En Saga (Una saga), poema sinfonico op. 9


Musica: Jean Sibelius (1865 - 1957)
Organico: 2 flauti (2 anche ottavino), 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, triangolo, piatti, grancassa, archi
Composizione: 1892 (revisione 1902)
Prima esecuzione: Helsinki, Helsinki Philharmonic, 16 febbraio 1893
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1901
Guida all'ascolto (nota 1)

Il caso del musicista Sibelius è molto singolare e pieno di contraddizioni, a volte curiose, che non sempre trovano una ragionevole giusitificazione sul terreno critico. Egli è l'unico compositore finlandese che abbia avuto una enorme risonanza internazionale, anche se la sua arte è legata profondamente alla letteratura e alla storia del suo paese. Vissuto fin oltre metà del nostro secolo, Sibelius è rimasto sostanzialmente, come sensibilità e linguaggio, un autore dell'Ottocento e lo stile della sua considerevole produzione musicale (ha scritto ben sette sinfonie) si inserisce nella cultura strumentale tardo-romantica di derivazione tedesca. Acclamato, esaltato e immortalato quando ancora era in vita con monumenti, musei, strade, francobolli e festivals a lui dedicati, la sua fama raggiunse una straordinaria popolarità non solo in Finlandia, ma anche nei paesi anglo-sassoni e negli Stati Uniti, mentre negli anni intorno alla seconda guerra mondiale (il suo silenzio creativo durò dal 1926 al 1957) e comunque dopo la morte la stella di Sibelius cominciò a tramontare e la sua musica, anche se gode di rispetto e di stima, non ha più la diffusione di una volta. In Italia, poi, il fenomeno Sibelius resta legato soprattutto ai poemi sinfonici (fra questi, in special modo, En saga, Finlandia, Il cigno di Tuonela e Tapiola, senza considerare la celeberrima Valse triste, originariamente concepita come musica di scena) ed alcune sinfonie (la seconda, la quarta e la settima), dove è racchiusa più compiutamente la personalità del compositore finlandese che evoca suggestivi paesaggi nordici avvolti nella nebbia e ridesta dall'oblio motivi di antichi canti popolareschi e guerrieri della sua terra, puntando essenzialmente sui pedali prolungati per gli strumenti ad arco e gli ottoni, sulle melodie con la nota sostenuta e improvvisamente interrotta da una terzina e sul tremolo degli archi con l'uso delle modulazioni dal maggiore al minore e viceversa.

Un esempio del particolare sinfonismo di Sibelius si riscontra già nel giovanile poema En Saga, scritto nel 1892 (la prima esecuzione avvenne nel febbraio del 1893) e poi rivisto e sintetizzato nel 1901, nella versione abitualmente conosciuta nelle sale da concerto. Il titolo significa semplicemente leggenda o favola di gusto nordico e non vuole avere necessariamente un carattere descrittivo, anche se non mancano elementi che fanno pensare ad un paesaggio avvolto in un fitta coltre di nebbia, specie negli impressionistici arpeggi iniziali degli strumenti ad arco in sordina (Moderato assai) e nel tema nostalgico del clarinetto, che conclude efficacemente la composizione sull'accordo in pianissimo e appena percettibile di si bemolle del violoncello. Al centro del brano risaltano due frasi musicali estremamente cantabili: la prima ampia e maestosa affidata agli ottoni, sorretti dai flauti, dai violoncelli e dai contrabbassi e l'altra più vigorosa e ritmata espressa dagli archi e dagli ottoni, che sfocia in un episodio drammatico in tempo molto allegro, caratterizzato da un vivace e furioso accompagnamento dei violini.

Ennio Melchiorre


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 31 marzo 1974


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Ultimo aggiornamento 18 luglio 2015