Come il primo Concerto di questa serie, anche il quarto è per quattro violini. Sembra che il compositore tenga ad esprimersi con essi, tanto è vivo il desiderio di far figurare al massimo il suo strumento preferito. E che non insista sul carattere virtuosistico degli strumenti a corda, è provato dall'Andante, ove i quattro archi si fondono in modo meraviglioso, fin dalla prima idea che viene ripresa più avanti con un senso di maggiore grandiosità. Il tema dell'Allegro assai non è altro che quello rovesciato, dell'Allegro iniziale del Concerto n. 1. Qui il virtuosismo dei quattro violini risulta evidente e il compositore si compiace di metterlo in primo piano. La tonalità di «mi minore» è strettamente rispondente ai fini timbrici dello strumento e si lega alla perfezione con il giuoco violinistico. Veramente tipico l'Adagio in tre quarti, brevissimo, che il Vivaldi ha tratto, per quanto riguarda la sintesi e la solennità, dalle «Sonate a tre» del Corelli. Ma qui più forte e sentita è l'ispirazione. Il finale, costituito da un Allegro in tre ottavi di carattere popolaresco, ubbidisce alla consueta costruzione che diventerà sommamente cara al Bach, nella quale i quattro strumenti solisti risultano in tutta la loro vitalità.
Mario Rinaldi