Concerto in si bemolle maggiore per violino, archi e basso continuo, RV 381


Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
  1. Allegro (si bemolle maggiore)
  2. Andante (si bemolle maggiore)
  3. Allegro (si bemolle maggiore)
Organico: violino solista, archi, basso continuo
Composizione: 1710
Edizione: Ricordi, Milano, 1971

Ne esiste una versione per due violini RV 528; il primo movimento è anche riutilizzato nel Concerto per violino RV 383a.
Questo Concerto fu trascritto per clavicembalo da J. S. Bach (BWV 980)
Guida all'ascolto (nota 1)

Violinista egli stesso, è naturale che Vivaldi sia stato particolarmente sollecitato dai concerti destinati allo strumento preferito. Ce lo conferma non soltanto la vastità della produzione, quanto anche la varietà sbalorditiva delle figurazioni adottate nei ponti solistici, e la gioia cantabile, tipicamente italiana, delle aperture tematiche.

Il Concerto in si bemolle maggiore per violino, archi e cembalo fa succedere ai ritmi barocchi, da ouverture operistica, dell'introduzione, il brio delle fioriture violinistiche, sostenute con discrezione da arpeggi e ribattuti degli archi. L'appariscenza del virtuosismo belcantistico si trasporta nella trama del concerto strumentale, stabilisce una alternanza fra soli e tutti, basata sulla dialettica melodrammatica delle diverse caratterizzazioni affettive. L'Andante in do minore è un esempio di quel lirismo idealizzato con cui le scuole violinistiche vennero incontro alle tendenze astratte dell'Arcadia. L'Allegro conclusivo è costruito sulla classica sincope di tanti finali vivaldiani, artificio in cui la musica del primo Settecento individuava una retorica della concitazione. Soccorrono qui le sortite del violino, a ristabilire un equilibrio fra maniera ed estro dell'improvvisazione.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 29 aprile 1970


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Ultimo aggiornamento 17 novembre 2016