Natura e amore abitano certo anche la fondamentale produzione liederistica di Richard Strauss, ma quanta strada aveva fatto il genere e, soprattutto, quanto si era liberato del bozzettismo. Nello Strauss per voce e pianoforte, almeno in quello del tardo Ottocento, il romanticismo si è liberato dalla macerazione, dalla sofferenza, e si è decantato in pura passione, scoperta o vissuta nell'anima: la natura è assai meno un idillio, piuttosto il luogo della vita; il cuore batte a pieno ritmo e ama nella pienezza dei sensi, non di rado con intensità da teatro. Certo non stupisce che Strauss, il compositore di poemi sinfonici alla fine dell'Ottocento e di opere nel Novecento, abbia dedicato tanta attenzione al Lied. Egli discendeva dalla musica tedesca, e il Lied era di questa una parte integrante; era ottimo pianista, era colto e amava la letteratura, soprattutto aveva sposato una cantante, il soprano Pauline de Alma. Dunque la composizione di Lieder era nuovamente una cosa nata dapprima nel chiuso delle pareti domestiche, nella dimensione intima della vita di due musicisti, i quali tuttavia, fin quando Pauline non abbandonò anzitempo le carriera, avevano pure un'intensa attività di concerti: ed ecco che i Lieder di Richard furono la base del repertorio comune.
Che proprio l'armonia fosse una delle molte risorse di Strauss è testimoniato anche dal Lied In goldener Fülle, il secondo della raccolta op. 49, composto nel 1901 su testo di Paul Remer. La ricchezza delle modulazioni e delle tonalità attraversate è ciò che permette al compositore di mantenere sempre alta la tensione in questa pagina, dove la pienezza amorosa è sovrapposta all'eterno splendere del sole, al di là di passeggeri turbamenti e in un costante ritmo che accelera e volta in positivo la tipica figurazione del viandante schubertiano. Narrazione e confessione sono qui ormai indissolubilmente fuse, il Lied aveva compiuto una delle sue ultime metamorfosi e, nel giro di qualche decennio, proprio grazie a Strauss si sarebbe avviato tanto a uno sfolgorante tramonto, quanto all'espressione delle cose ultime.
Giangiorgio Satragni
IN GOLDENER FÜLLE | NELLA DORATA PIENEZZA |
Wir schreiten in goldener Fülle durch seliges Sommerland, fest liegen uns're Hände wie ineinander gebannt. Die grosse Sommersonne hat uns're Herzen erhellt, wir schreiten in goldener Fülle bis an das Ende der Welt. Und bleicht deine sinkende Stirne und lässt meine Seele ihr Haus, wir schreiten in goldener Fülle auch in das jenseits hinaus. Wem solch ein Sommer beschieden, der lacht der flüchtigen Zeit, wir schreiten in goldener Fülle durch alle Ewigkeit. Wir schreiten in goldener Fülle durch seliges Sommerland, wir schreiten in goldener Fülle bis an das Ende der Welt, wir schreiten in goldener Fülle durch alle Ewigkeit. |
Procediamo nella dorata pienezza per la beata terra d'estate, le nostre mani sono l'urna all'altra strettamente avvinte. Il grande sole d'estate ha illuminato i nostri cuori, noi procediamo nella dorata pienezza, sino alla fine del mondo. E anche se impallidisce l'ultimo tratto della tua fronte e la mia anima abbandona la sua dimora, noi procediamo nella dorata pienezza anche sino all'al di là. A chi una tale estate ha dato un destino, se ne ride del tempo che fugge, noi procediamo nella dorata pienezza per tutta l'eternità. Noi procediamo nella dorata pienezza per la benedetta terra d'estate, noi procediamo nella dorata pienezza sino alla fine del mondo, noi procediamo nella dorata pienezza per tutta l'eternità. |
(traduzione Luigi Bellingardi) |