fagotto, archi, basso continuo
Composizione: 1720 - 1724
Edizione: Ricordi, Milano, 1955
Guida all'ascolto (nota 1)

Sebbene Vivaldi abbia usato la definizione «concerto con molti istromenti» soltanto in due circostanze, per sottolineare la straordinaria ricchezza di organico di RV 555 e del trittico costituito da RV 540, RV 552 e RV 558, per estensione il termine può essere convenientemente adottato per indicare un genere di concerto in cui, oltre all'orchestra d'archi, vengono posti in gioco come solisti vari strumenti ad arco, a fiato e all'occasione anche a pizzico e a tastiera. Un genere di concerto assiduamente coltivato da Vivaldi, sensibilissimo alla sperimentazione timbrica, e del quale sono naturali destinatarie anzitutto le orchestre dell'Ospedale della Pietà e della corte ili Dresda, celebri in tutta Europa per la variegatezza dell'organico non meno che per l'eccellenza delle esecuzioni. Rispetto alla tipologia del concerto solistico e alla forma col ritornello che ne rappresenta l'emblema (ovvero l'articolazione dei movimenti mossi in ritornelli orchestrali, via via riproposti più o meno modificati in varie tonalità, ed episodi solistici), questi lavori presentano alcuni tratti specifici: anzitutto la moltiplicazione dei piani concertanti e l'inserzione di sezioni e interventi solistici all'interno del ritornello.

Rispetto a RV 576 il Concerto in re minore RV 566, senz'altro posteriore al 1720, si rivela assai meno fantasioso sia nell'invenzione sia nel trattamento dell'organico; a dispetto della tonalità minore è una composizione di tono leggero. Qui gli strumenti solisti, due violini principali, due flauti diritti, due oboi oltre al fagotto che funge da «basso di concertino», sono rigidamente usati a coppie: negli episodi, se i violini principali duettano in imitazione o in condotta parallela, i flauti e gli oboi suonano esclusivamente per terze.

Il primo movimento, Allegro assai, si apre non con un ritornello bensì con un episodio solistico che prende avvio dall'accordo iniziale suonato a pieno organico; l'episodio, dove si avvicendano le coppie di strumenti solisti (flauti con fagotto, oboi e violini principali), introduce il ritornello orchestrale che comprende una sezione solistica di oboi e fagotto. Il secondo episodio è per i violini principali, il terzo vede anche interventi di flauti e fagotto, mentre il quarto, brevissimo, è di nuovo riservato ai violini principali.

Nel Largo, in forma binaria con ripresa della frase iniziale nel corso della seconda parte, suonano soltanto i flauti e il fagotto: in effetti il movimento potrebbe appartenere a una sonata a tre. Il metro ternario suggerisce un passo di danza e, nelle repliche della prima e della seconda parte, gli esecutori introducono, secondo la prassi, ornamenti estemporanei.

Nell'Allegro conclusivo, la seconda sezione del ritornello presenta linee cromatiche ascendenti su una nota tenuta di pedale, una struttura motivica impiegata molte volte da Vivaldi. Il primo episodio è per i due violini principali; il secondo, avviato dagli oboi, è proseguito ancora dai violini principali e concluso dal violino I; il terzo, brevissimo, vede avvicendarsi flauti, oboi e violini principali; il ritornello di chiusura è inframmezzato da un'ultima interpolazione dei due violini.

Cesare Fertonani


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 112 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 14 febbraio 2017