Concerto in sol maggiore per due violini, TWV 52:G2


Musica: Georg Philipp Telemann (1681 - 1767)
  1. Grave
  2. Allegro
  3. Largo (mi minore)
  4. Presto
Organico: 2 violini, archi, basso continuo
Composizione: 1708 - 1709 circa
Guida all'ascolto (nota 1)

Dapprima esaltato nei suoi tempi, più di quanto non lo sia stato Bach, poi messo in ombra nei periodo romantico e recentemente di nuovo rivalutato e considerato un importante anello di congiunzione fra il momento barocco in cui visse e operò e il classicismo: questo in sintesi l'itinerario della ìortuna di Télemann, che scrisse una mole enorme di musica, a cominciare dalle innumerevoli cantate sacre e profane, ritenute le composizioni più rappresentative dello stile dell'artista di Magdeburgo. Quale sia stato il credo estetico di Telemann lo si può ricavare da un suo pensiero sulla musica che dice: «Le composizioni armoniche debbono destare nell'animo umano sentimenti d'ogni genere e nello stesso tempo, mediante la struttura ordinata e ingegnosa di tali lavori, si deve dilettare la mente di un esperto». Infatti le cantate, gli oratori e i pezzi strumentali e vocali di questo artista sono contraddistinti da una estrema semplicità melodica (non gradiva il fitto contrappunto di scuola bachiana), non disgiunta da una accentuata varietà nelle modulazioni e nelle armonie. Compositore versatile, Telemann sapeva come rendere le varie gradazioni con cui si dovevano esprimere in musica i sentimenti, ma nello stesso tempo, in contrasto con Bach, preferiva utilizzare melodie chiare e semplici, in diversi casi anticipatrici di un clima galante, quale si ritroverà in certe pagine di Haydn.

Tra l'altro non bisogna dimenticare che Telemann, che aveva un temperamento eclettico, favorì l'introduzione della musica popolare nella musica colta, utilizzando nei componimenti orchestrali e cameristici formule e figurazioni ritmiche in uso presso i popoli slavi e orientali. Questa apertura e disponibilità verso i procedimenti musicali più diversi, anche non tradizionali, spiega il favore di cui godette Telemann presso le generazioni più giovani del suo tempo, che a volte ripudiavano come «roba da museo» la musica di Johann Sebastian Bach.

La scorrevolezza melodica, tipica della musica di Telemann, si avverte nei tempi Allegri del concerto in programma stasera, mentre nel tempo centrale si evidenzia una successione armonica piuttosto inconsueta ed originale, nel rispetto di uno stile di classica compostezza e di efficace espressività emotiva.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 18 febbraio 1983


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Ultimo aggiornamento 24 febbraio 2017