Concerto in la maggiore per flauto traverso, violino, archi e basso continuo, TWV 53:A2


Musica: Georg Philipp Telemann (1681 - 1767)
  1. Largo
  2. Allegro
  3. Gratioso
  4. Allegro
Organico: flauto traverso, violino, violoncello, archi, basso continuo
Composizione: 1733 circa
Edizione: in Tafelmusik, Amburgo, 1733
Guida all'ascolto (nota 1)

Nato a Magdeburgo il 14 marzo 1681, morto ad Amburgo il 25 giugno 1767, Georg Philipp Telemann fu l'incontrastato dominatore della vita musicale tedesca nella prima metà del Settecento, e per la fertilità della sua produzione e per il costante successo delle sue musiche presso il pubblico del tempo. Queste circostanze, unite al silenzio e all'incomprensione che circondarono invece la vita di Bach, fecero sì che il nome di Telemann venisse non solo a poco a poco dimenticato, ma ingiustamente vilipeso, come quello di colui che aveva goduto una fama immeritata mentre a Bach erano stati negati i dovuti riconoscimenti. A un'ingiustizia finì così per seguirne un'altra, sia pure di segno contrario. Che Telemann aveva goduto in vita non soltanto del successo pubblico ma anche della più alta stima dei musicisti contemporanei, a cominciare proprio da Johann Sebastian Bach. E che tale stima avesse più di un fondamento vengono man mano dimostrando le opere del Telemann via via riportate alla luce, o in pubbliche esecuzioni o attraverso il disco, soprattutto negli ultimi venti anni.

E a mettere un po' d'ordine nella copiosa produzione del Telemann, quasi tutta inedita e per di più difficilmente databile, va ora soccorrendo l'edizione critica delle sue opere che è stata intrapresa dalla «Gesellschaft der Musikforschung» ed esce per i tipi del «Baerenreiter Verlag» di Kassel. Tale edizione critica è ora giunta al dodicesimo volume, il quale contiene, a cura di Johann Philipp Hinnenthal, la prima parte della Tafelmusik («Musica da tavola»), che del resto era già stata edita da Max Seiffert, nei «Denkmäler der deutscher Tonkunst». E' questa una delle due opere fondamentali edite dal Telemann nel corso della sua vita, l'altra essendo la serie di 72 Cantate raccolta sotto il titolo Der harmonische Gottesdienst («L'armonico servizio divino») e pubblicata nel 1725-26. Se questa monumentale pubblicazione rappresenta in certo senso la «summa» dell'arte del Telemann nel campo della musica vocale da camera, altrettanto può dirsi per la Tafelmusik, pubblicata in tre parti nel 1733, rispetto alla musica strumentale.

Ciascuna delle tre parti comprende, in successione: una Ouverture con Suite, per due strumenti solisti (due flauti nella prima parte, oboe e tromba nella seconda, due oboi nella terza), archi e basso continuo, un Quartetto per strumenti solisti e basso continuo, un Concerto per più strumenti solisti (flauto e violino nella prima parte, tre violini nella seconda, due corni nella terza) con basso continuo e una Conclusione nello stesso organico orchestrale dell'Ouverture.

Il Concerto in la maggiore per flauto, violino, archi e basso continuo è precisamente il terzo pezzo della prima parte della Tafelmusik. E' in quattro movimenti, secondo lo schema dal Telemann preferito nei confronti di quello tripartito. Il largo iniziale è basato su una caratteristica frase ascendente, subito enunciata all'unisono dai due strumenti solisti e dai violini primi d'orchestra. I successivi svolgimenti lasciano ampio campo a fioriture ornamentali dei due solisti (con trilli il flauto, in terzine il violino), spesso sul solo fondamento del basso. Anche il tema dell'allegro è esposto all'inizio dai due strumenti solisti e dai violini primi d'orchestra all'unisono: successivamente il flauto si distacca mentre il violino resta confuso con i suoi colleghi d'orchestra finché a sua volta se ne scioglie con una energica figura discendente di quattro note per iniziare un lungo duetto con il flauto, fittamente conversante, che si svolge tra riprese, imitazioni, ricambi e risposte fino alla serrata stretta finale nella quale il violino si confonde di nuovo nell'orchestra. Il grazioso, in tempo andante, è ricco di figurazioni ornamentali dei due solisti, nel quadro di un 6/8 ritmicamente caratterizzato dall'aumento della prima nota e dalla corrispondente diminuzione della seconda. L'allegro finale scorre veloce e brillante, in una strama strumentale chiara e trasparente.

Carlo Marinelli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 18 gennaio 1963


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Ultimo aggiornamento 25 aprile 2017