Cinque Preludi, op. 15


Musica: Aleksandr Skrjabin (1872 - 1915)
  1. Andante (fa maggiore)
  2. Vivo (fa diesis minore)
  3. Allegro assai (mi maggiore)
  4. Andantino (mi maggiore)
  5. Andante (do diesis minore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1895 - 1896
Edizione: M. P. Belaieff, Lipsia, 1898
Guida all'ascolto (nota 1)

È noto che il Simbolismo, come teoria estetica che tendeva a ravvisare nell'immagine e nell'espressione artistica il mezzo privilegiato per cogliere corrispondenze sovrasensibili ed illuminazioni universali tra la realtà del mondo esterno e il profondo dell'animo umano, influenzò direttamente la vita spirituale, ed anche sensoriale, di Skrjabin che ne assimilò i canoni fondamentali oltre a trasferirne i caratteri essenziali nella sua creatività musicale.

Nell'ambito specifico dell'attività compositiva Skrjabin procedette per varie fasi di evoluzione stilistica, di forma e di contenuto, prendendo però sempre l'avvio dalla conservazione di certe strutture fornite dalla tradizione, quali gli schemi dei Preludi delle Danze e delle Sonate, schemi che venivano però svuotati dall'interno e arricchiti di materiale linguistico nuovo, tendenzialmente frammentario e rapsodico, sia nell'aspetto melodico sia nella componente armonica o ritmica. D'intesa con l'estetica dei simbolisti, per Skrjabin quelle strutture formali fungevano da raccordo con il passato. E l'evoluzione stilistica venne ad applicarsi già nei lavori pianistici di respiro più breve, come i Preludi, in cui le frasi melodiche appaiono racchiuse in frammenti concisi, animati da una ritmica frenetica. Assieme ai 24 Preludi dell'op. 11 (1888) e ai 6 Preludi dell'op. 13, i 5 Preludi dell'op. 15 risultano scritti in maniera esemplare per la tastiera, fondendo assieme i caratteri del virtuosismo pianistico e i tratti di impressioni fugaci. Furono ultimati i primi tre a Mosca nel 1895, il quarto a Parigi nel 1896, il quinto a Heidelberg di nuovo nel 1895, nel corso d'una tournée concertistica: furono pubblicati da Belaieff nel 1897.

Nel Primo Preludio in la maggiore (Andante) l'idea tematica è proposta da una quintina in recitativo seguita da una terzina con l'indicazione "rubato". Neil'alternare il crescendo al diminuendo, nel gioco strumentale che corre da una mano all'altra sulla tastiera, negli improvvisi cambiamenti di ritmo, la forza espressiva della musica appare contrassegnata da un certo gusto dell'improvvisazione, dalla propensione all'instabilità ritmica, dalla ricchezza armonica, dalla trasparenza ma anche da una sensazione di fragilità: in una parola, si precisa chiaramente il pianismo emblematico di Skrjabin.

Il Secondo Preludio in fa diesis minore (Vivo) sembra evocare qualcosa dell'op. 25 n. 2 di Chopin nell'atteggiamento melodicizzante e nei cromatismi. Originariamente Skrjabin aveva vergato sulla musica il termine "Agitato", correggendolo però prima della pubblicazione. La tinta espressiva generale più che a colori vivaci fa pensare ad un tenue pastello nella delicatezza degli accenti.

Caratterizza il Terzo Preludio in mi maggiore (Allegro assai) il frequente impiego d'un andamento arpeggiato nel mezzo forte tra l'una e l'altra mano, con qualche influsso dell'op. 10 n. 11 di Chopin. Nell'evocare lo spirito di questa pagina, Neuhaus alluse all'immagine di "mani che volano sulla tastiera come uccelli".

Il conciso Quarto Preludio in mi maggiore (Andantino), cronologicamente l'ultimo come data di composizione, evidenzia un linguaggio ritmico più originale nel tempo di 3/4, alternando momenti di sospensione ad altri quasi recitativi.

Infine il Quinto Preludio in do diesis minore (Andante) in 6/8 risulta contrassegnato da un incedere abbastanza veloce nel recitativo per terzine, dall'insistita annotazione di "rubato" e dal diminuendo conclusivo in pianissimo. Era una pagina prediletta da Sofronickij, che al riguardo spesso ebbe a dire: "bisogna suonarla in modo severo ma con grande libertà".

Luigi Bellingardi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 26 aprile 2002


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Ultimo aggiornamento 26 marzo 2014