Suite in si bemolle maggiore per 13 strumenti a fiato, op. 4


Musica: Richard Strauss (1864 - 1949)
  1. Präludium - Allegretto
  2. Romanze - Andante
  3. Gavotte - Allegro
  4. Introduktion und Fuge - Andante cantabile. Allegro con brio
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 4 corni, 2 fagotti, controfagotto
Composizione: Monaco, 29 Settembre 1884
Prima esecuzione: Monaco, Odeon, 27 Novembre 1884
Edizione: A. Fürstner, Berlino, 1911
Dedica: Ludwig Thuille
Guida all'ascolto (nota 1)

A Dresda, e precisamente il 27 febbraio 1884, fu presentata per la prima volta la Suite op. 4 per due flauti, due oboi, due clarinetti due fagotti, controfagotto o basso tuba, quattro corni. Il primo tempo (Praeludium) è diviso in diverse sezioni, sia pur collegate e strette fra di loro. Inizialmente c'è una frase ben caratterizzata ritmicamente, rimbalzante da strumento a strumento e opponente ai flauti, agli oboi e ai clarinetti il suono del fagotto e del controfagotto, con la presenza unificatrice dei quattro corni. La trama contrappuntistica è vivificata dall'elemento melodico, realizzato dalle uscite dell'oboe e del clarinetto, ripetute simmetricamente a distanza. La Romanze è un andante in tempo 3/4, introdotto da un elegante disegno di terzine del clarinetto e sviluppato in un gioco di botta e risposta tra vari gruppi di strumenti (legni e corni), su cui si innesta una melodia di largo respiro del corno, dal carattere piuttosto perentorio ed eroico. Ancora il clarinetto ripropone il suo tema e ad esso si collegano gli interventi dell'oboe e del fagotto. La Gavotte si snoda con eleganza e in un'alternanza di disegni staccati e legati. Il nucleo centrale di questo movimento è affidato al registro grave dell'oboe, al quale si contrappone il gruppo dei due flauti, procedenti in ottava con un ornamento arabescato. Nella ripresa continua l'incastro strumentale, ma leggermente variato in senso timbrico; il tempo si conclude con una nuova riproposizione del tema in fortissimo degli strumenti.

L'ultimo tempo è un andante cantabile dove si riascoltano i temi della Romanze, sviluppati melodicamente e ritmicamente secondo un procedimento ascensionale che sfocia nella fuga, avviata dal corno, cui seguono il clarinetto, l'oboe, il flauto, il fagotto e il controfagotto o basso tuba. Il tema subisce tutte le trasformazioni contrappuntistiche sino alle sonorità più robuste e massiccie. Per l'ultima volta si risente il tema del corno, concluso da un luminoso accordo di si bemolle maggiore, da cui aveva preso avvìo la Suite.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 22 aprile 1983


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Ultimo aggiornamento 4 agosto 2013