Solo da qualche anno la Romanza in fa maggiore è venuta alla luce dagli archivi di Garmisch, residenza di Strauss, ma la sua esistenza era conosciuta sin dagli inizi dell'attività del compositore, il cui nome si impóse subito, quando era ancora giovane, all'attenzione del mondo musicale e artistico. La Romanza fu scritta nel 1883, poco dopo la Sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte op. 6, e fu dedicata allo zio del compositore, Anton Ritter von Knözinger, magistrato a Monaco, che ha conservato a lungo il manoscritto. La Romanza fu composta per il violoncellista Hans Wihan, che la eseguì per la prima volta con l'orchestra di Corte di Monaco, la stessa in cui il padre di Strauss suonava il corno. Infatti della Romanza in fa maggiore esistono due versioni: una per violoncello e orchestra, rielaborata dal citato Wihan, e una per violoncello e pianoforte, che viene eseguita stasera. Va detto, a titolo di cronaca, che la prima interpretazione moderna della Romanza nella versione per violoncello e orchestra ebbe luogo all'Opera di Dresda il 21 maggio 1986, ma già un'altra esecuzione in forma privata c'era stata l'anno precedente a cura dell'Istituto Richard Strauss con il violoncellista Peter Wòpke e l'orchestra diretta da Wolfgang Sawallisch.
La Romanza è
in un solo movimento (Andante
cantabile) e si snoda secondo uno stile melodico chiaro e
suadente. Emerge la voce calda e vibrante del violoncello, impostata
sulle tonalità del registro rnedio-alto dello strumento.
Dopo un inizio meditativo il discorso si fa più movimentato,
pur nell'ambito di una struttura formale d'impianto tradizionale. Alla
fine tutto sfuma in una delicata tessitura di modulazioni, secondo la
scelta tecnica vincenta del migliore Strauss. Non c'è dubbio
che la Romanza in fa
maggiore costituisce un documento interessante ai fini di
una più approfondita conoscenza della forte
personalità di un artista che ha dominato la cultura
musicale europea tra la fine del secolo scorso e la prima
metà del nostro Novecento.