Allievo di Taneiev e di Safonov, Alessandro Scriabin divenne
giovanissimo un celebre ed acclamato pianista. Le sue prime
composizioni furono pertanto esclusivamente per pianoforte e
risentirono dell'influenza di Liszt e di Chopin. Al pianoforte,
comunque, sarà sempre in prevalenza dedicata l'attenzione del
compositore russo. Man mano che passano gli anni i lavori dello
Scriabin mostrano sempre più la presenza di una spiccata originalità,
sia nella struttura armonica, sia nell'espressione, che tende ad una
certa visionaria allucinazione, che arriverà fin sulle soglie di
un'esoterica magia evocatrice con le ultime Sonate. Tra queste
la quinta, in fa diesis
maggiore, op. 53, scritta nel 1908, è considerata dalla
critica come quella nella quale Scriabin definisce con
maggiore compiutezza il suo mondo allusivo e misterioso, fatto di
improvvise estasi e di altrettanto repentini furori. Alla Sonata n. 5
Scriabin appose la seguente epigrafe, di carattere misticheggiante, che
mette in relazione la creazione dell'opera con lo scatenarsi delle
forze dell'inconscio umano (in un esplicito riferimento dell'autore
stesso al suo Poema
dell'estasi):
Carlo Marinelli