Divertimento, op. 86

Pezzi per clavicembalo di François Couperin (1688-1733) trascritti per piccola orchestra

Musica: Richard Strauss (1864 - 1949)
  1. La Visionaire
  2. Musette de Choisy - La fine Madelon - La douce Janneton - La Sézile - Musette de Taverny
  3. Le Tic-Toc-Choc - La Lutine
  4. Les Fauvettes plaintives
  5. Le Trophée - L'Anguille - Les jeunes Seigneurs - La Linotte efarouchée
  6. Les Tours de Passe-passe
  7. Les Ombres errantes
  8. Les Brimborions - La Badine
Organico: 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, tromba, trombone, timpani, campane, tamburo, arpa, organo (o armonium) archi
Composizione: Garmisch, 12 settembre 1941
Prima esecuzione: Vienna, Wiener Philharmoniker, 31 gennaio 1943
Edizione: J. Oertel, Berlino, 1942
Guida all'ascolto (nota 1)

Il primo interesse di Richard Strauss per la musica del barocco francese risale alla lunga gestazione di Ariadne auf Naxos, opera le cui due versioni andarono in scena rispettivamente a Dresda nel 1912 e a Vienna nel 1916. Nella prima versione l'opera su testo di Hofmannsthal doveva seguire una rappresentazione di Le Bourgeois Gentilhomme di Molière, corredata delle musiche di scena dello stesso Strauss, musiche che - venendo espunta la pièce di Molière dalla seconda versione di Ariadne - furono poi convogliate nella omonima suite da concerto, eseguita a Salisburgo nel 1920. Appunto in queste musiche per Le Bourgeois Gentilhomme Strauss si servì di alcuni brani tratti dalla musica originale scritta nel 1670 da Jean-Baptiste Lully per il testo di Molière.

Si trattava, in realtà, del primo esempio di una prassi alla quale Strauss sarebbe tornato più volte negli anni seguenti: quella di "attualizzare" musica del passato. In questa prospettiva si inseriscono anche le "trasformazioni" che Strauss operò di composizioni tastieristiche di Francois Couperin. Così, nel 1923, Strauss concepì, come pezzo da concerto, la Tanzsuite aus Klavierstücken von Francois Couperin zusammengestellt (Suite di danze da pezzi per cembalo di Couperin); partitura che, trasformata in seguito in musica da balletto, andò in scena all'Opera di Vienna nel medesimo anno, con la coreografia di Heinrich Kröller.

Occorre attendere altri 17 anni nella biografia del compositore per incontrare il brano in programma nel presente concerto. Strauss tornò alle composizioni tastieristiche di Couperin nel 1940, per una serata di balletto all'Opera di Monaco di Baviera, con la coreografia di Pia e Pino Mlakar. Si trattava di cinque distinti movimenti, sotto il titolo di Verflungene Feste. Tanzvisionen aus zwei Jahrhunderten. Il balletto andò in scena, sotto la direzione di Clemens Krauss, il 5 aprile 1941; cinque mesi più tardi, in settembre, altri tre movimenti furono aggiunti alla Verflungene Feste, e il tutto fu pubblicato l'anno seguente sotto il titolo di Divertimento, brano questa volta destinato all'esecuzione concertistica.

In apparenza i tre casi citati sono assai simili: musica del barocco francese ripresa e "attualizzata" per una destinazione teatrale. Diverse sono, in realtà, le motivazioni che spinsero l'autore a questo procedimento, e diversi in parte anche gli esiti. Nel Bourgeois Gentilhomme il ricorso al Minuetto di Lully è soprattutto una citazione colta, per donare una patina di "antico" a una musica che si inseriva in un progetto teatrale estremamente complesso e ambizioso (il confronto fra commedia e dramma, in un'ottica metastorica). La Tanzsuite del 1923 invece costituisce un inconsueto e personalissimo contributo di Strauss alla stagione del neoclassicismo; e non è errato individuarne il modello - per il principio alla base della composizione, anche se non per il risultato effettivo - nel Pulcinella di Stravinsky, costruito nel 1920 su musiche di Pergolesi (o a lui allora attribuite).

Nel caso del Divertimento del 1940-41 ci troviamo di fronte a una composizione piuttosto simile alla Tanzsuite del 1923; eppure, terminata da tempo la stagione neoclassica, è difficile interpretare il Divertimento come una appendice postuma a tale stagione, da parte di un compositore che ne era rimasto sostanzialmente distante. Passata la soglia degli ottant'anni, dissociato ormai da tempo dalla politica del regime nazista, coinvolto comunque nel clima bellico, Strauss si dedica negli anni della guerra a composizioni nelle quali è lecito vedere - come ha osservato Quirino Principe - «il rifiuto di tradirsi in segni della coscienza pubblica, del terrore o del senso di colpa», ma anche «la reazione alla rovina universale, la necessità di dichiarare in forme indiscutibili la civiltà d'Occidente votata alla distruzione al di fuori delle forme».

Di qui il ritorno a Couperin, la musica del quale viene utilizzata per il balletto di Pia e Pino Mlakar. E qui conviene addentrarci nel particolare impiego che Strauss fa dei brani tastieristici di Couperin, tutti contraddistinti da titoli descrittivi. Il materiale originario viene assunto con estrema libertà; Strauss non si cura di estrarre dalle pagine di Couperin solo quelle sezioni, quei passaggi che ritiene funzionali alle proprie idee musicali; i singoli movimenti, dunque, ricalcano a volte da vicino la musica di Couperin, altre volte accostano pezzi diversi. Il fine non è infatti quello di "rifare l'antico", ma di servirsi dell'antico per un risultato personale e originale, operazione anch'essa metastorica. Il lavoro compiuto si articola così in otto distinti movimenti, disposti in una calibrata dialettica e segnati da una grande eleganza, rivestiti di una strumentazione cameristica preziosissima e trasparente, che non allude all'originale cembalistico ma riempie di colori "straussiani" le nitidissime movenze di danza degli originali. In definitiva un lavoro che, già nelle premesse, non ambisce ad essere altro che un'opera "minore"; e tuttavia proprio attraverso le sue scelte di base possiamo leggere non solo la mano abilissima ma la finezza intellettuale dell'autore.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 7 febbraio 1993


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Ultimo aggiornamento 19 aprile 2012