Suite per Orchestra jazz n. 1


Musica: Dmitri Shostakovich (1906 - 1975)
  1. Valzer: moderato
  2. Polka: Allegretto
  3. Foxtrot: Moderato
Organico: 3 sassofoni, 2 trombe, trombone, wood-block, tamburo, piatti, glockenspiel, xilofono, banjo, chitarra hawaiana, pianoforte, violino, contrabbbasso
Composizione: Leningrado, Febbraio 1934
Prima esecuzione: Leningrado, 24 Marzo 1934
Edizione: Fondo Musicale USSR, 1941

Inizialmente catalogato come op. 38
Guida all'ascolto (nota 1)

Fin dagli anni giovanili di studio Sostakovic mostrò sempre un forte interesse per ogni tipo di musica, compresa la musica jazz, genere che era solito seguire anche assistendo a esibizioni concertistiche. Nel 1930 fece amicizia con Leonid Utiosov, il più conosciuto musicista jazz sovietico ed entrò in contatto a Odessa con la sua celebre orchestra, la Tea Jazz. Più di una volta pubblicamente manifestò la sua attenzione verso questo genere: «La mia esperienza personale mi ha convinto che si dovrebbe orchestrare per jazz come lo si fa per altri tipi di orchestra. Io ho scritto per jazz e sebbene non ci sia di che vantarsene, ancora considero non del tutto cattive le parti jazz della mia musica per il film Incontro sull'Elba. Mi ricordo che certi colleghi altamente esperti mi avvisarono che orchestrare per jazz è qualcosa di veramente speciale, ma non mi spaventai... La cosa importante è che questa musica piaccia, studiare ciò che è stato fatto in essa e a un tempo tentare qualcosa di nuovo».

L'intento del compositore era soprattutto quello di garantire un buon livello di questo genere musicale nel suo paese, soprattutto per il rischio di incontrollata contaminazione con la musica autoctona: «Noi stiamo importando tutti i tipi di jazz band e di musica jazz tanto che mixandosi con i prodotti locali minacciano di inondare la scena nazionale... Questo e nello stesso tempo triste e ridicolo, perche noi non abbiamo ancora acquisito la reale cultura del jazz». Nel 1934 partecipò a una commissione sul jazz che aveva appunto il preciso scopo di portare il jazz sovietico da musica di piccolo consumo al rango di prestigio «professionale». Fu indetto un concorso a Leningrado e, per l'occasione, Sostakovic scrisse la Suite per orchestra jazz n. 1; negli anni successivi non perse comunque interesse per tale genere musicale e nel 1938 compose una seconda Suite jazz su richiesta dall'Orchestra Nazionale Jazz e del suo direttore Victor Knuscevitski.

La Suite n. 1 è composta da tre tempi, Valzer, Polka e Foxtrot. Subito, sin dalle prime note del Valzer, siamo catapultati nel mondo dell'orchestrina, con le ancheggianti armonie del pianoforte e il suadente tema della tromba con sordina. Risponde il sax soprano con un disinvolto ballabile, mentre sul sospiro del trombone con sordina il violino cuce una disimpegnata e svolazzante melodia. Nel secondo episodio l'ascoltatore è letteralmente trasportato sulle ali di una musica incantevole e fantasiosa, in cui ogni strumento del gruppo partecipa attivamente al dipanarsi delle idee e dei motivi, senza tuttavia mai divenire preponderante. Quando giunge la ripresa, il suadente tema iniziale - prima alla tromba - è solo accennato dal trombone, cui si accavalla il contrappunto danzante del violino: ma ecco farsi avanti inaspettatamente l'intera sezione dei sassofoni, che ribadisce il tema nella sua interezza, creando un alone sonoro dalle magiche atmosfere.

La Polka ha invece uno spirito buffo, impertinente e scorre via veloce nella sua gaia spensieratezza sin dallo spiritoso tema principale enunciato dallo xilofono o dalla seconda idea rustica e popolare affidata agli ottoni, cosi come giocoso e buffo risulta il terzo elemento, lasciato al sax contralto. Anche la melodia del sax tenore, proseguita dal divertito commento delle trombe e dal sintetico richiamo di violino e tromba, lascia trasparire un'ambientazione gaia e disimpegnata; così è anche per l'ultima, rimbalzante ripresa del tema principale, siglata dalla voce del violino.

L'ultimo brano della suite è un Foxtrot. Una scintillante introduzione orchestrale - ritornerà ciclicamente a raccordare le successive entrate tematiche - prepara l'avvio del sax tenore che, come un personaggio dalle movenze quasi fisiche, presenta un tema sgusciante e provocante.

Dopo il ritorno del tutti orchestrale tocca al violino solista farsi avanti e poi lasciare il posto all'intervento «esotico» della chitarra hawaiana. La danza prosegue ancora nel ritorno del tutti orchestrale, sul cui diradarsi fa capolino il motivo annuente delle trombe e il ritorno del primo tema del sax tenore, ora al trombone. Ancora nel finale, dopo la ripresa del grande motivo a piena orchestra, iridescenti sonorità riemergono negli ultimi assolo con le brevi rievocazioni tematiche del sax contralto e del sax tenore.

Marino Mora


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD AM 113-2 allegato alla rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 21 marzo 2013